Il coraggio delle scelte di Inzaghi si vede dalla camicia costretta a subire il forcing dell'afa. Al di là dello schierare giacca e cravatta nell'afa romana, mette in campo anche Bastos. Un azzardo, una follia, gettarlo in campo alla prima contro la Juventus, contro Dybala e Higuain? Forse. Ma il campo, il giudice inappellabile, gli dá ragione: chiusure, dalla fredda Rostov alla calda Roma lo sbalzo termico non sembra turbarlo. Si mette a specchio pur avendo abbandonato forse due o tre volte la difesa a 4 nella sua carriera, e riesce a non imbarcare troppa acqua, anche se forse, vista la temperatura, almeno l'avrebbe rinfrescato. Ma ci pensa la sua squadra a dargli frescura, dopo un'estate bollita in casa Lazio. La linea hot delle sue decisioni pre-partita, nonostante la sconfitta, rimane all'ombra di indicazioni confortanti: Lukaku sta ingranando bene, Immobile è la punta che ogni allenatore vorrebbe. Perfino Marchetti ha retto, dimostrando la bontà di una scelta ulteriore tra i pali. Peccato per il gol, una situazione che Inzaghi aveva preparato, e quella sensazione che una Juve al 20% puó passeggiare tranquillamente per quasi tutto il campionato. A fine partita Inzaghi si rimette la giacca, si tiene addosso il suo coraggio e la stretta dell'afa, e può contare su qualche certezza in più. Lui stesso, ad esempio.