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    Laziomania: questa la Lazio ha per ora il peggiore difetto, annoia da morire

    Laziomania: questa la Lazio ha per ora il peggiore difetto, annoia da morire

    • Luca Capriotti
    La Lazio perde male la prima in casa contro il Genoa neopromosso, l’inizio è stato brutto. Quasi viene da rimpiangere l’estate pura, il mercato ancora da avviare, il ritardo accumulato che si ripercuote pure su questi primi minuti di Serie A. Ok, partita diversa da Lecce, ma per replicare Lecce ci voleva un maestro dell’horror vacui. Ora Sarri può finalmente parlare di calendario, visto che la sua squadra ha brillantemente perso le prime due e si accinge alle ferali trasferte di cui ha chiesto conto all’amico statistico. Ma sapete il difetto capitale di questa Lazio 2023/24? Annoia parecchio.

    LA NOIA - Se Lukaku non avrà di certo molto apprezzato la sconfitta giallorossa col Verona, non è che Guendouzi (se veramente è così nervoso come si dice) si sia stropicciato gli occhi. Il primo tempo della squadra di Sarri non è solo esteticamente brutto davvero, ma è noioso. E nella ripresa, pur con qualche volontà tangibile, pur mettendoli in difficoltà, il tasso di noia non si abbassa tanto. Mi chiedo: cosa rende noiosa questa squadra? Allora, le vedove di Milinkovic Savic esultino: le soluzioni aeree, la visione e l’immensa qualità tecnica del serbo tendenzialmente sono antidoci efficaci contro la noia. Kamada per ora è una bella camomilla, è in rodaggio e si vede. Tempo al tempo, siamo all’inizio, ripetiamolo tutti insieme: ci vorrà tempo per vedere la Lazio 3.0 di Sarri. Diciamolo: quando Sarri chiedeva i Berardi e gli Zielinski pronti cotti via, non era scemo. Il rodaggio è necessario, dai nuovi non dovremmo aspettarci faville, per ora. Qualcosa di meglio sì. Sapete però chi mi annoia davvero? L’attacco. Felipe Anderson in vacanza non ha ricaricato la batteria, l’ha fusa, esaurita, sfinita. Sembra uno che si trascina. Dall’altra parte Zaccagni contribuisce generosamente a riempire la statistica dei dribbling non riusciti. Meglio nella ripresa, ma stiamo sempre sollevando l’asticella verso la decenza. Talmente tante volte non gli riesce, ‘sto benedetto dribbling nel primo tempo, che viene da chiedersi se sia davvero lui, o che ne so, Felipe Anderson che si è spostato dalla sua parte. Una pena, francamente, là davanti. Su Immobile poco da dire: ci sono partite in cui sembra allenato da Mancini in nazionale. Quando ancora non prendeva vagonate di milioni, ferito ancora dalla sfiducia graviniana. Castellanos sembra più in palla, ma diciamolo sottovoce, non turbiamo lo spogliatoio.

    SARRI E LE SUE COLPE - Francamente, sin dalle amichevoli si vedeva maluccio questa Lazio, ma ci eravamo detti: i carichi, i nuovi devono integrarsi, non ci sono minuti nelle gambe. Forse però lavorare un pochino meglio, per presentarsi almeno con dignità all’inizio del campionato potrebbe essere un buon proposito per il 2024. Forse delegittimare le prime due spiluccando le statistiche sulle trasferte big non è stata una grande mossa. Ancora di più, continuare ad insistere su chi sembra veramente poco lucido. Ok, Isaksen non sta proprio rubando la scena, però sembra comunque più voglioso di questo Felipe che sembra abbia lavorato tutto l’estate in miniera. Lazzari a destra ha raggiunto dei picchi di errori nelle scelte e scelleratezze varie abbastanza criminoso da pensare di metterci qualcun altro: Gilardino dava l’impressione di aver costruito varie gabbie, su tutti meno che su Lazzari. Guardando alle scelte fatte dal terzino, facile immaginare i ragionamenti avversari. Difficilmente ne prende una. Peccato. Il calcio è pure uno sport neuronale, per chi ne fa uso. Sarri ad oggi ci ha regalato il peggio: la speranza è che la costruzione della stagione e della squadra e della compattezza passi pure qui, dalle forche caudine costruite da un Retegui qualunque. Mica come Castellanos, altra pasta rispetto a Sanabria.

    I RICCI E I NODI - Mentre il nostro starà evidentemente ancora ridacchiando della sua facezia sui ricci negli spaghetti, la sua Lazio, migliorata nella rosa, perde con gli 11 peggiorati. Potenza dei 90’, quelli in cui ci siamo goduti un centrocampista colossale, salutato velocemente, sostituito bene, ma comunque insostituibile. Sarri e Luis Alberto ci hanno detto che Kamada è forte, per ora è fuori forma. E non è l’unico. Non è solo un problema fisico (ma forse bisognerebbe presentarsi in condizioni migliori, vero Felipe Anderson?) ma anche di quadratura. I nuovi, è evidente, hanno bisogno di tempo. Sottovoce, senza farmi troppo notare, vorrei solo sottolineare che, quando si diceva al Pres che era in ritardo, effettivamente lo era. Conosciamo i nostri Sarri: ha i suoi metodi di insegnamento, i suoi schemi, ci mette tanto ad inserire i giocatori come dice lui stesso. E allora, cribbio, perché gli sono arrivati e gli stanno arrivando tutti dopo il ritiro? Da una parte, ora ci sarà Napoli e poi una sosta. Non focalizziamoci sul valore delle avversarie: in questo momento serve testa, cuore, forza mentale, perché le gambe girano poco, i nuovi hanno bisogno di tempo (la sosta aiuterà, ma qui si parla di un paio di mesi, dobbiamo essere onesti, per entrare 100% negli schemi) e allora bisogna metterci altro. Per inciso, devono mettercelo i senatori, i big. Luis Alberto ci ha già messo la faccia, lo ha detto benissimo, e per inciso è uno dei pochi che si è salvato in una partita volenterosa, ma caotica. Va detto: ogni partita qui può essere un disastro o una clamorosa rinascita, non conta chi si ha davanti. Siamo all'inizio, ripetiamolo insieme. Per tutti.

    Ora, i nodi sono venuti subito al pettine, ma meglio così: io posso ironizzare su questa squadra e su questo avvio, ma se vi dicono che la Lazialitá sta sparendo, o se vi annunciano che è tutto finito, la stagione è già rovinata, occhio. Di solito chi lo fa o ha qualche interesse, o si è fatto un po' troppo prendere dallo sconforto. Mancano acquisti, giorni di mercato, e soprattutto è appena iniziata. Male, nel segno del brutto e della noia. Ma siamo solo all’inizio. Suona un po' minaccioso? Rimane comunque vero.

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