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Laziomania: Milinkovic alla Vecino vendica il 20 maggio, Inter distrutta
LUIS ALBERTO IS COMING - Gli spettri di quella partita spariscono in 90 minuti giocati con ardore, con forza: i ragazzi di Inzaghi tirano fuori il meglio da una partita difficile, con lo spettro di Icardi che schiaccia l'Inter sotto i cingoli di cavilli, avvocati, Wanda Nara. Nel frattempo la Lazio si tira fuori da quasi un anno di polemiche, strascichi, big in panne, con Milinkovic e Luis Alberto sugli scudi: proprio loro, gli uomini più opachi, più chiacchierati. Lo spagnolo, dopo aver citato e Siviglia e Real Madrid in una recente intervista, conferma quello che già ci eravamo detti e ridetti: è tornato.
CARTELLINO DI MILINKOVIC - Non è l'unico: Milinkovic fa il primo gol contro una big, la prende lui, di testa scaccia gli spettri di Vecino e de Vrij, di quel maggio maledetto. Il serbo bacia la telecamera, fa gli auguri alla mamma e alla Lazio, che si candida con prepotenza alla zona Champions con la consapevolezza di aver ritrovato un Milinkovic in condizione, in grande forma, capace di finalmente di tornare a stupire. C'è chi si è beato del calo del prezzo del suo cartellino in questi mesi: dovrà ricredersi. E correggere verso il 100 quelle cifrette.
SPALLETTI - La squadra biancoceleste fa la voce grossa in una giornata di campionato in cui le altre pigolano: contro l'Inter dimezzata le migliori occasioni le creano i ragazzi di Inzaghi, che distrugge Spalletti in ogni metro di campo, nell'atteggiamento, negli spazi. Costringe l'Inter a diventare una fabbrica pallosa di cross sterili, nell'area piena non è passato neppure uno spillo. Spalletti non ha potuto fare molto, può solo augurarsi di non fare la fine della Roma: abbattuta dalla Lazio, è caduta in una voragine senza fine.
VENDETTA - La vendetta va consumata gelida. Inzaghi sorride a fine partita, dopo 2 ore di filippica oscura di Spalletti in babilonese a Sky: il calcio della Lazio è semplice, bello, con giocate offensive divertenti, crea, difende con massimo ordine e decisione. La Lazio non molla un metro, quando si abbassa lavora benissimo in area, lavora bene ad accorciare, costringe l'Inter ad una manovra asfittica, stantia. E tutto scivola con grazia e delizia, una doccia di vendetta che la Lazio si gode, a San Siro, in uno stadio strapieno, si trascina fino in fondo. La storia che cambia: da quel 20 maggio al 31 marzo sono successe tante cose. L'ultima, la Lazio si è presa la sua vendetta sull'Inter, finalmente.