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    Laziomania: la prima vera lezione di Sarri (anche su Luis Alberto)

    Laziomania: la prima vera lezione di Sarri (anche su Luis Alberto)

    • Luca Capriotti
    Nel nome della bellezza. Arriva il Sarrismo, ed arriva subito la prima lezione. Ma non immaginatevi un professorino: questo Maurizio Sarri è uno che la gente si ferma ad ascoltare sotto gli alberi, uno di quelli che attrae per natura. Se Mourinho cita Marco Aurelio, questo Sarri è una specie di Giovanni Battista: predica nel deserto arido dei risultatisti uno stile di calcio diverso. Perché è competente, perché ne sa, perché si è sporcato le mani. E perché è trasparente, chiaro, carismatico in un modo unico, speciale, un angolo dietro il quale può esserci di tutto ma è un angolo. Spigoloso, vero, un piacere sentirlo, questo è un vero piacere. Pronti via, dopo il dribbling sul confronto di Mourinho, spirito di sacrificio, fame, calcio di padronanza, predominio sulla partita: le parole chiave del suo calcio. Il calcio di Sarri: è arrivato il Sarrismo.

    SU IMMOBILE PORTATE A CASA - Su Immobile poi, vi inviterei a rileggere i commenti, i tweet, tutto quello che avete detto e paragonarlo a quello che ha detto live una persona competente. Vi inviterei poi a rivalutare la vostra capacità di valutazione del calcio, se possibile facendo anche un po' di sana ed intelligente autocritica. Il giudizio di Sarri, spero che possiamo concordare che sia uno che il calcio lo mastica più di noi, è sacro su Ciro Immobile: sta facendo bene, la difesa l'ha già impostata Mancini, Sarri rilancia. E fuga anche tutti i dubbi sull'eventuale importanza di Immobile nella Lazio del futuro - che solo un folle poteva ipotizzare minoritario, o fallimentare con il nuovo mister: nel 4-3-3, o qualsiasi modulo ("probabilmente sono un integralista, ditemi voi di che modulo") decida di utilizzare Sarri, Ciro ci sarà. E sarà al centro. Che è quello che conta per farlo giocare, segnare, per farlo divertire, un altro mantra sarrista, ripetuto più volte. Divertimento: in molti lo citano nel calcio, in pochi lo hanno suscitato in maniera così spudoratamente genuina come ha saputo fare Maurizio Sarri.

    IL TEMA LUIS ALBERTO - Sul modulo scusatemi, vi devo un attimo rimettere in riga: non so se avete avuto modo di cogliere quanto calcio ha messo giù parlando delle corse delle mezzale, dell'importanza e della centralità del terzetto dei centrocampisti della Lazio (Luis Alberto, Leiva, Milinkovic-Savic), che non devono essere sacrificati. E qui entriamo sul grande tema del giorno: Luis Alberto. La società lo ha coperto, ha cercato di congelare il caso, ha parlato di ferie che il giocatore aveva richiesto in più. Sarri è stato categorico: Luis Alberto non si è presentato. E questo apre due tipi di problemi: uno societario, che dovrà decidere se sanzionarlo, e come, l'altro di tipo morale. Ovvero: il giocatore dovrà convincere Sarri e i compagni di stare nel giusto, di aver fatto le cose correttamente. E allora il problema morale sparirà, parola e promessa di Sarri. 

    Questo apre un grande tema: i pro societari hanno subito alzato le barricate, gli haters hanno subito suonato l'assalto sul tema Luis Alberto. Io penso che un giocatore così debba proprio per dovere professionale e morale partecipare a questo progetto Sarri. Per questo giocatore Sarri può essere un upgrade ulteriore. Mi stupisce che non ci sia voglia, da parte sua, di iniziare questa nuova avventura che tutti aspettiamo con hype e ansia. E che penso i giocatori dovrebbero ricercare e sperare e agognare con la stessa ansia. Mi sembra mortificante: se Luis Alberto pensa di poter ancora migliorare (e le persone con ambizione, di talento, dovrebbero sempre pensarla così) che cosa diamine sta combinando? E se invece pensa di aver fatto, di non voler continuare con queste persone (e non mi riferisco a Sarri, anzi come dice lui le società sono fatte proprio di persone), ha senso approcciare un'eventuale cessione in questo modo? Per me no, e spero che sia solo il suo solito malessere estivo, che gli prende ogni volta che si allontana dall'Italia e ripensa a Siviglia. Io Luis Alberto sotto Sarri me lo vorrei proprio godere. E credo che il primo a goderne sarebbe proprio lui, questo ombroso spagnolo che abbiamo imparato ad amare, temere, delizioso e fulminante. 

    FILOSOFIA SARRISTA - Questa conferenza stampa è stata pura filosofia sarrista: non nascondere i problemi sotto ad un tappeto che nel calcio moderno non esiste, ma parlarne con chiarezza, apertura, tranquillità e decisione. Questo è Sarri, faremo bene ad impararlo. Sarri è uno che quando parla di calcio si deve ascoltare. Sarri è uno che quando fa calcio alla lunga ci troveremo ad ammirare. Sarri è uno che ha un rapporto anti-moderno col tempo: sa di averne poco, sa che ne ha bisogno, ma lo connette anche alla capacità di assorbire la sua filosofia. Ha usato questo termine, filosofia: il calcio non si fa dando il pallone ad A o a B, ma si fa portando un'idea di gioco, un'idea forte che sappia convincere, ammaliare, affascinare la squadra, l'ambiente, tutti quelli che stanno a guardare. Ed è questo Sarri: il fascino di idee che sanno però di fango, campi piccoli, catini di provincia, di sana applicazione continuativa, fatica, sforzo. Nel nome delle bellezza. Tutto nel nome della bellezza. 

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