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    Laziomania: pasticciaccio brutto tamponi-Lazio spiegato ad un bambino

    Laziomania: pasticciaccio brutto tamponi-Lazio spiegato ad un bambino

    • Luca Capriotti
    La vicenda tamponi Lazio spiegata ai bambini non è una faccenda semplice da dire col linguaggio di uno di due anni. Anche perché si scadrebbe nel cliché: il cattivo chi è? Difficile dirlo, o meglio: lo diranno le carte processuali, le sentenze, poi dopo in caso abbiamo visto che nemmeno varrà davvero come ultima parola (Juventus-Napoli insegna). Ma se oggi dovessi spiegare la questione a mio figlio, avrei qualche difficoltà: l'accusa ha deciso di deferire Lotito e i suoi medici, io l'ho già detto la mano sul fuoco non la metto su nessuno, e questo è un primo punto piuttosto importante. Detto ciò, la rosa e il range di possibili colpe, violazioni di protocollo, e financo capacità normative di sanzionare o meno alcuni comportamenti sono veramente ampi. Si va da cosette - multa - a cose immense (radiazione, ho letto davvero radiazione?): in un contesto normativo complicato, difficile, con tantissimi club che hanno visto loro top player a Cortina, altri che si sono ritrovati in troppi in panchina, altri che hanno deciso di non partire buttando a rete l'assist della ASL, mi sembra che di santi ce ne siano pochi. Non è una giustificazione - non è mio interesse, visto che non ho particolari interessi nell'ingraziarmi Lotito, o Cairo, o chissà chi altro - ma un mero dato di fatto. A livello normativo, la vicenda è molto complicata. Coinvolge più partite, più interpreti, guarda caso il Torino. Per questo sfugge alle semplificazioni. Per questo è così difficile spiegarlo ad un bambino.

    QUELLO CHE POSSO SPIEGARE DAVVERO - Ci sono alcune cose però che non mi sono sfuggite, io ve le indico col dito, come farei con mio figlio: dietro questo deferimento contro Lotito e affini, e contro la Lazio, c'è stato un vero e proprio movimento collettivo, un immenso girotondo come quelli che faceva Nanni Moretti (se vi sembra ieri, stiamo invecchiando, e lo dico da 33enne, anno non positivissimo). Non credo sia il luogo adatto per parlare di conflitto di interessi - figurarsi, in Italia - ma almeno segnarsi due o tre cosine. Una su tutte: un nemico potente può fare malissimo a qualsiasi squadra. Ora noi non sappiamo se in casa Lazio ci sia stata furbizia, ingenuità, incapacità o non conoscenza dei regolamenti, o altro. Lo sanno forse i protagonisti: quello che è certo è che contro questa società si è scatenata una poco simpatica caccia alle streghe. Altra cosa da tenere a mente: se questa vicenda si ridurrà ad una sanzione pecunaria, o poco di più, ci dovremmo interrogare su cosa abbiamo letto in queste settimane, e su quali giornali, e perché proprio su quelli e non su altri, e perché proprio firmati da certi giornalisti e non altri. 

    LA LAZIO RADIATA - Se invece la Lazio venisse radiata (mi fa sorridere scriverlo, è così improbabile che andrebbe messo tipo tra mille virgolette), comunque dovremmo interrogarci - con un minimo di onestà - su quanto sia stato alto il livello di vigilanza sulla salute dei calciatori e del calcio (non solo lato Covid), che non è manco capace di autoregolamentarsi, o di trovare protagonisti in grado di farlo. Ha trovato, in un momento delicatissimo, correnti, scelte strane, ritardi, soldi che mancano e chissà come vengono trovati in plusvalenze molto ironiche. Ha trovato cialtronaggine? Può essere, ma di certo ha trovato il solito vizietto italiano di ridurre tutto alla fanghiglia. In questo colore marrone tutti sono uguali. Se la Lazio dovesse avere responsabilità, dovrà pagarle. Ma per una volta vorrei spiegare a mio figlio che il rigore dovuto all'alto concetto di giustizia non è stato applicato solo a questo caso, ma a tutti, anche in ambito economico. Sarebbe un insegnamento meraviglioso.

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