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Laziomania: guardiamoci in faccia, così la Lazio non è da Champions
Ma il VAR ora è solo una parentesi, un apostrofo di ulteriore sofferenza in una stagione che già è una specie di calvario. Inzaghi si dispiace, si torce le mani per i suoi ragazzi, nel frattempo loro continuano a combinarne di ogni. Il gol dell'Atalanta, a vederlo e rivederlo, è il De Profundiis della difesa a 3 con questi interpreti. Wallace che invece di andare forte sull'esterno lo accompagna in gita, Radu che incespica malamente (ed è uno dei maggiori fruitori di questo sistema di gioco), Zapata che condanna la Lazio ad inseguire. Difficile parlare di approccio sbagliato, forse dobbiamo cominciare a parlare di scelte che stanno inevitabilmente condannando Inzaghi, partita dopo partita. Rischia di pagare per tutti, pur avendo poche colpe, e una rosa lacunosa. Deve cominciare con qualche esclusione: ok, abbiamo capito, Luis Alberto ha pagato, ma è ora che qualcun altro assaggi un bel po' di panchina.
Wallace, per esempio? A Roma era tradizione, qualche tempo fa: si buttavano a fine anno, spesso dalla finestra, tutte le cose vecchie. Tipo il 3-5-2, per esempio. Altrimenti, con la scusa del cambio modulo mai avvenuto, qualcuno potrebbe portare a fondo Inzaghi, mentre l'ambiente dimentica che qualcuno, questi signori qui, li ha comprati, appoggiati, ha fatto scelte. Scelte fallimentari nel nome dell'unico obiettivo, la Champions, per cui ora la lotta è serrata, feroce, durissima. Tutto quello che, per ora, non è la Lazio.