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    Laziomania: Immobile-Cairo, quante squallide figure

    Laziomania: Immobile-Cairo, quante squallide figure

    • Luca Capriotti

    Malessere speciale, mi riesce difficile commentare Lazio-Torino. Pensavo fosse difficile chiudere peggio di una Champions mancata, un derby perso. Ma Auf Wiedersehen, c'è di peggio. Con tutto il bene per il Benevento e per Pippo Inzaghi, questa partita per la Lazio era molto altro. Mesi ad ingoiare prime pagine, la parola radiazione, retrocessione, in quel grande bluff che è poi diventata la squalifica annuale di Lotito Claudio. Mi riesce difficile commentare il Cuccuruccu finale del mandante, che è stato portato di peso via, che ha insultato Ciro Immobile davanti allo spogliatoio, e gli ha dato pacatamente del Giuda (semplifico, ovviamente) senza rinnegare niente. Il suo Toro ha sofferto le pene dell'inferno, è rimasto in A grazie ad un rigore sul palo di Immobile, un gol annullato senza motivo allo stesso Ciro (Fabbri, per favore, Fabbri), altri due rigori non concessi (Fabbri, dai Fabbri, sempre Fabbri). La Lazio non è riuscita ad affossare un Torino veramente sballato, fragile, emotivamente distrutto. Ci ha messo tensione, voglia, rabbia: sarebbe stato bello vedere tutte queste cose in alcune altre partite chiave. Vado a memoria, Napoli, un paio di uscite a vuoto veramente pessime (tutti sappiamo quali), infine il derby. L'essere speciale, alla fine, ha esultato nel nostro stadio. E questo i tifosi della Lazio potrebbero avere grande difficoltà a perdonarlo: mercato sbagliato, fuori dai posti Champions, derby perso al ritorno, rinnovo di Inzaghi ancora non firmato. Ma farlo esultare nel nostro stadio, dopo tutte quelle prime pagine, dopo tutto quello che abbiamo letto, subito, sopportato. Questo è davvero imperdonabile.

    BILANCIO FINALMENTE - Alla fine questo ci porta al bilancio: questa partita è finalmente il momento di discutere, io e te che hai difeso questo mercato fino ad oggi. Nessuno degli acquisti che oggi erano in campo ha avuto una stagione decente: spero che ritorni presto l'era di un mercato decoroso. Perché questo non lo è stato. Muriqi oggi nemmeno gioca malaccio, ma ci rendiamo conto che chiuderà questa stagione con 1 gol in campionato e una manata in faccia di Bremer nemmeno sanzionata dall'arbitro? Ha lottato, ha carattere, ma questo basta? Questo basta se vogliamo farlo diventare un nostro amico del calcetto del lunedì sera, ma non per la Champions. Serviva altro, ora tiriamo questa linea definitiva: in questa squadra si salvano in 6-7. Il resto dei titolari non sono da Champions. Tutta la panchina non lo è, non lo è stata, è stata deludente o controproducente. E in campo oggi lo ha dimostrato: Akpa avrebbe avuto difficoltà a giocare in questo Torino (almeno Rincon ha fatto innervosire Luis Alberto da avversario, non da compagno di squadra); Muriqi per favore; Fares ancora una volta è l'ennesimo buco nell'acqua. Sostituire Lulic sta diventando una meccanica divina, trovare giustificazioni per le ultime sessioni di mercato di Igli Tare, anche. Come abbiamo fatto a trasformare la stagione storica del ritorno in Champions in queste borse sotto gli occhi?

    NO TIME, NO SPACE - Mi farebbe piacere pensare che questa Serie A sia stata dignitosa, ma spostare questa partita fino a qui non è stato un bel segnale, apre una questione di trasparenza ineludibile: è davvero giusto che il Torino si sia salvato così? Al netto della partita, al netto di Fabbri (Fabbri basta, per favore Fabbri, l'arbitraggio contemporaneo mi butta giù), è stato trasparente spostare così in là questa partita così importante? Decidere una retrocessione con questa gara, per cui ci sono voluti almeno due gradi giudizio anche solo per farli scendere in campo? Sul nostro essere speciale, sul nostro furibondo insultatore seriale, i suoi fallimenti tecnici sono talmente evidenti che meglio sorvolarli, pensiamo alla Lazio, archiviamo questa partita. Ma una cosa dobbiamo dirla: pensare che la Lazio non se la sarebbe giocata alla morte, pensare che avrebbe regalato punti, è forse il peggior insulto. Dopo tutto quello che abbiamo passato. Sarà l'abitudine alla voce del padrone che ordina e gli altri fanno, ma con Lotito non funziona così. Vabbé, fine pistolotto sulla trasparenza (chi segue il calcio, sa che è un concetto complicato per questa povera patria, over and over again): non credo che questa partita sposterà molto sullo scacchiere che conta, quello del futuro della Lazio. Il futuro di Inzaghi, il centro di gravità permanente, il futuro di questo gruppo si dovrà decidere in pochi giorni. Il resto lasciamolo stare. Per quello che si è visto nel post partita, per quello che si è visto su alcune prime pagine, quante squallide figure che attraverso il paese. Il resto penso lo ricordiate. 
     


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