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Laziomania: la santa Firma
Ci ha regalato un tabellone doppio, uno in apparenza semplice, con le squadre di maggior smalto, uno proibitivo, con i vecchi commendadori del calcio. Ci ha regalato la buona prestazione dell'Italia contro il Belgio, e quella pessima, accusata di "biscotto", proprio contro quelli che volevano rimanere nell'Unione Europea (al contrario del Galles, per dire).
L'estate biancoceleste ricalca l'Europeo, con una qualche suggestione clamorosa. Già, l'arrivo di Bielsa, sono iniziate processioni notturne per pregare sulla sua santa Firma, fa rima con un tentativo societario, a tutti i suoi livelli, di provare a ricostruire. Perfino la parte più calda del tifo biancoceleste, che in massa ha disertato lo stadio anche per altre cause (barriere, controlli, e tutto il baraccone), ammette che lo sforzo che si sta facendo potrebbe essere importante (terza stazione. Prende la penna per firmare), ma pensa al mercato. Ora, nel giorno dei santi Pietro e Paolo la società ha organizzato una grande festa, con cena annessa, per tutti i tifosi. San Paolo, proprio quello folgorato sulla via di Damasco, come tutti qui, folgorati sulla via del Loco. E San Pietro. Proprio quello del "Prima che il gallo canti tre volte, mi tradirai". E tutti in processione a sperare che questa volta il gallo, bontà sua, non canti.