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Laziomania: il biglietto sospeso alla Lazio risolve un problema di branding
Perfino i più duri e puri ammetteranno che, a livello di immagine, la Lazio ha pagato spesso le colpe di pochi, capaci però di influenzare il sentire comune di molti. Quel sentire che spesso ha scelto di ignorare, tacitare, far finta che non riguardasse loro, ma appunto le "poche mele marce", un bel modo pilatesco per dimenticare qualsiasi nesso causa-effetto per fregarsene in toto. A livello di branding, di pura pr, il lavoro per ricostruire l'immagine macchiata di questo club antichissimo è complicato, lungo, mirato alle future generazioni. Forse non lo vedremo attuato totalmente, ma stiamo vedendo segnali. Bei segnali, come il biglietto sospeso.
IL BIGLIETTO SOSPESO È UN SIMBOLO - L'iniziativa è nota, è finita sui giornali, non sono il primo a parlarne, a giudicare dalle polemiche (eh già) non sarò l'ultimo. Riassumo: un gruppo di tifosi, che io conosco con il nome Twitter (@lazio_e) - mia ignoranza - ma fanno parte di Lazio e Libertà, hanno lanciato un'iniziativa per me ben più che bella, il biglietto sospeso. I tifosi che hanno la possibilità, tramite donazione, possono mandare allo stadio chi, in questo momento, non avrebbe la possibilità di andare. Fino a qui tutto bellissimo, ma perché non viene accettata universalmente come una bella iniziativa? Perché non è solo un problema di branding il tifo, ma perfino la beneficenza in qualche modo è associata anche ad un sistema di identità e fascino e, in qualche modo, forse perfino potere.
POTERE E VALORI - La solidarietà, per molti anni, allo stadio era marchio di fabbrica del gruppo - che ora esiste sotto altro nome - degli Irriducibili, che hanno tenuto le fila del tifo organizzato in Curva Nord per anni, e continuano a coordinare il settore più caldo del tifo biancoceleste. In qualche modo fa parte del loro volto migliore proprio la solidarietà: sono tantissime e bellissime le iniziative in cui hanno offerto un contributo determinante. Ricordo con grande vanto le loro raccolte fondi per Amatrice (una terra che amo, con cui ho legami diretti), ma negli anni ce ne sono state tante (io ne ricordo solo alcune - mea culpa - a cui ero molto affezionato, come quelle in favore di un canile di qualche anno fa - credo 2012 - per dirne una). Qualche esponente - vero o presunto - della Curva non ha apprezzato l'iniziativa del biglietto sospeso: troppo simile alle "collette", un marchio di fabbrica, pare, dell'altra squadra di Roma (celebre quella del Sistina). Una fesseria. O forse è troppo vicino ad uno dei tratti caratteristici degli IRR, uno dei loro valori fondanti, che ha anche alimentato (non dico volontariamente, ma sicuramente una conseguenza implicita felice per loro) il fascino e la presa che hanno sempre avuto sul resto dei tifosi. Forse è anche una questione di identità, valori, in definitiva fascino e forse perfino potere.
L'INIZIATIVA SERVE - L'iniziativa del biglietto sospeso è invece per me molto bella per due motivi: in un momento delicato a livello economico tende una mano a chi ha bisogno. Non bisogna essere un fine conoscitore delle profonde realtà economico-finanziarie o sociali per capire che in questo momento è vitale ogni tipo di aiuto. E che lo stadio, nella sua componente più essenziale, quella ludica e di divertimento, può essere una boccata d'ossigeno per molti e molte in momenti complessi, con l'augurio che possano superarli.
Altra cosa, magari meno socialmente importante ma comunque bella: aiuta a fare venire più tifosi della Lazio allo stadio contro la Juve, un match complesso, e ogni voce laziale allo stadio è una piccola scossa in più, una mano in più per la squadra di Sarri. Aggiungo, in uno scenario più ampio, che la Lazio ha bisogno anche di questo: buone azioni, fatti positivi, qualcosa che faccia capire che il vento sta cambiando, che quello che prima era tollerato o sopportato in silenzio non lo è più, e che invece cose belle possono esistere senza che ci sia, prima o poi, un'auto-picconata, un disastro di immagine, una slavina di qualcosa che sembra fango ma non è. Anche per chi crede in questi colori, un'iniziativa di questo tipo equivale a respirare aria pulita.