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    Laziomania: Fuori dall'hype Sarri, l'anti-Lotito

    Laziomania: Fuori dall'hype Sarri, l'anti-Lotito

    • Luca Capriotti

    In casa Lazio oramai è hype Sarri. Alcuni se la prendono ancora con Inzaghi - rancori che probabilmente nemmeno il tempo riuscirà a lenire - ma il resto del mondo Lazio, partendo da Twitter, si è lasciato andare ad un'immensa, simpatica, divertente wave pro-Maurizio Sarri. In questo momento è diventato l'antidoto: nei fatti il suo modo di fare calcio, di insegnarlo, di trasformare le squadre che allena può anche diventare un anti-Lotito.


    SARRI ANTI LOTITO - Contro Lotito. Ma non nel senso di relazioni, o altro: i due si piaceranno o meno, sarà una cosa strettamente personale. Ma il punto è un altro: il calcio di Sarri, che sia il picco estetico-overperformante di Napoli o il Sarri-Ball del Chelsea, trasforma i giocatori. Quasi a prescindere da loro stessi. Quasi a prescindere da quanti acquisti potrà sbagliare Tare o avallare Lotito. Se capiscono il suo calcio, diventano attori di una meravigliosa opera teatrale collettiva, maestosa, veloce, entusiasmante. E soprattutto, a quel punto attrattiva di per sé: Lotito non dovrà più solo mettere sul piatto soldi per convincere, ma saranno i giocatori stessi a voler venire perché Sarri piace, Sarri ha una narrazione precisa. Bel gioco, grande capacità di ottenere l'oro anche dove non luccica, grande carisma. E ovunque ora fioccano le emoticon: gli account di mercato più noti sono sommersi dall'emoji della sigaretta. Non è un invito al fumo, è Sarri, identificato con uno dei suoi vizi, lui stesso diventato dipendenza per i tifosi che se ne inebriano, sperano, ci scherzano ma nemmeno troppo. Una wave partita come uno scherzo, diventata una speranza, la speranza di aver trovato finalmente un eroe diverso, totalmente diverso dalla solita narrazione Lotitiana. Tuta, partito dal basso, ben lontano dalla crassa magniloquenza del nostro. Forse è quello che ci serve. Di certo annulla molti difetti di Lotito: contrappone ai riflettori sul nostro, quelli sulla squadra, o al massimo sulle sue frasi schive ma anche carismatiche. Valorizza anche quello che sembra avere meno valore. Con il suo solo arrivo spaccherebbe la drammatica accusa fatta sempre a Lotito: quella di distruggere sogni. Di fatto, sarebbe la redenzione massima per il nostro: con una firma, si porterebbe a casa mesi di suggestioni, desideri, incredibile hype. Sogni, quelli che il nostro dice sempre di non vendere, stavolta li regalerebbe a tutti.

    SARRI ALLA LAZIO WHY NOT - Per questo motivo auspico che Sarri venga veramente alla Lazio. Prima di tutto perché NON vederlo allenare è un peccato capitale. Un vero peccato estetico, performativo. La sua assenza toglie tanto al calcio: si tratta di un uomo che ha masticato il pallone, lo ha elevato, ne ha fatto un mix perfetto tra risultati e bellezza. E pochi come lui ci sono riusciti. Poi, pensateci: a Roma troverebbe Mourinho, con cui si è già incrociato, in Serie A darebbe vita ad un nuovo duello con Allegri, e tutta la retorica conseguente. Stucchevole, eh, tra giochisti e risultatisti, ma comunque in quanto retorica affascinante, spendibile in tante sfaccettature, perfino esaltante se si va a fondo, e non si resta sul pelo di una sciocca discussione. In effetti, conviene a tutti, tabaccai compresi.

    SARRI ALLA LAZIO, OCCHIO - Detto ciò, mi limito a raccomandare di mantenersi su un entusiasmo goliardico, divertente, ma anche ancorato al reale. Se Sarri intriga per vari motivi non solo noi, ma anche lo stesso Lotito, non dimentichiamo però che le cose si fanno sempre insieme, le trattative hanno spesso risvolti inaspettati, e non tutto quello che esce o che desideriamo accade. In questo genere di cose, con questa complessità e per profili di questo livello ci si può scottare. Evitiamo di rammaricarci andandoci poi a leggere i comunicati sui ripensamenti, uomo falso in un mondo di strette di mano, et similia. David Silva, vi dice qualcosa? Nel mercato, come in amore, ogni giorno è diverso, ogni trattativa del tutto separata, e cose successe nel passato non necessariamente ricadono sul presente. Ma non ci scordiamo mai che i protagonisti, lato Lazio, sono gli stessi. E le loro strade, anche quando sono lastricate di buone intenzioni, non sempre portano ad un paradiso estetico, in tuta, e rigorosamente vietato ai non fumatori. 
     


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