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Laziomania: presa a pallonate la Roma
I BIG DEVONO SALIRE IN CATTEDRA - Luis Alberto fa un ottimo secondo tempo, ma i big - aggiungo Milinkovic e Immobile - devono salire in cattedra in queste partite. Zaniolo man of the match - anche se ha giocato una gran partita - magari non sarà proprio un riconoscimento del tutto strameritato - intervento durissimo su Luiz Felipe da rosso diretto, graziato per divina misericordia insensata - ma è sintomatico del fatto che Milinkovic in cattedra del tutto non ci sia salito. Intendiamoci: ha fatto tante cose da Milinkovic. E a tratti mi ha fatto veramente strabuzzare gli occhi - quando controlla il pallone ad altezze siderali di petto fa una cosa di cui è uno dei pochi portatori nel mondo - ma non ha deciso, non si è innalzato di una spanna sopra tutti. Luis Alberto nel secondo tempo pareggia il match e cresce molto, sembra quasi quello di due anni fa. Ma quel quasi fa tutta la differenza nel mondo: sulla trequarti l'impressione che la Lazio sbagli delle scelte, che sia imprecisa, che a volte non sia decisa quanto deve resta. Insieme all'amaro in bocca: anche perché Fonseca - oltre ad aver avuto un derby da macumba dalla sua - qualche scelta l'ha pure azzeccata.
LE SCELTE DEI MISTER - Inzaghi come sempre non ha cambiato molto: Leiva all'esordio stagionale fa la sua solita partita elevata, ma ha avuto un serio problema di sovraffollamento dalle sue parti. Zaniolo + Kluivert + Under spesso stringevano tutti intorno a lui, e questa mossa di Fonseca ha costretto Inzaghi - già con un cambio in meno, unito al fallo di mano - a mettere dentro un pimpante Parolo - anche per lui un bel legno. Un cambio da discutere: Milinkovic a mezzo servizio impegnava comunque sempre la Roma, ed è il tipo di giocatore da togliere il meno possibile. Se non costretto. Se non spaventato. Fonseca ha costretto Inzaghi ad inseguirlo sul campo dell'aggressività e della stasi, quando il mister biancoceleste aveva in testa altre idee, inizialmente. Invece ha scelto di cambiare per adattarsi. Detto tra i denti, l'allenatore giallorosso sembra preparato e sveglio, e questo aumenta i rimpianti: al ritorno difficilmente la Roma sembrerà così tanto un cantiere aperto. La Lazio ha dalla sua una certezza: è forte, veramente. Forse è davvero un anno zero: il carattere c'è, il gioco pure. L'ultimo giorno di mercato potrebbe regalare qualcosina, ma ne dubito. Il regalo la Lazio deve farselo da sola. Senza contare sulla fortuna, a quanto pare.