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    Laziomania: Maestra, Lotito dice le parolacce...

    Laziomania: Maestra, Lotito dice le parolacce...

    • Luca Capriotti
    Dopo 15 anni, questa settimana abbiamo scoperto che Inzaghi e Lotito ogni tanto discutono. Perfino, pensate un po', ad alta voce. Una cosa dell'altro mondo, talmente pazzesca da meritare prime pagine e grossi titoloni. Pensate, qualcuno ha perfino chiesto le dimissioni di Inzaghi. Come fa a resistere, dopo che Lotito gli ha detto che "si sta sempre a lamentà"? Robba che in qualsiasi matrimonio dopo 3 mesi questa è la normalità. Però no, Lotito al telefono per cavoli suoi deve essere affettato e formale come la Regina d'Inghilterra in pubblica uscita. 

    Poi, Lotito io lo conosco. Come Inzaghi, dopo 15 anni un po' lo conosciamo tutti. Non lo vorrei come datore di lavoro, magari non lo vorrei nemmeno al telefono arrabbiato, forse lo vorrei come commensale, sicuramente come compagno di calcio-balilla (è una specie di fenomeno, chi è stato in ritiro ad Auronzo di Cadore lo sa). In molto non lo vogliono come presidente di una squadra di calcio, altri non lo vorrebbero vedere nemmeno in cartolina. Ma al telefono, diciamocelo, può permettersi di non profumare di Oxford. Anche perché se apriamo le nostre chat di Whatsapp, io tutto questo profumo di Oxford non lo sento. Scandalizzarsi è una moda sempre piacevolissima a Roma, poi però bisogna pure avere un po' di piedi per terra. Per carità, avviso ai naviganti: discutere per strada ad alta voce non è bellissimo ed educatissimo. Poi c'è sempre il rischio di finire su tweet altrui. Ridere di Lotito è divertente, finché non ci si rende conto che alla fine ride sempre lui. 

    Detto ciò, mi è piaciuta la definizione che Inzaghi dà della sfida contro la Juventus. Una gara bellissima. Ecco, io vorrei che la Lazio la giocasse in quest'ottica. Il calendario della Lazio per queste due giornate è durissimo, veramente una specie di mazzata. Ma dallo spessore messo in campo in questi 180 minuti si capirà molto. Al netto di una condizione non eccezionale, contro la Juventus bisognerà fare una bella gara. Solida, robusta, perfino talentuosa. Poi si potrà anche perdere, ma prima non bisogna nemmeno pensarci. 

    Dopo 15 anni, perfino Inzaghi lo sa: vincere allo Stadium non è impresa che si può fare ogni anno. Ma la mentalità non può essere: abbiamo perso, pazienza. Deve essere: ce la siamo giocata a morire, ci fa impazzire perdere, il nostro livello deve crescere ed essere sempre più competitivo. La Juventus vince per mentalità, oltre che per spessore tecnico-tattico e potenza economica. Non si vince così tanto, in tutti questi anni, solo per gli introiti Champions. 

    Questo step deve partire dai tifosi, attraversare ambiente e stampa, pervadere la squadra. Quelli che affrontiamo sono i Campioni in carica. Chi ha in testa di vincere qualcosa, è in queste partite qui che deve tirarlo fuori. Tutto il resto è normale accompagnamento mediatico, normale accanimento, normale tentativo di educare Lotito a modi più urbani ora ce ha 61 anni. Una robba che nemmeno la signorina Rottermeier o la signorina Trinciabue ci riuscirebbero. Dopo 15 anni, credo che la cosa più bella l'abbia detta Inzaghi. 

    Lui pretende tanto, da squadra, giocatori, Lotito e Tare. E questo è un bollo di garanzia fondamentale. Pretendere è un bellissimo verbo, ma viene dopo dare. Inzaghi ha dato tanto alla Lazio, può permettersi di pretendere. Che implica superarsi, e superare i limiti. Che implica richiesta ossessiva di miglioramento. Alla faccia di chi lo definiva Yes-Man. Alla faccia di chi, dopo 15 anni, ancora si stupisce che Lotito, al telefono, dica le parolacce. Maestra, Lotito urla al telefono... 

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