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    Laziomania: Inzaghi e la panchina che viene da Marte

    Laziomania: Inzaghi e la panchina che viene da Marte

    Marte chiama terra, panchina chiama Inzaghi. Magari non è il tipo, Simone Inzaghi, da rovesciare panche e ribaltare spogliatoi. Ma quando avrà saputo dell'infortunio di De Vrij, out almeno un mese, qualcosa lo avrà pur detto, tra una leggera inflessione piacentina, mitigata da anni a Roma. Forse avrà avuto un attimo di scoramento, guardando, con occhi stanchi, la sua panchina. Un doppio di portieri, Strakosha e Vargic, e si passa oltre. Poi Wallace. Uno dei due nuovi acquisti, costati intorno ai 15 milioni, che riscalda con la dovuta attenzione la panchina. Dall'altra parte c'è un grande ritorno, sicuramente graditissimo alla tifoseria: Vinicius. Poi scorrendo con lo sguardo ecco Prce, difensore centrale croato di belle speranze rimaste, per ora, tali. Ma non è finita qui: c'è Luis Alberto, il cui nome Indiano Sostituto-Di-Candreva si sta dimostrando un falso storico, più o meno, per ora, come la sua collocazione sulla fascia. Il povero spagnoletto, come il simpatico Piquè, un giorno sarà presidente del Barcellona, scrive di lui Condó, chiamó i suoi adorati rivali madridisti. Luis Alberto per ora è il presidente della panchina, può bastare? Very important sconosciuti, che Inzaghi guarda con sospetto. La robusta dialettica con cui li sprona fa impressione, la fiducia genuina ma forzata che ripone ad esempio in Lombardi altrettanto. Il Lomba è un suo ex Primavera, ha i suoi limiti ma li supera di slancio con un volontarismo pazzesco e voglia di fare a volontá. Ah, dimenticavano Djordjevic. I tifosi della Lazio hanno sentito voci di una sua voglia di andar via. L'hanno accettata con la giusta misura: ora non lo vogliono più vedere. Più che una separazione consensuale, è una lunga gittata di catapulta oltre le mura di Roma quella che augurano al serbo, più o meno velatamente. E il gergo dei tifosi quasi mai è velato. Peccato, perché è l'ennesima punta che va via senza aver dato quasi nulla alla causa, l'elenco sarebbe lungo ma per pietà di memoria non lo facciamo (ma sí, facciamoci del male: Alfaro, Helder Postiga, Saha, e qui ci facciamo).Insomma, Inzaghi in panchina è solo. Ora si aspetta qualche segnale. Ma rimane l'impressione che la sonda affondata nella sabbia di Marte, da giorni in funebre silenzio, abbia più chance di mandare un segnale alla terra dei suoi panchinari. Se ne abbiamo scordato qualcuno scusateci. Cercatelo su Marte.

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