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    Laziomania: Pellegrini last minute, una vittoria di Sarri

    Laziomania: Pellegrini last minute, una vittoria di Sarri

    • Luca Capriotti
    Alla fine, in qualche modo, ha vinto Sarri. Non sappiamo – o meglio sappiamo ma non metteremo virgolettati – quanto il mister abbia influito su questo calciomercato Lazio. Non sappiamo quanto abbia spinto proprio per Pellegrini Luca, terzino sinistro di belle speranze, romano di spinta. Sappiamo però una roba importante: serviva un ulteriore segno di disconuità con le solite, usuranti sessioni di gennaio. 

    DISCONTINUITA’ - La Lazio piazza il colpo prima di cena nell’ultimo giorno di mercato: abbiamo assistito a qualcosa di quasi storico per il calciomercato Lazio in questo speciale periodo dell’anno. Notoriamente, il direttore sportivo Tare è stato sempre accusato di non intervenire sulla squadra in questa complicata finestra di mercato. Anzi, è quasi diventata leggendaria quella frustrante sensazione di refresh, in attesa di acquisti che poi, fatalmente, in questa sessione di mercato non sono mai arrivati. La Lazio ha sempre vivacchiato a gennaio, anche in annate considerate particolarmente promettenti. Perfino nelle annate in cui la società biancoceleste era accostata alla parola Scudetto. Non sappiamo quanta voce in capitolo abbia avuto Sarri, ma sappiamo che, direttamente o indirettamente, è una sua piccola grande vittoria. 

    LE PAROLE DI LOTITO - Anche perché Lotito, in qualche modo, sembrava aver preparato la piazza ad un mesto finale di calciomercato di gennaio. Quasi nessuno si aspettava niente: erano già partite le fanfare dei critici, di quelli che un tempo si chiamavano anti-Lotitiani. L’ennesimo highlight sull’equilibrio del gruppo aveva fatto storcere il naso a molti, e mi aveva solleticato l’ironia nell’ultimo Laziomania. In qualche modo, è una frase celebre del pres: l’equilibrio dello spogliatoio sopra di tutto. E questo strano ecosistema andava preservato a prescindere. 

    IMMOBILE - Su Immobile oramai lo sappiamo: la stessa presenza fisica di un altro attaccante centrale evidentemente lo turba, o in qualche modo lascia una scia ormonale nell’aria tale da spezzare lo speciale feeling che lui vive col gol. Anatema: un vice Immobile non lo vedremo, almeno per questa stagione. Forse già ce lo abbiamo, ci faremo andare bene quel Felipe Anderson che comunque ha fatto bene. Sul vice Immobile non ho mai avuto molte speranze: ho capito Ciro, pensa che ogni minuto conta, che ogni minuto è un possibile gol, vorrebbe giocare sempre e perfino i cambi, perfino se è stanco, hanno su di lui il brutto effetto dell’occasione sprecata. Vive la sua vita per i gol, e quando non arrivano non vive bene, e se non arrivano tanti non vive bene, e se non aiutano la squadra non vive bene, e se ne fa uno e potrebbe farne due non vive bene. Ciro è un perfezionista del gol, e questo gli fa onore. Ma non aiuterebbe per nulla un suo eventuale comprimario, che da comprimario a comparsa o sagoma di cartone il passo è breve. 

    TERZINO - L’altro grande cratere a livello di rosa era quello del terzino sinistro. In questo ruolo mancava del tutto l’interprete: hanno giocato, adattati, Hysaj, Marusic, Lazzari. Tutti, meno uno di piede sinistro. Nel giro palla che fa la Lazio avere un mancino nel suo ruolo è un vantaggio macro troppo evidente. Sarri ha richiesto pazientemente un rinforzo in questo ruolo, col suo modo un po’ burbero un po’ competente un po’ saggio, ed è stato accontentato. La società ha evidentemente ritenuto che turbare il gruppo con un innesto era un rischio calcolato rispetto alla prospettiva di giocare tutta la seconda parte di stagione senza un terzino sinistro. Questo mero calcolo matematico fa sì che ci sia stato intervento su Pellegrini. Per inciso: le voci che girano sulla trattativa parlano di un ragazzo che ha rinunciato ad un sacco di soldi per tornare a Roma (glisso sulla fede calcistica, non ha senso parlarne e forse non la sapremo davvero mai). E lo ha fatto perché Lotito avrebbe preteso una robusa decurtazione dell’ingaggio, e tutta una serie di altre cose. Lo sappiamo: Lotito non vuole mai vincere, ma stravincere. E questo ha fatto fallire molte trattative di mercato. Pellegrini ha voluto fortemente Roma e la Lazio (forse in quest’ordine) e ha voluto anche Sarri, il suo gioco, le sue idee. Innegabile: questo tecnico attrae. Fa bene ed è bello giocare con lui. Ed è questa la vera vittoria di questo allenatore.

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