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    Laziomania: Lazio, ma che diamine ti succede?

    Laziomania: Lazio, ma che diamine ti succede?

    • Luca Capriotti
    Lazio, ma che succede? Probabilmente la sorpresa maggiore, rimasta negli occhi dopo la partita con la Dinamo Kiev, sta nell'atteggiamento passivo, strascinato della Lazio nell'occasione dei due pesantissimi gol subiti. Due gol che a Kiev rischiano di pesare come un macigno. Come un macigno pesavano forse i pensieri, le forze mentali. La Lazio non riesce ad imprimire un ritmo mentale all'incontro che è nel suo DNA, e questo spaventa, così vicino alla metà, nel punto più importante della stagione. 

    Lazio, ma che diamine ti succede? Le tue stelle brillano a intermittenza: sono bastate poche giocate verticali per mettere in crisi una Dinamo certo volenterosa, ben messa in campo, ma priva di grandi potenzialità, di grandi nomi, di giocatori tecnicamente in grado di fare la differenza. Eppure nei due gol hanno esploso, due tra i maggiori talenti, grandi  giocate individuali nella totale passività del reparto arretrato biancoceleste. Che si è lasciato impallinare, quando doveva controllare, bucare, quando doveva semplicemente reggere botta. La Dinamo era venuta sorniona, chiusa, senza grande aggressività. Gran fisico, corsa, ordine, ma poco altro. Eppure la Lazio ha faticato enormemente a trovare spazi, svegliata solo dal gol subito. Come se non avesse più benzina per mettere in moto l'orchestra, che, come un carillon rotto, non riesce che a strappare un flebile rumoraccio dai suoi meccanismi, un tempo sinfonici. Qualcosa si sta logorando: alla lunga i risultati grigi, gli eventi storti, rischiano di minare certezze e giocatori-chiave. Milinkovic da qualche tempo è opaco: Inzaghi, piazzalo in panchina. Un po' di forze, riflessioni gli faranno bene, perché la Lazio non ha bisogno di questo tristo arruffone, ma di qualcosa di più, e meglio. Ha bisogno del suo strapotere, per tornare a dominare. 

    Immobile è tornato a segnare sempre ma intorno a lui qualcosa non gira a dovere: come se una sorta di torpore, di sonnolenza, di stanchezza mentale impedisse alla squadra di avere un atteggiamento su di giri, in quarta, sfrenato. Quello stesso immenso e violento sfondare tutte le resistenze altrui: ecco cosa manca. Manca la super Lazio, e Inzaghi deve dare una grossa sterzata, prima di finire impantanato. Altro che buche di Roma, qui si rischia di sfaldarsi, sfasciarsi, perdersi una stagione che ha tutto per essere speciale, e si sta ammosciando. Si rischia di diventare piccoli piccoli, e nessuno lo vuole: che succede? Mamma, mi si sta rimpicciolendo la Lazio. ora, per farla tornare grande, Cagliari, domenica, rischia di essere crocevia fondamentale. Poi Kiev, di nuovo Dinamo. In 180' si può crescere e andare ancora avanti, o restringersi, rimpicciolirsi, farsi dominare dal destino. Ah, mister: se necessario, devi avere la forza di cambiare modulo, idee, atteggiamenti. Era la forza della tua Lazio dello scorso anno, non può essere del tutto scomparsa. Se serve, cambiare non è un male. Se aiuta a rimanere in alto, a rimanere grandi, a superare tutto quello che sta succedendo alla Lazio, allora bisogna farlo, e in fretta. Per tornare grandi, forse anche certe presunzioni, finora sopportate, devono farsi piccole. E stavolta il riferimento non è al mister. 

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