Laziomania: la bellezza resta
Comunque vada, sarà un successo, sembra urlare la Curva Nord ad inizio partita. Preziosa, forte, elegante, si veste di gala per una serata speciale, come ad un primo appuntamento. La coreografia è maestosa, i cori potenti, accompagna la Lazio per tutta la partita, pur in inferiorità numerica. Prova a dare fiato quando manca, benzina quando non ce n'è più, motivazioni quando si annebbiano. Non funziona, ma comunque sia andata, è stata un successo questa Curva. Alla fine, chiama la squadra sotto i gradoni, canta, balla con i giocatori, salta. Perché comunque sia andata, arrivare fino a qui, per questa squadra, per questo allenatore al suo primo anno in Serie A, è stato un successo. E dirlo mette l'amaro in bocca, ma va detto. Perché troppo bella era l'atmosfera, la voglia di di finale, la voglia di giocarsi un trofeo, ancora, davanti agli occhi del mondo. Comunque andranno queste partite, comunque sia andata questa finale, forse in fondo tutti dovrebbero sapere che questa Lazio la sua partita l'ha vinta. La partita dei delusi, dei depressi, degli intristiti da un anno duro da mandar giù. Inzaghi questa partita, che non era contro la Juventus, ma contro un avversario più forte, l'indifferenza, il malcontento, il disamore, l'ha vinta. Per questo, quando la Curva Nord si è mostrata in tutto il suo splendore, sembrava una dichiarazione d'amore, ancora una volta. E quando si offre tutto, alla fine, sarà amaro dirlo, può anche andare male, nel calcio come in amore. Ma comunque vada, qualcosa rimane. La bellezza resta, sempre.