2013 Getty Images
Laziomania: in realtà si è imborghesito Claudio Lotito (com'è umano, lei)
Il problema semmai è un altro: cosa ha fatto imborghesire la squadra? Ha subito un mercato sicuramente allarmistico, che ha gridato allo smembramento del cartellino di Milinkovic in 200 milioni di parti, ha strillato alla cessione di tutti i big, ha stritolato un gruppo nelle maglie dei nomi e contro-nomi. Batti lei una pretendente di Milinkovic? Tare è un bel direttore: ma forse bisogna anche vendere, a volte. Non solo lasciarli stritolare e tenersi gli amabili resti.
Questa Lazio ha pagato pure, lasciatemelo dire, il fallimento dello scorso anno. Se corri tutto l'anno per la Champions, e poi ti sfugge così, la motivazione ti cala sotto le scarpe, e riprenderla, con gli stessi compagni, con le alternative che boccheggiano e i big sconquassati da Mondiali e calciomercato, è complicato davvero. Dirlo, che bisogna riprendersi, non basta.
Imborghesito o no, Inzaghi darà a breve importanti segnali di cambiamento. Decisivi, probabilmente. Ha già detto che Lotito ha ragione a volere qualche punto in più (lo dico per quelli che un giorno lo bolleranno come Yes-Man, arriveranno anche quei giorni cupi) ma in particolare ha fatto qualche parziale passo indietro su alcune convinzioni ataviche, tipo la difesa a 3, che in Italia puoi fare solo se hai Bonucci Barzagli Chiellini, e corrispettivi. Pasolini diceva: “Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati", e io indegnamente ribalto: se i giocatori si sono imborghesiti, ora la società deve s-borghesizzarsi. A partire dal mercato, che non può essere fatto sempre coi ramini. Anche questo è segnale di fame. Anche questo è cambiamento e slancio. Tutte cose non borghesi. Altrimenti finirà la guerra degli obiettivi e delle frecciate, e scoppierà un dopoguerra assai meno simpatico, se possibile. Senza Inzaghi a fare da parafulmine. Contro lo strapotere del Nord, ha ripetuto Lotito. Ma dirlo non basta. Altrimenti la Champions sarà come l'autobus al volo di Fantozzi: una cosa mai fatta, e sempre sognata.