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Laziomania: imperdonabile follia, la Lazio risorge una Roma mediocre
INDECOROSI - Si perde tutti, in questo derby, ma non posso - per rispetto verso di voi - non fare i nomi di alcuni singoli che hanno fatto di tutto per peggiorare una partita già messa male da 2 episodi almeno su 3 (gol su rimbalzo dopo traversa e gol su punizione follemente lontana). Se gli episodi - che la Roma ha il merito di cercare e di volere, di preservare e di adorare - girano malissimo a Sarri e ai suoi, qualcuno dimostra che questa maglia ha un peso che non riesce a tenere su. Il primo su tutti, il più fischiato: Francesco Acerbi regala il calcio d'angolo che fa partire la Roma sopra dopo nemmeno un minuto, regalandoci e regalandosi un inizio da incubo, in un periodo in cui qualsiasi cosa fa diventa qualcosa di molto puzzolente. Compreso questo derby. In qualche modo, se ci pensate, questo derby viene perso in maniera folle proprio con protagonisti i peggiori di questa stagione. Contro una Roma che sta giocando malissimo, che in questa stagione ha sempre giocato mediamente male, la Lazio veste il suo solito ruolo di crocerossina. Lazzaro, alzati: e la Roma ne fa 3.
INDECOROSI 2 - Nemmeno un tiro in porta la Lazio: Sarri non si fa tanto incartare da Mourinho, ma più che altro soggiace di fronte ad una serie di sfighe, errori individuali, atteggiamenti imperdonabili, voce che grida nel deserto di Felipe Anderson. Sulla testa agisce Mou, mentre Sarri non riesce. Ma non riesce per limiti evidenti di questa rosa DA SEMPRE. Se le cose vanno secondo i loro vanesi parametri giganteggia, altrimenti sparisce, nicchia, diventa di carta, con tutto smosciato, compreso quelle che servono in queste partite. Non è addestrabile il carattere per ribaltare, per rientrare, per sperare, per ripartire.
Forse aveva ragione il portoghese Mourinho: il fumo negli occhi i nostri ce l'avevano davvero. Di certo ce l'aveva Felipe Anderson. Ha giocato alla cieca, immerso negli incensi pentecostali delle sue domeniche. Solo che a benedire Dio è il suo marcatore, stavolta. Il brasiliano fa capire come mai con Zaccagni disponibile il campo difficilmente lo vede. Prestazione scialba, fa sembra Zalewski - che fa una grande prestazione - fuori ruolo una specie di terzino di classe mondiale. Lo punta in maniera così banale e scialba che sembra farci un favore. Unica lucina, Romero entra, e ci mette rabbia, ci prova, fa in 15 minuti più di tutto il resto della partita del suo compagno brasiliano. Fa piuttosto sorridere poi il gol su punizione preso da Pellegrini: da quella distanza di solito li faceva Mihajlovic, e di certo il capitano giallorosso non ha quella potenza. Lo chiedo agli addetti ai lavori, ai portieri: la palla finisce sotto l'incrocio, ma davvero non si poteva prendere? Non riesco a dare la colpa a Strakosha, ma partecipa anche lui ad un festival di imprecisione, di passaggi sballati, di palloni regalati - uno che costa il giallo di Hysaj veramente folle. Strakosha: l'ennesimo intruppo di una stagione sabotata in alto. A proposito: Irrati non mi è piaciuto, a partire dall'episodio di Milinkovic, fino alla gestione di quasi tutti i falli. Ma per favore, l'arbitro ha un peso talmente risibile che anche solo nominarlo è un insulto alla nostra intelligenza. Andiamo avanti, per favore.
ATTEGGIAMENTO E MERCATO - Sempre per dovere verso di voi, ve lo devo: il calciomercato di gennaio è ovviamente del tutto bocciato da Sarri, che getta nella mischia un sedicenne piuttosto che farci gustare il grandioso rinforzo che la maestosa programmazione di Igli Tare ha regalato al suo allenatore. Una prece: Lotito risolva la questione tra i due, se esiste, risolva quella con Tare, se ritiene. Ma non dateci queste sessioni di mercato, sono offensive.
Offensiva è la prova della Lazio, offensivo l'approccio, un pugno in un occhio di chi è andato allo stadio e di chi la segue da casa, di un intero popolo che ha perdonato, ha scelto di credere in un progetto, lo sta sostenendo. Offensiva la testa e offensivo questo risultato, e come è arrivato. C'è solo una fortuna: che questa partita sia finita. E che nulla è per sempre: non è per sempre Acerbi, non è per sempre Igli Tare, per fortuna la Lazio rimane. E ora andiamo avanti, per favore.