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    Laziomania: Milinkovic alla Vecino vendica il 20 maggio, Inter distrutta

    Laziomania: Milinkovic alla Vecino vendica il 20 maggio, Inter distrutta

    • Luca Capriotti
    Dal 20 maggio sono successe tante cose: in politica, in economia, nel calcio. La Lazio si era fermata a quel 20 maggio, una parte della Lazio. Nel frattempo Inzaghi ha dovuto ricostruire una squadra da 0, riformare morale, spogliatoio, gruppo. Ridare l'anima ai big. Con un pensiero fisso, una costante in testa: la vendetta va consumata gelida. La Lazio batte l'Inter nel super scontro-diretto, tornano al via, ritornano a quel giorno, il 20 maggio 2018. 

    LUIS ALBERTO IS COMING - Gli spettri di quella partita spariscono in 90 minuti giocati con ardore, con forza: i ragazzi di Inzaghi tirano fuori il meglio da una partita difficile, con lo spettro di Icardi che schiaccia l'Inter sotto i cingoli di cavilli, avvocati, Wanda Nara. Nel frattempo la Lazio si tira fuori da quasi un anno di polemiche, strascichi, big in panne, con Milinkovic e Luis Alberto sugli scudi: proprio loro, gli uomini più opachi, più chiacchierati. Lo spagnolo, dopo aver citato e  Siviglia e Real Madrid in una recente intervista, conferma quello che già ci eravamo detti e ridetti: è tornato. 

    CARTELLINO DI MILINKOVIC - Non è l'unico: Milinkovic fa il primo gol contro una big, la prende lui, di testa scaccia gli spettri di Vecino e de Vrij, di quel maggio maledetto. Il serbo bacia la telecamera, fa gli auguri alla mamma e alla Lazio, che si candida con prepotenza alla zona Champions con la consapevolezza di aver ritrovato un Milinkovic in condizione, in grande forma, capace di finalmente di tornare a stupire. C'è chi si è beato del calo del prezzo del suo cartellino in questi mesi: dovrà ricredersi. E correggere verso il 100 quelle cifrette. 

    SPALLETTI - La squadra biancoceleste fa la voce grossa in una giornata di campionato in cui le altre pigolano: contro l'Inter dimezzata le migliori occasioni le creano i ragazzi di Inzaghi, che distrugge Spalletti in ogni metro di campo, nell'atteggiamento, negli spazi. Costringe l'Inter a diventare una fabbrica pallosa di cross sterili, nell'area piena non è passato neppure uno spillo. Spalletti non ha potuto fare molto, può solo augurarsi di non fare la fine della Roma: abbattuta dalla Lazio, è caduta in una voragine senza fine. 

    VENDETTA - La vendetta va consumata gelida. Inzaghi sorride a fine partita, dopo 2 ore di filippica oscura di Spalletti in babilonese a Sky: il calcio della Lazio è semplice, bello, con giocate offensive divertenti, crea, difende con massimo ordine e decisione. La Lazio non molla un metro, quando si abbassa lavora benissimo in area, lavora bene ad accorciare, costringe l'Inter ad una manovra asfittica, stantia. E tutto scivola con grazia e delizia, una doccia di vendetta che la Lazio si gode, a San Siro, in uno stadio strapieno, si trascina fino in fondo. La storia che cambia: da quel 20 maggio al 31 marzo sono successe tante cose. L'ultima, la Lazio si è presa la sua vendetta sull'Inter, finalmente. 

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