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Laziomania, resa dei conti verso Milan e Bayern: cosa c'è dietro agli sfoghi di Sarri e Luis Alberto
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MERCATO E CILINDRATA - Senza peli sulla lingua. Maurizio Sarri non è mai stato un uomo dalle mezze misure. E ancora una volta si è dimostrato tale. Dopo il KO di Firenze, l'allenatore della Lazio ha inviato un messaggio forte e chiaro a società e ambiente, seppur con obiettivi diversi. "Ognuno si prenda le sue responsabilità. La società a luglio è stata chiara su chi faceva il mercato - ha dichiarato sul tema mercato -. Se io chiedo A e tu mi fai scegliere tra C e D è abbastanza chiaro". Il toscano è poi stato categorico: "Non siamo attrezzati al completo per fare 4 competizioni". Per buona pace della società, che attraverso le dichiarazioni rilasciate a più riprese ha sempre giudicato la squadra in grado di competere per un posto nella prossima Champions League. Il tema è sempre lo stesso: non giudica questa rosa in grado di competere per i primi quattro posti e dunque replicare l'ingresso nella massima competizione europea per club, un obiettivo considerato fuori dalla portata dei biancocelesti. Lecito sognare, soprattutto dopo il secondo posto dello scorso anno e gli ottavi di quest’anno, ma la realtà dimostra che Maurizio Sarri ha ragione: questa Lazio non è in grado di gestire quattro competizioni e affrontarle tutte in modo adeguato, con il tecnico costretto a schierare gli stessi ogni tre giorni.
DI CHI È LA COLPA? - "Anche da zoppi si può fare meglio di questa sera". Niente alibi. La prestazione della Lazio a Firenze è stata sconcertante. Mai in grado di creare pericoli, se non in occasione del gol, mai in partita e capace di rispondere all'avversario. Sarri e squadra non sono esenti da colpe, tutt'altro. Per i calciatori impossibile trovare giustificazioni dopo una prova del genere. I protagonisti in campo non hanno avuto alcuna reazione d'orgoglio, il tecnico non cambia mai e poi mai uno spartito che è sempre le stesso, sia quando vince che quando perde. Ma resta primario l'aspetto legato alle scelte forzate, alla luce di infortuni e squalifiche, si riflettono sul risultato in campo. Ma quella di Firenze è anche e soprattutto una squadra scarica "devastata mentalmente", come ha spiegato Sarri. La Lazio conferma ancora una volta di non saper sfruttare le chances per il salto di qualità. Le prestazioni di alcuni singoli sono difficilmente giudicabili ed evidenziano ancora una volta gli errori commessi in sede di mercato in estate e confermati nella sessione di gennaio, quando non è arrivato nessuno. Sarri non ci sta e, lo si sa, l'allenatore è sempre il primo a cui addossare le colpe nei momenti bui e colui che spesso paga in questi casi. Questa volta, però, il tecnico toscano punta il dito contro la società e lo fa pubblicamente, sottolineando le difficoltà di una squadra costruita evidentemente non in modo corretto e coerente per affrontare una stagione che si sapeva avrebbe portato via tante energie fisiche e mentali con la impegnata la squadra su più fronti.
LA STOCCATA DI LUIS - Prima il bacio alla maglia dopo il gol. Poi le frecciate con le parole. Luis Alberto ci mette la faccia e ammette: "Non siamo stati all'altezza della partita, la nostra gente che non merita questa Lazio". Parole a cui devono dare seguito i fatti, a partire già dalla sfida contro il Milan di venerdì, prima della trasferta di Monaco di Baviera in programma tra una settimana. Ma accanto alle dichiarazioni da leader nei confronti dei tifosi, salta all'occhio la stoccata dello spagnolo a qualche compagno di squadra: "Dobbiamo parlare meno e allenarci di più". Dichiarazioni che arrivano in un momento cruciale della stagione della Lazio e che non passano di certo inosservate. Ora, però, bisognerà capire da che parte sta lo spogliatoio e quale sarà la reazione alla brutta figura di Firenze - non la prima se pensiamo a Lecce e Salerno, oltre a Rotterdam in Champions - e alle parole di un personalità molto forte nelle stanze di Formello come quella di Luis Alberto.
RIMONTE SUBITE - 16 punti buttati via. Proprio così. È questo il dato relativo alle rimonte subite dalla Lazio in questa stagione in campionato, a fronte di una sola gara ribaltata, contro il Frosinone. Inoltre la Lazio ha sempre perso quando è andata sotto fuori casa. L'ennesimo dato che conferma la fragilità di una squadra che forse più mentalmente che tecnicamente ha dimostrato ancora una volta di non essere a certi livelli. E arrivati a marzo, nel momento decisivo della stagione, serve davvero una svolta per cambiare un finale che sembra già scritto e non fa presagire nulla di buono.
PARADOSSO - Uscire dalla Champions League per… tornare in Champions League. Ancora una volta si ripropone questo dilemma, diventato un grande classico della Lazio da almeno tre lustri. La Lazio dimostra un fatica immane dal punto di vista della continuità e in particolare sotto l'aspetto mentale preoccupante. Sotto la gestione Sarri, così come quelle precedenti, la formazione biancoceleste ha dimostrato di poter accelerare in campionato e scalare la classifica solo quando è uscita dalle coppe europee, con l'obiettivo di ritornarci. Un vero e proprio paradosso, che nasce da una rosa non all'altezza, che non consente all'allenatore di poter scegliere con più tranquillità ma doversi affidare ai soliti noti ogni tre giorni, pagando di conseguenza i fattori legati ad infortuni, squalifiche e soprattutto stanchezza mentale e fisica. E con Milan e Bayern Monaco all'orizzonte, il tema è sempre più all'ordine del giorno. È il momento di reagire, è il momento della resa dei conti. "A ognuno le proprie responsabilità". Tutti per un solo obiettivo, mettendo da parte l'io e imparando dagli errori, ma questa volta davvero e definitivamente, per il bene della Lazio e dei suoi tifosi.