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Laziomania: ma non dovevano comprare Milinkovic Savic?
FINO ALLA FINE - Siamo in Italia, abbiamo fatto passare una mezza boutade il fatto che Luis Suarez stesse arrivando in Italia e lo stesse facendo attraverso degli esami tarocchi. Abbiamo fatto passare per una mezza ragazzata l'assalto disperato ai vertici del calcio europeo, alla credibilità stessa del calcio, nel nome di "i ragazzini preferiscono Twitch".
Abbiamo accettato che al tavolo della Serie A sedessero personaggi di ogni risma, da scatole cinesi a milionari con milioni di buffi, e bilanci pieni di cose strane. Abbiamo pacificamente annuito quando abbiamo letto certe valutazioni dei Primavera, come se fosse una pratica normale. E abbiamo anche approvato quando queste squadre hanno provato a comprare giocatori top come Milinkovic Savic basandosi su milioni e milioni che la Consob ha sottolineato con la matita rossa. Siamo in Italia, però, ricordatevi. Non finirà bene.
IL MONDIALE DI MILINKOVIC - Se il Mondiale della Serbia è stato fino ad ora inferiore alle attese – sempre più sembra necessaria la scelta di selezionatori iper motivati, iper preparati, un condensato di motivazioni capaci di spremere il meglio, in un periodo molto limitato, da giocatori già a loro volta iper spremuti dagli allenatori di club – quello di Milinkovic Savic è stato per ora buono. Non è stato l'uomo copertina, ma ha dimostrato di poterci stare ad alti livelli, di poter essere decisivo. Certo, un impianto di gioco decoroso avrebbe aiutato, ma il biancoceleste ha fatto vedere il meglio delle sue robuste due fasi: grandissima qualità offensiva abbinata ad una fisicità da troll di caverne coi piedi di fata, e una certa attitudine a fare grandi giocate. Il contesto della nazionale serbia –che pare sia piuttosto burrascoso – è un motivo in più per credere che questo giocatore abbia attitudine a giocare bene anche in polveriere vere e proprie (almeno secondo molti pettegolezzi). Sta dimostrando di saper stare a livelli altissimi, per chi ancora avesse dubbi.
COSA SUCCEDERA' A GENNAIO - In una stagione-crocevia per la Lazio c'è una certezza: Milinkovic partirà solo a fronte della famosissima oramai offerta irrinunciabile. L'occasione vera. La svolta della sua carriera e della sua vita. Per qualcosa di meno, neppure si muoverà, potete starne certi. E questo lo dico a fronte di un mercato di gennaio che sarà davvero complicato per i biancocelesti, che hanno un paio di lacune in rosa importanti e hanno bisogno matti di colmarle. E, come ha detto Lotito, le colmerà solo in caso di partenza di altre pedine. A fronte di quello che sta succedendo in casa Juve, forse dovremmo dircelo. Lotito ha tanti difetti, moltissimi, molti anche scritti qui, ma ha sempre predicato bene sull'argomento bilancio, sull'argomento calcio sostenibile. Forse, al netto delle boutade, ogni tanto bisognerebbe prenderlo sul serio. Perché lui fa sul serio, mentre tutti gli altri sghignazzano. Almeno a questo dovremmo credere sul serio.