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  • Laziomania:| Nessun alibi, ragazzi

    Laziomania:| Nessun alibi, ragazzi

    Come in un film già visto, la Lazio non gioca e perde il quinto derby in due stagioni, quattro in campionato e uno in Coppa Italia: il primo perso da Davide Ballardini, gli altri dall'attuale tecnico Edy Reja. L'unità cercata e trovata nell'ambiente biancoceleste è perdurata per tutta la settimana che ha preceduto la stracittadina. I tifosi si sono organizzati ed hanno preparato una coreografia maestosa: ogni sostenitore ha partecipato, chi a livello economico, chi realizzando di fatto il disegno, e chi colorando la curva con bandiere e sciarpe. L'ambiente era quello giusto: i tifosi a Formello giovedì hanno sostenuto ed incoraggiato la squadra, hanno chiesto semplicemente di vincere un derby contro una squadra, la Roma, allo sbando.

    La differenza l'ha fatta quel 'maledetto' fischio d'inizio e la traversa di Pizzarro dopo appena quattro minuti. La Lazio è finita lì. Nessun tiro in porta, una squadra apatica, deconcentrata e paurosa, sterile in attacco e disattenta in difesa, che ha lasciato campo libero ai giallorossi per tutta la gara. Un approccio imbarazzante, come se fosse un'amichevole contro una squadra di quartiere. Un solo giocatore ha interpretato il derby in maniera decente: Ledesma, il capitano, che ha provato a mantenere in piedi una squadra scesa in campo con il pannolone. Poi anche lui a fine gara ha perso la testa di fronte agli sbagli di Tagliavento: sulla punizione di Totti due romanisti erano in fuorigioco, e il dubbio rigore su Simplicio al 90' quando però la gara era già segnata.

    Non sono alibi questi. La papera di Muslera (l'ennesima) e il non gioco di Reja hanno fatto tutto, la Roma si è limitata a vincere. Il teatrino post-gara, con Lotito a lamentarsi del fantomatico disturbo di un laser, non ha fatto altro che mettere ancora di più in imbarazzo i tifosi della Lazio, anche perché, dopo aver parlato per oltre mezz'ora in tutte le tv di quella luce verde, il presidente non è andato neppure a fondo alla questione rinunciando al ricorso. E' vergognoso perdere un derby senza nemmeno averlo giocato, senza rendersi conto che la Lazio è solo dei tifosi che la seguono e sostengono da sempre, e che dietro agli atleti - che per la quinta volta sono scesi in campo privi di orgoglio, pavidi e senza carattere - c'è una dirigenza incapace di trasmettere il valore di questi colori e l'appartenenza ad una società storica come la Lazio.

    Non ci sono scuse, se non quelle tardive della squadra per bocca di Tommaso Rocchi, che nemmeno era in campo. E i tifosi delusi non accettano l'ennesima sconfitta, non accettano che una squadra che per tutto il campionato è stata nelle prime posizioni perda e regali sistematicamente punti ai rivali di sempre, nonché rivali di una qualificazione in Champions che ora sembra più difficile. La Lazio dovrà cercare di non buttare all'aria tutto ciò che ha fatto finora, ripartendo dalla gara contro il Cesena. L'amarezza è tanta sia dentro che fuori dallo spogliatoio: se la Lazio non dovesse raggiungere la qualificazione all'Europa che conta sarebbe un fallimento da imputare a tutti, nessuno escluso.

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