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    Laziomania: Inzaghi sta facendo di nuovo un miracolo contro tutto e tutti

    Laziomania: Inzaghi sta facendo di nuovo un miracolo contro tutto e tutti

    • Luca Capriotti
    C'era il Toro, una arbitro indecoroso, Caicedo. Sembra una barzelletta, o una di quelle storielle che si ripetono sempre al bar, e invece forse è una favola, una parabola: c'era il Torino, un arbitro da 4, e Caicedo. Un mix di narrazioni in una sola storia: da una parte la maledizione del Torino, sempre. C'è una particolare  predisposizione arbitrale nel mandare in ulcera le partite contro i granata. Da Giacomelli a Chiffi, la costante è una grande fantasia. Lungi da noi, ovviamente, dall'augurare al buon Chiffi la sfolgorante carriera di Jack O'Melly, ma la sua direzione è tutta sbagliata. Ma dentro questo Torino-Lazio ci sono tantissime storie, con l'ombra di Inzaghi sullo sfondo. C'è una specie di focolaio a Formello, giocatori recuperati per il rotto della cuffia, una stagione travagliata, che in qualche modo quasi miracoloso Inzaghi sta tenendo insieme, sempre con la stessa formula magica: trasforma la squadra in una famiglia, la famiglia in qualcosa che a breve farà paura.

    NON SIAMO TUTTI TOTI - Non ho tempo per la pietà pelosa, ma di fronte al coronavirus mi sento di fare i miei migliori auguri al presidente Cairo. Ha usato tutti i mezzi per insozzare la Lazio negli ultimi mesi, ma questo conta poco, pochissimo in questo momento. Gli avrei volentieri dedicato questa vittoria, ma in questo momento per lui e per tutti quelli che stanno lottando solo rispetto e silenzio e, se possibile, un Twitter senza Toti. Non la pensiamo tutti come lui, ma nemmeno alla lontana. E gli altri, che in qualche modo ripetono questa zozzeria, smettetela di pensare come se foste tutti Bezos, è un mood orrendo, senza dignità. Chi tocca i più deboli non si merita nulla. 

    HOEDT DEVE MIGLIORARE  - Detto ciò: tutto parte dalla piccola storia di Andreas Pereira. Non era titolare da un anno, l'ultima col Manchester United in pratica, riparte da un bel gol di controbalzo. Come mezzala deve studiare tanto, lo vedrei volentieri semmai al posto di Correa. Ma prima da titolare, primo gol di pregevole fattura (bello il movimento e il cross di Muriqi, che sta mancando sotto porta). Non bene, al contrario, anzi conferma un suo trend, Wesley Hoedt. Ora mi si dirà che è una crociata, ma quello che fa sul 3-2 del Torino è una roba orrenda. Non deve capitare, in altre squadre con qualche giocatore titolare in più finirebbe dritto in panchina a riflettere sul fatto che una buona partita può diventare da 4 con questi cali di concentrazione. Tutta la fase difensiva molto male, questo Torino da esonero non può fare 3 gol. Nota a margine: Milinkovic-Savic decisivo, again. 

    IL RIGORE DI BELOTTI - C'era il Torino e un arbitro fantasioso. Belotti non è nuovo a queste situazioni. Ricordo con piacere Gasperini dare del tuffatore ad Immobile, ma mi pare che siamo di fronte ad un luminare di quello sport meraviglioso, la gara di tuffi. Pur avendolo rivisto decine di volte, ancora non capisco se Pereira abbia o meno anche solo sfiorato il Gallo. Le certezze di Chiffi ad avercele nella vita: ovviamente questa volta il VAR no, non lo richiama, perché l'irreprensibile nostro eroe aveva visto bene quello che decine di replay proprio non riescono a chiarire. Pereira allunga il piede per provare a prendere il pallone, probabilmente lo spostamento d'aria tritura i +90 kg di Belotti. Siccome mi piace l'onestà, per me Chiffi è stato indecoroso OVUNQUE: sul rigore non dato a Verdi - che invece c'era - sul rigore della Lazio ci ha messo tre ore a decidere, in generale ha gestito malissimo quasi tutto. La classe arbitrale italiana negli anni è andata peggiorando, e mi pare veramente palpabile. Qualcuno, ovvero il signor Nicchi, dovrebbe avere la compiacenza di pensarci seriamente, a prendersi le sue responsabilità.

    FINISCE QUANDO VUOLE CAICEDO - Ma siccome i tifosi della Lazio sono persone semplici, io penso che nel cuore in qualche modo si aspettassero un finale da crepacuore. Sempre per quello che ci siamo già detti: fa parte delle corde della nostra anima, non possiamo farci niente. La sofferenza è la scala di do della nostra vita da appassionati di calcio: per questo il gol di Lukic è una specie di sentenza, per questo sul rigore poi dato ad Immobile scommetto che tutti abbiamo pensato che no, non ce l'avrebbe dato. Le storie di questa partita si concludono sull'immagine di Felipe Caicedo che si toglie la macchina, sempre in questi minuti finali palpitanti, sempre sull'onda di un urlo strozzato, spietato, svociato di fine partita. Sempre lui: sembrava ai margini, la punta da 20 milioni presa al suo posto. Ma alla fine Inzaghi si appoggia sempre a lui, e finisce così: quando Caicedo decide. Il mister, l'ultima storia: ci ha creduto sempre, senza cambi, senza giocatori, ha urlato ai suoi di salire, di giocarsela. Forse non è una barzelletta: c'era il Torino, c'era un arbitro da 2, Caicedo alla fine. Questa vittoria è di Simone Inzaghi, che sta lavorando in condizioni impossibili, che in qualche modo segreto solo a lui sta di nuovo costruendo, come ogni parabola che si rispetti, una specie di miracolo. Contro tutto e tutti, contro un mercato in ritardo clamoroso, un focolaio, tutto quello che può andare storto. Contro tutti, di nuovo il miracolo di Inzaghi.

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