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    Laziomania: in Europa non bastano i sosia di Milinkovic e Immobile

    Laziomania: in Europa non bastano i sosia di Milinkovic e Immobile

    • Luca Capriotti
    Non ce l'ho con Milinkovic e Immobile, semmai con i loro sosia europei, quelli che abbiamo visto opachi, lenti e incapaci di due palloni concreti di fila. Non ce lo ha ordinato il medico, mister Sarri, di lasciare in campo una specie di revival di un'apocalisse zombie. I giocatori dello Sturm vanno x2, i nostri ad un penoso e spesso colpevolmente lezioso rallentatore, che fa apprezzare al loro peggio ritardi, giocate asincrone, mollezze. Ok, ora si riparte tutti a 4 punti, ok, come dice Provedel c'è maggiore solidità, e la gara dura si è conclusa senza farsi male. A parte un po' agli occhi, si intende.

    ALTERNATIVE LAZIO - Il problema di questa squadra è duplice: da una parte sembra che le alternative non ci siano, o che vengano poco considerate. Dall'altra Sarri europeo insiste nel voler fare giocare i big che non ce la fanno. La partita era tosta, e non se l'è sentita di buttare dentro Vecino, Marcos Antonio? Cancellieri centravanti/Pedro? Non c'è un terzino sinistro, e si sapeva. Non c'è una punta centrale grossa, di stazza, e si sapeva. Manca una mezzala tosta, e si sapeva. E con tutti questi si sapeva la Lazio ha inanellato una partita orrenda e una successiva bruttina in Europa. Le assenze pesano. Ma pure le scelte. In Europa non si scherza, non ci si può presentare coi sosia stanchi. 

    LE SCELTE SOCIETARIE - Una cosa deve essere chiara: quando si fanno le scelte, poi si pagano, nel bene e nel male. La Lazio paga nel bene alcune scelte: una rosa migliore, la barra a dritta di Sarri, un buon avvio di campionato. Dall'altra parte, alcune incomprensibili lacune di rosa si pagano. Vedere Hysaj giocare il pallone a sinistra, col piede sbagliato (tra l'altro suo l'assist per Immobile, uno dei pochi sussulti del match, che poteva però risultare decisivo), o Marcos Antonio a scaldare perennemente la panchina, tipo cuscino sulla spiaggia del Singita, è frutto di scelte. Mi chiedo, a volte, ma sommessamente, che metaverso abbiamo visto ad Auronzo, con Cancellieri al centro dell'attacco e l'idea che il brasiliano potesse farsi ogni tanto una gara dall'inizio. Che strani sogni che viviamo.

    LE SCELTE  DI SARRI - Le scelte negative arrivano da lontano: il mister pensa che alcuni non siano adeguati. Quindi ricapitoliamo: ci sono slot vuote, e altre poco azzeccate, o meno utilizzate e utili delle previsioni. La Lazio a Graz fa un primo tempo francamente brutto. Almeno nel secondo ha segnato, ha provocato un rosso, ma l'opacità della squadra si vede nei dettagli, nelle scelte. Sarri manda in campo i big asfittici e polverosi, e loro fanno in tutto e per tutto gli asfittici impolverati, senza sottrarsi con astuzie, tecnica, mestiere al loro ruolo di secondi sul pallone, in ritardo, senza verve o grossi spunti. 

    LE SCELTE DEI SINGOLI - Immobile riesce a sbagliare di tutto (anche se solo una spalla lo punisce): sta tirando la carretta tanto, a volte fa fatica. E giustamente. Tra Cataldi e Milinkovic fanno una fatica a non fare oscenità che è bestiale, fuori parametro. Lo Sturm non segna solo per povertà tecnica e un grandioso intervento di Marusic. Iconici gli ultimi 10 minuti: Sturm in 10, ma la Lazio sembrava giocare in 5. Nemmeno un ultimo sussulto, un ultimo tentativo, un lancione a casaccio in mezzo. Nulla, e nel nulla finisce questo punticino che pesa, ma che poteva agilmente diventare una vittoria. Come? Con una gestione più intelligente di uomini, mezzi, azioni, scelte. Soprattutto nelle scelte tantissimi errori, poca lucidità, tantissima fuffa. E la fuffa in Europa si paga. Si riparte tutti appaiati a 4 punti, con 2 gare in casa. Bisogna però avere la certezza che queste partite così giocate malaccio finiscono solo in un modo, preannunciato dalla prestazione: male. Un ottimo promemoria se si vuole cavare qualcosa di poco più che mediocre da questa Europa League. 

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