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    Laziomania: Inzaghi, ma che hai fatto?

    Laziomania: Inzaghi, ma che hai fatto?

    • Luca Capriotti
    Nessuno era così scemo da pensare che potesse essere Inzaghi a sfatare il tabù San Siro. O forse noi sí, imprudenti, folli. Sempre nel nome di un romanticismo d'accatto che non ci abbandona mai. Pensando che potesse sventolare, a fine partita, il vessillo del fratello, mandato a svernare in laguna veneziana. Nessuno era così scemo da pensare che una vittoria con una neopromossa potesse regalare altezze di gioco ad una squadra che naviga tra il sottoterra, il sottosopra e qualche variante di passeggiata. Trascinata dagli strappi dei suoi migliori protagonisti, quando si ricordano di esserlo. Inzaghi rimesta tra i moduli come uno che la sa lunga sul 4-3-3, ma sta recuperando il debito in difesa a 3. Certo i suoi non lo aiutano: Parolo fa la peggior partita da quando gravità a Formello, paio perfetto del gol sbagliato contro il Pescara spalmato come una tassazione indigesta su 90' milanesi.

    A proposito di tassazione: la presenza di Djordjevic, prima o poi, qualcuno ce la spiegherà. Il Cobra, qualcuno lo chiamava così, ha il ciondolare spiritato di uno che non ha capito cosa stia succedendo. Inzaghi dixit che in allenamento lo ha visto bene. È tutto il resto del tempo che va tutto a rotoli.

    E infine, diciamolo per dire, ma davvero qualcuno pensava di affrontare un campionato di Serie A con una rosa alla essere onesti neppure superiore superiore alla scorsa stagione, se non in certi ruoli, senza uno straccio di gioco? Per ora non si è visto. Forse Inzaghi lo tiene da parte per momento migliori di forma, forse lo tiene in un cantuccio in attesa che San Siro passi come un inverno. Peccato che San Siro passa, ma l'inverno sta arrivando. E nessuno sia così scemo da pensare che si possa affrontare senza coprirsi con uno straccio di gioco.

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