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    Laziomania: le 'bugie' di Tudor e il mercato che verrà. Caso Luis Alberto: cosa è successo veramente

    Laziomania: le 'bugie' di Tudor e il mercato che verrà. Caso Luis Alberto: cosa è successo veramente

    • Alessandro De Felice
    “Il futuro è solo il ricordo di uno stupendo passato”. Una brutta Lazio batte l’Empoli nel giorno delle celebrazioni dei cinquant’anni del primo Scudetto, quello indimenticabile della Banda Maestrelli, di ‘Long John’ Giorgio Chinaglia, dell’’Angelo Biondo’ Luciano Re Cecconi, della bandiera Vincenzo D’Amico e di tutti gli altri eroi di quella stagione 1973/1974, quella in cui la Lazio di laureò campione d’Italia. All’Olimpico la gara di campionato fa da contorno alla grande festa per rendere omaggio alle leggende di quella squadra che ha scritto la storia del club capitolino e del calcio italiano e che ha unito generazioni di laziali, nel ricordo di una cavalcata incredibile con lieto fine. Nulla a che vedere con l’attualità e con un caso Luis Alberto ormai definitivamente esploso. Una situazione che appare irreversibile e che necessita di una presa di posizione netta della società, dopo quella dell’allenatore, con il club che deve far valere il contratto in essere e non piegarsi alla volontà di un tesserato che ancora una volta cerca di imporre le proprie idee senza tenere in considerazione accordi prima chiesti a gran voce e poi stipulati. Del pomeriggio di Lazio-Empoli resta un super Mandas, un vero e proprio tesoro tra le mani della società capitolina, e poco altro, se non un’involuzione in termini di gioco ai limiti del preoccupante, se non fosse che la stagione volge al termine e all’orizzonte ci sono appena 180 minuti, così come le parole di Tudor, che non lascia presagire nulla di buono sul fronte mercato in vista dell’estate.

    “IMMORTALI” - “1974-2024 Oltre il tempo… Immortali”. C’è chi lascia l’Olimpico in lacrime per la commozione e chi ha condiviso i propri ricordi con figli e nipoti, tramandando di generazione in generazione emozioni e sensazioni indimenticabili. La cerimonia prima del fischio d’inizio di Lazio-Empoli riporta in superficie sensazioni e stati d’animo di cinquant’anni a coloro che le hanno vissute. “Io in Lazio-Foggia ero seduto lì. Avevo quindici anni” sussurra un signore alla nipote adolescente. Il primo indossa proprio la maglia del 1974, la seconda quella di Romagnoli di questa stagione. Lazio-Empoli ha rappresentato una festa della ‘Lazialità’, un incontro di generazioni, in un Olimpico che brillava di biancoceleste sotto un cielo azzurro romano dal sapore di inizio estate. Proprio le maglie di varie epoche e protagonisti, dal ’74 fino ad oggi, passando per quella del centenario nel 2000, dello secondo Scudetto con Eriksson e della vittoria del 26 maggio 2013 nel derby che ha fatto la storia. Festa e lacrime di commozione nel ricordo di una squadra iconica, dentro e fuori dal campo. Dal ‘Maestro’ Maestrelli a Giorgio Chinaglia, simbolo di una generazione (e forse più) di laziali. Uomini e calciatori mai dimenticati, che hanno scritto pagine indelebili della storia del club e che hanno incarnato perfettamente la lazialità. Perché “Io c’ero a quel Lazio-Foggia” rappresenta una medaglia da portare con orgoglio al petto e il racconto da tramandare di generazione in generazione.

    LUIS ALBERTO - Se il passato è stupendo, il presente è ricco di incognite. Su tutte c’è quella legata al futuro di Luis Alberto, escluso per “scelta tecnica” da Igor Tudor. Dopo l’uscita a vuoto dopo Lazio-Salernitana, lo spagnolo ne combina un’altra delle sue e viene escluso dalla sfida. Un plauso va fatto al tecnico croato, che decide di escludere il centrocampista ex Liverpool dalla lista dei convocati e lasciarlo a casa. Indiscrezioni raccontano di un Luis Alberto che è finalmente uscito allo scoperto: sul tavolo c’è un’offerta molto ricca dal Qatar per lui. Il centrocampista spagnolo, però, dovrebbe ricordarsi che circa dieci mesi fa, grazie ad un altro dei suoi ‘colpi di testa’, ha ottenuto un nuovo contratto con adeguamento. E che è dunque è sotto contratto con la Lazio. Motivo per il quale deve mettersi a disposizione della squadra e dell’allenatore e mantenere un comportamento da professionista. Al contrario, se davvero l’Al Duhail è pronto a strapparlo ai biancocelesti con un super contratto, Luis Alberto convinca il club qatariota ad accettare le condizioni della Lazio per la cessione e mettere sul piatto un’offerta convincente. Per chiudere definitivamente una storia logorante, che danneggia la squadra e i tifosi. Perché, come dice Tudor, serve gente “che ci tiene” e l’esempio della Banda Maestrelli non può che essere quello perfetto per identificare lo spirito che i calciatori biancocelesti devono incarnare…

    CHE TESORO! - Dalle situazioni difficili possono nascere opportunità. L’infortunio di Provedel aveva allarmato tutti, eppure la Lazio si è ritrovata tra le mani un vero e proprio gioiello. Christos Mandas fornisce un’altra prestazione da 8 in pagella salvando i biancocelesti da quella che sarebbe stata una clamorosa sconfitta. Il portierino greco sfodera un’altra prova incredibile, negando le reti prima a Caputo, poi a Shpendi e infine a Cacace con interventi decisivi che consentono alla Lazio di portare a casa i tre punti. I capitolini si trovano tra le mani un vero e proprio tesoro in vista del mercato estivo, con due portieri che hanno dimostrato di poter ricoprire egregiamente il ruolo di titolare della squadra di Tudor. Partita dopo partita, il valore di Mandas aumenta, così come i milioni che servirebbero per strapparlo alla Lazio. Un’ottima notizia per il club biancoceleste, che potrà valutare attentamente la strategia sul mercato della prossima estate in caso di offerte per l’ex OFI Creta o per Provedel.

    INVOLUZIONE - Sulla vittoria che porta la Lazio a ridosso di Atalanta e Roma c’è la firma, o meglio i guantoni, di Mandas. Qualcuno potrebbe definirlo parte del gioco e della squadra, ma resta agli occhi degli oltre 60 mila presenti all’Olimpico per il match contro l’Empoli l’ennesima prova opaca di una squadra che rispetto alla gestione Sarri sta mostrando qualche passo indietro dal punto di vista del gioco e della fluidità della manovra. Dal centrocampo in avanti, tra i titolari l’unico a brillare è ancora Mattia Zaccagni, il solo in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica, mentre questa volta i cambi sono decisivi con il gol di Vecino che chiude i conti. La Lazio, però, deve ringraziare Mandas e la mira sballata degli attaccanti dell’Empoli, che hanno diverse chance per andare in rete ma le falliscono, prima di subire le due reti, una per tempo, che regalano i tre punti alla squadra di Tudor. Il tecnico croato sta certamente lavorando sodo e ha bisogno di tempo per trasmettere le sue idee, ma l’impressione è che gli anni di Sarri siano stati già cancellati e di quella squadra che ha conquistato prima il secondo posto in campionato e poi gli ottavi di finale di Champions League con un calcio spumeggiante resta ben poco, con il tempo e la nuova stagione che porteranno via anche le ultime tracce.

    BUGIA… - “Se uno ti chiede cosa migliorare, credo sia giusto far notare che si è primi” e poi “Io in queste nove gare non ricordo tante paratone sulle quali il nostro portiere ci ha salvato”. I risultati finora certamente sono dalla sua, ma con un’analisi più lucida Igor Tudor si accorgerebbe che i segnali di involuzione erano arrivati già nelle scorse gare. Lo stesso Mandas ha salvato il risultato contro il Verona con un intervento super nel finale, sul risultato di 1-0, mentre la scorsa settimana il Monza ha sprecato diverse occasioni prima dei gol della Lazio e di punire i biancocelesti con la doppietta di Djuric, che ha negato i tre punti ai suoi. Due gare che sarebbero potute finire con bel altri risultati. Questa squadra va migliorata eccome, e in tutti i reparti, eccezion fatta per la porta, dalla difesa che continua a soffrire all’attacco, a secco anche oggi, passando dal centrocampo dove sono diversi i rebus in vista della prossima stagione. Se l’idea del tecnico è questa, lo scenario non appare dei migliori… La prossima sessione di mercato sarà decisiva per gli anni a venire e serviranno investimenti mirati per rinforzare un organico che ha dimostrato varie lacune, molto spesso evidenti sia in difesa che in fase di finalizzazione. Che l’addio di Sarri avrebbe pesato, e non poco, sul futuro e la costruzione della squadra si sapeva, ma dopo l’Empoli è forse arrivata la definitiva conferma. I tempi di un tecnico capace di imporre le proprie idee, o almeno provarci e chiarirlo pubblicamente, sembrano essere già un lontano ricordo. Un segnale che non può assolutamente far felici i tifosi della Lazio…

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