Laziomania: le interviste di Lotito che guarda in alto
LE INTERVISTE DI LOTITO - Ho detto varie volte che il nostro, intervistato, è la delizia di chi ha voglia di cercarsi titoloni. In genere, penso che a cena Lotito - se non se la fa pagare - è un anfitrione eccellente, tra racconti, aneddoti etc etc. Il problema è traslare un clima da magnata ovunque, pure in giro per strada. L'ultima intervista di Lotito, dai ce l'avete presente tutti, è un must: mi ha colpito in particolare una cosa. Per tutta l'intervista guarda da un'altra parte, in alto. Ci ho pure scherzato con un amico della Roma (a ciascuno le sue disgrazie): cosa starà guardando? Ad un certo punto si appoggia proprio alla sua guardia del corpo, come se stesse osservando un punto molto in là, e molto in alto.
Non so se vi sia mai capitato di guardare il soffitto - magari a cassettoni - di una appartamento al primo piano: sembra che Lotito stia osservando qualcosa di questo tipo. Ma al netto di questo, le sue ultime interviste mostrano alcune cose. La permanenza di Sarri non è certa: quello che era un rinnovo fatto, firmato, si è dimostrato quello che era: un'arma dialettica, una clava contro i dissidenti nell'ambiente e nello spogliatoio. Specialmente nello spogliatoio. Il nostro è e rimane sempre Claudio Lotito, better called creator. E Claudio non rinnova contratti se non ha la certezza che la sua infatuazione porti a qualcosa. Su questo meglio essere chiari: Sarri non è l'unico allenatore che possiamo avere. Non illudiamoci però: si può pensare quello che si vuole su questo mister, ma è preparato, ha un'idea di calcio e ha carattere. Tre caratteristiche che non è detto saremo in grado di ritrovare in un suo eventuale successore. Tenetelo a mente, che poi vi lamentate. E vedervi diventare pure vedove di Sarri no. Troppe vedovanze potrebbero farvi male.
IL TIFO SECONDO LOTITO - Vi ricordate Cragnotti, che ci ha definito clienti? Lotito va oltre, e da tempo. La guerra con il tifo organizzato che le trascrizioni iniziali della sua intervista avevano prospettato in realtà non è che sia proprio continuata. Lotito la liquida con noncuranza. La Nord ha reagito ad una cosa specifica, in generale mi sembra molto netta su alcune cose - il mercato, per dire, o Acerbi - e non è di certo vassalla di questa presidenza. Mai stata, specialmente nelle vecchie generazioni, i vecchi leoni di questo tifo organizzato. Che ci sono ancora, a fianco dei più giovani. Ci sono stati dei momenti di tregua? Forse sì, ma non è questo il momento. Come si ricuce? Semplice: una chiusura di anno dignitosa, pace con chi si riesce a fare pace e saluti con il resto. E con questo non intendo che Acerbi debba andare via, pochi sono andati via per le pressioni di una piazza, ma penso che strategicamente il difensore abbia costruito tutti i presupposti per lasciare.
Se si vede a Roma fino a fine carriera ok, se si vede altrove tanto vale salutarlo. Non ci serve chi non ci vuole, e non è stato per niente gradevole in molte sue esternazioni, comportamenti. E viceversa, direbbe lui, che in tutto, compresi i social, compresa la paginona di giornale, si scusa per poi dipingersi come vittima. Strano no, scusarsi dicendo comunque di aver ragione. Non proprio il miglior modo. Dovrebbe imparare da Lotito: guardare in alto, come se ci fosse un bellissimo qualcosa oltre. Quello che dovremmo fare tutti, se ne siamo capaci. E forse questa è la più grande sconfitta di questa gestione: certe persone non ci riescono più.