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    Laziomania: la Lazio vi starà addosso fino all'ultimo secondo possibile

    Laziomania: la Lazio vi starà addosso fino all'ultimo secondo possibile

    • Luca Capriotti
    Sempre la stessa Lazio, sempre con la stessa forza, gli stessi difetti, la stessa capacità di soffrire. Sempre la stessa Lazio, sempre lì: -3 punti dal quarto posto, a 7 giorni dalla sfida Champions con l'Atalanta. Quello per il quarto posto è un gruppo compatto da ciclismo, su una salita, un Blockhaus cieco, duro, faticosa. Si gioca sui nervi, sulla fatica, sul coraggio. Una questione di cuore. 

    Questa Lazio sa soffrire e fa soffrire maledettamente. Si sistema la partita ancora grazie ad un colossale Caicedo, che sta sostituendo un inceppato Immobile (traversa-linea da macumba). Poi riesce a complicarsela, in pieno stile biancoceleste: il gol di Quagliarella è fortuito, il palo di Murru (che segue quello di Romulo), l'ennesima ruga o ciocca di capelli bianchi per appassionati e tifosi. Questo quarto posto, è bene dircelo, tra di noi, ci sta costando più stress di obiettivi personali, pranzi con le suocere e pomeriggi alle feste di bambini: la Lazio sembrava essersi sfilata, quasi voleva autorizzarci ad andare al mare. 

    Caicedo continua a far capire che è un giocatore che serve, eccome, altro che mare. Tiene palla, è di sostanza, fa gol importantissimi, "è amato da tutti nello spogliatoio", come dice Inzaghi. Questo è un attaccante che forse lascerà la Lazio, ma sta tenendo in piedi la squadra, è la stampella di Inzaghi. Nel 2019 è il giocatore della Lazio che ha segnato di più: continua a dare ragione ad Inzaghi che ne ha preteso la conferma. Avevo dei dubbi su di lui, non salgo sul carro dei suoi incensatori: l'unica cosa che posso dire è che mi ha fatto ricredere di brutto. 

    Lazio che si addormenta, come sempre, la solita ronfata, il solito problemaccio della testa, della concentrazione. Mi sto sempre più convincendo che una parte del gruppo sia di gran qualità, un'altra parte probabilmente va destrutturata, va rimossa, perché ha qualcosa di strano nella testa. Incapacità di gestione, incapacità di mantenere altissimi livelli di mentalità e cattiveria. Mi sto convincendo che la colpa sia dei senatori, e invece giocano una gran partita contro la Samp, di sacrificio. Allora cambio, penso che sia colpa di un po' di presunzione, proprio di quelli più tecnici. Poi abbattono il Milan e la Samp in una settimana durissima, faticosa. Lo voglio dire: beato chi la capisce, questa Lazio. Una questione di (mal di) cuore.

    Per la Lazio è durissima, diciamocelo subito: arrivare quarti sarebbe un'impresa incredibile, per la caratura e il numero delle avversarie, per il ritardo accumulato e le poche giornate alla fine. Le vittorie delle altre diventano romanzo, quelle della Lazio a volte sembrano cronaca: contro la Samp la partita era durissima, e sono 3 punti pesanti. Curva dopo curva, curvi sui punti raccolti, senza perderne altri: è l'unico modo giusto di procedere, da ora in poi. 

    E niente, voi che avete preso la macchina e siete già in direzione spiaggia, Ostia, Fregene, vi conviene mettere le quattro frecce e attendere ancora: maggio sarà un mese ad alta tensione, la finale di Coppa Italia sarà solo la ciliegina sulla torta di quello che sembra il nostro destino, il destino della Lazio. Un lunga, stressante, asfissiante salita da ciclismo, pressati in un gruppo compatto, tutti vicini. Sempre la Lazio, sempre la stessa Lazio, sempre lì. Si gioca sui nervi, sulla fatica, sul coraggio: l'unica cosa che posso dire è che mi sta appassionando di brutto la squadra di Inzaghi, come ogni anno. Perché alla fine è una questione di cuore, anche questa infinita salita Champions. Con una certezza: voi che volete la volata, sappiatelo. La Lazio vi starà addosso fino all'ultimo secondo possibile. 

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