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Laziomania: Luis Alberto 10 da Champions, è la vittoria di un uomo
Inzaghi ci mette del suo: sposta Luis Alberto dietro, in quel ruolo che era destinato a lui da due anni. Era stato l'infortunio di Felipe Anderson a farlo tornare nella posizione tipica del diez, dispendando calcio e spettacolo. Ora è la scelta di Inzaghi a rimetterlo dove ha più campo davanti, più possibilità di muoversi. Una volta sciolti i nodi che legavano Luis Alberto, la Lazio si è risollevata. E ora avanza pretese serie al posto in Champions, dopo aver vinto il derby, aver duellato alla pari con il Milan e l'Inter. Questo è un racconto nuovo, ma non parla solo di classifica.
L'eterno ritorno del talento di Luis Alberto, alla fine, è la forza di un uomo. Che ha saputo spazzare via con cuore e testa i fantasmi brutti che spengono le persone, che le riducono a non credere più a nulla. Luis Alberto ha creduto, e la sua è una vittoria di un uomo, non del 10 assoluto che spiega calcio. Per questo, da uomo, ha ancora più valore la dedica umana, fortemente umana che, a rigore trasformato, mostra allo stadio Olimpico in festa: il gol è per Guido Guerrieri, il terzo portiere della Lazio, che ha perso papà Andrea da poche ore.
L'eterno ritorno di un talento assoluto, l'altalena Luis Alberto alla fine forse è solo questo: il racconto di come un uomo abbia trovato dentro qualcosa di inaspettato, di bello, che gli ha fatto rialzare la testa verso il cielo sgombro di nuvole sopra Roma. Dicono che ogni vita abbia i suoi momenti di gloria, i suoi flop, le sue incredibili discese, risalite. Il pallone al piede è solo una scintilla, il delicato tocco è solo un baluginio, il tocco del genio è solo il riflesso di un racconto semplice, e bello: quello di un uomo che si è ritrovato, e non ha più paura di tutto il suo talento, e non ha più paura.