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Laziomania: il Cammino di Penitenza di Lucas Biglia (e Lotito gongola)
La questione Biglia tiene banco, la domanda sottintesa, sottile, quasi pericolosa, è sempre la stessa: come lo accoglieranno i tifosi ad Auronzo di Cadore, sede del ritiro della Lazio? La Curva Nord è stata chiara, attraverso i suoi organi ufficiali di comunicazione (sì, ha organi ufficiali): non si faccia vedere ad Auronzo. Meglio che non si faccia vedere. Chi legge una velata minaccia, sicuramente sta pescando nel torbido, sta pensando male. Ma tant'è, il messaggio è lanciato, peccato che la Lazio non la pensi così. Anzi: per smuovere il mercato deve cedere proprio Biglia. E se lo deve sottoporre ad un lungo cammino penitenziale fino ad Auronzo, pazienza. Montepaone ci ha provato, ad evitare l'ordalia al suo assistito: ha dimezzato le commissioni pretese, ha fatto di tutto. Niente da fare: la distanza resta (3 milioni, 3 abissali milioni), il giocatore si presenti pure al pubblico ludibrio. Ovviamente, chi rimarrà lindo e pinto sarà la società Lazio (la stessa che forse aveva deciso di non rinnovare nessuno dei 3 contratti, in modo diverso, ma di monetizzare per garantire un buon ricambio generazionale, liberarsi di qualche problemino e rivoluzionare la squadra). Questa è la speranza della Lazio: che il giocatore sia particolarmente motivato dalla pubblica accusa di vil tradimento che gli verrà mossa dal tribunale di Auronzo, e spinga forte sul Milan per accontentare Lotito. Che alla fine, al posto del nome di Biglia, vede solo una cifra. Quella che vuole lui, non altre. Quella che innescherà il mercato della Lazio, non altre. Tutto il resto, di Lucas Biglia, non conta più.