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    Laziomania: Io vorrei tanto salvare Inzaghi

    Laziomania: Io vorrei tanto salvare Inzaghi

    • Luca Capriotti

    Io sto con Inzaghi. Anche se per far giocare la squadra peggio del derby ci voleva un certo impegno. Impegno che, sacrosanto, ai suoi ragazzi non è mancato. L'impegno indefesso di scavarsi da soli il baratro.

    Io vorrei salvarlo, Inzaghi. Anche se leggo sui social una certa corrente che spinge forte per una defenestrazione tecnica. Un classico, qui a Roma. Ieri un imperatore, oggi nel fango, memento mori. Inzaghi, polemico forse nel momento meno opportuno, sottolinea come faccia più notizia la Lazio che perde due partite piuttosto che la Lazio che ne vince cinque. Ma sbaglia il focus, o cerca di spostare l'attenzione. Qui non è un problema perdere, ma COME la Lazio ha perso il derby e la gara con Eintracht. Fa pensare, e molto, che il mister abbia chiesto una cosa, furore, abbia ricevuto altro, disastrosa sciatteria, mostruosa mollezza, spaventosa lentezza. C'è un filo tra Inzaghi e la squadra? 

    Più che un filo, sembra un telefono senza fili.

    Qualcosa, dentro di me, vuole salvare Inzaghi dalle critiche
    . Che sono molte: che legga male le partite (proprio lui, che le preparava così bene), che non sia abbastanza meritocratico, che non sia in grado di dare carattere alla squadra. Di tutte, l'ultima è la più grave, giustificata in parte dall'oscena Lazio tedesca. Manca proprio questo, il temperamento. I rossi stessi sono stinti ed episodici, non di rabbia. Di carattere, in questa Lazio, c'è  poco. Non riesce a tirarsi fuori dalle sabbie mobili di un'involuzione che cinque vittorie hanno in qualche modo oscurato, ma esiste. Forse solo contro il Genoa si è vista la vera Lazio. 

    I risultati, diciamolo subito, giustificano solo in parte un clima forcaiolo (i punti ci sono, per dire). Ma il temperamento e le prestazioni? Parliamone, dai.  Questa Lazio è stata indecorosa, dove per decoro si intenderebbe una banale difesa di un qualche nostrano orgoglio in trasferta, in Europa. Di decoro, poco, di osceno, molto.

    Questa è una figuraccia che resta: certo, si potrà andare avanti, anzi si dovrà dare una sterzata di prestazioni e temperamento. Ma questa resta, la puzza di paura, le scelte sbagliata, Inzaghi seduto in panchina, che non urla più. Qualcosa, dentro di me, vuole salvare Inzaghi, anche dal suo stesso integralismo, dal suo cambiamento orientato alla paura. Onestamente, le critiche dure sono anche ingenerose, ma si sa, la riconoscenza nel calcio non esiste. Ora però lui, Inzaghi, deve riconoscere che questa non è Lazio, altro che polemiche. Io mi metto volentieri tra lui e le critiche, mi metto volentieri tra lui e gli urlacci, ma ad una condizione: che sia realmente possibile ricomporre il meraviglioso quadro d'insieme che fu. Altrimenti, mi faccio da parte. E forse non sarò l'unico, alla lunga, a doverlo fare. 


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