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    Laziomania: non sarebbero venuti lo stesso

    Laziomania: non sarebbero venuti lo stesso

    • Luca Capriotti
    Non potete capire. Questa Lazio, non la potete capire. Una notte da artisti, di prime volte, una notte di laziali, di bambini allo stadio. Si sentono nell'aria le parole acri del nostro: "Non sarebbero venuti lo stesso". E invece no. L'Olimpico timidamente si riscopre biancoceleste: bambini, tantissimi, alcuni di pochi mesi, una folla festante, un'atmosfera anni '90, twitta qualcuno. La Lazio batte la Sampdoria con doppietta spagnola, ma quasi conta poco. La cornice di pubblico è incoraggiata da prezzi finalmente decorosi: più di 30mila laziali ci sono. Se vi sembrano pochi, dopo più di 10 anni di "non sarebbero venuti lo stesso", non sapete cosa hanno vissuto. Non potete capire. 

    LA NOTTE SPAGNOLA - La Lazio baila sui suoi spagnoli: Luis Alberto batte, Patric svetta e sblocca una partita un po' complessa, con una Samp ordinata e poche, vere palle gol. Il primo gol di Gabarron Patric in Serie A è bello, utile, mette la Lazio in una situazione in cui si sente più sciolta, in confidenza col pallone, di nuovo con lo stadio, forte e chiaro. La palla la accarezza Luis Alberto, è il protagonista della serata, la guest star: accarezza un pallone d'esterno e fa gridare al gol la Nord, poi fa il gol che vale il biglietto. Break di Lazzari - altra bella prova, in crescita - e Luis fa qualcosa col pallone che è difficile da tratteggiare. Ecco, se oggi dovessero arrivare gli alieni, e chiederci qualcosa del calcio, questo gol lo farei vedere. Accarezza la palla in velocità, non tira, salta il portiere, non tira ancora, lucidamente la piazza. 10 assist, gol da maestroQuello che colpisce è la padronanza: Luis Alberto ha un rapporto padronale con la sfera, lui il maestro, lui ha autorità e capacità e qualità dirigenziale per spostarla a suo piacimento. E tutto questo è qualcosa di profondamente calcistico. Luis Alberto va alla radice del motivo per cui ci piace questo sport: perché è bello da vedere

    L'OLIMPICO - Il senso di questa partita va però oltre le giocate. Il supporto, il calore, la voglia della gente laziale di pensare alla Lazio, di starci addosso, di sostenerla in questi ultimi scampoli di una stagione dura, lunga, complessa e di lotta è stato qualcosa che resta. Va oltre l'atavica sfiducia verso l'umano genere del nostro, va oltre le rosicate legittime, un mercato becero, da nemico della patria, una rinfocolata e insana contrapposizione. Nei giorni in cui si parla - senza prove, senza grande base, ma si parla - anche di compratori arabi per la Lazio - e chi scrive sa bene l'assurdità della cosa, ma anche la necessità di parlarne, dopo anni di bigottismo e bocconi amari - i tifosi della Lazio fanno capire che questa atmosfera, questo sostegno si può supportare e aiutare e costruire con politiche di prezzo continue e incoraggiante, pochi aggiustamenti, atteggiamenti corretti e aperti. 

    Nessuno vuole portarsi a letto Lotito tra noi, non abbiamo necessità di amarlo con passione o altro: faccia il suo, con sobrietà se ci riesce, di amore e di tifo meglio se non parli. Tanto non può capirlo, davvero, cosa significa essere laziale, ieri, oggi, sempre. Ho incontrato un amico per caso, allo stadio, nemmeno a farlo apposta. Aveva al suo fianco il padre, alla sua destra il bimbo, il figlio piccolo, due nipoti, il fratello. Un'intera famiglia. Ieri. Oggi, sempre. E no, non è vero. Sono venuti lo stesso. Ci sono. Sono qui. Nonostante Lotito. Fregandosene di Lotito. Non potete capire. Questo amore, non lo potete capire. Solo per la Lazio.

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