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    Laziomania: fortino e rivoluzione, le 2 mosse di Baroni. Squadra a "9 vite" e risposta ai critici, la Champions? Si può

    Laziomania: fortino e rivoluzione, le 2 mosse di Baroni. Squadra a "9 vite" e risposta ai critici, la Champions? Si può

    Perdersi e ritrovarsi. All’improvviso. Quando tutto sembrava finito. Quando tanti, o forse tutti, la davano per spacciata e già fuori da ogni tipo di discorso in ottica quarto posto. Poi il colpo di coda improvviso. La rinascita. Quella reazione d’istinto e vigore che riaccende ogni speranza. Carattere e qualità. E quella sensazione di essere di fronte ad una squadra senza logica, nell’accezione positiva del termine. Nel momento più difficile, sul campo più complicato in assoluto, contro “la squadra italiana più europea”. Una vittoria di quelle pesanti, che possono cambiare la storia di una stagione ed eliminare quelle insicurezze inevitabilmente sorte dopo la sconfitta di Bologna. Da Bergamo la Lazio non porta a casa semplicemente una vittoria e tre punti che valgono oro per la classifica, ma una prova di spessore sotto ogni punto di vista.

    Dopo il K.O. pesante di Bologna e il pari amaro contro il Torino arriva un successo pesantissimo al Gewiss di Bergamo che rilancia le ambizioni Champions dei biancocelesti. Una vittoria con cui la squadra di Baroni apre un ciclo infernale quanto decisivo della propria stagione, che vedrà Zaccagni e compagni affrontare due volte il Bodo/Glimt con il derby a intervallare la doppia sfida dei quarti di finale di Europa League. Un trittico di sfida che deciderà il destino della Lazio, o almeno una grossa fetta.

    Le critiche hanno acceso la scintilla nella Lazio e provocato una reazione positiva sui calciatori e sull’allenatore Baroni, che dimostra di saper variare e adattarsi ad avversari e situazione trasformando la sua squadra. Una semplice mossa che consente di raccogliere il massimo: formazione compatta e concreta, non solamente possesso palla ma anche la capacità di saper scegliere nel momento giusto, come dimostra il lungo lancio di Mandas di 60 metri, che trova impreparata la difesa dell’Atalanta e consente alla coppia Dele-Bashiru-Isaksen di confezionare il goal che decide la gara. Un gioco in verticale che rappresenta una novità rispetto ai principi messi in campo dalla Lazio finora e una scelta che si rivela vincente.

    Baroni stravolge la sua Lazio. Ben sette cambi rispetto al Torino, una vera e propria rivoluzione non solo nel gioco ma anche negli uomini. Mandas parte dal 1’ tra i pali al posto di Provedel ed è l’MVP del match, almeno al pari (se non di più) del match-winner Gustav Isaksen. L’estremo difensore greco dimostra di avere tutto quello di cui necessita un grande portiere con una prestazione praticamente perfetta dal punto di vista tecnico e del carisma. Il danese, invece, entra nella ripresa e riesce a incidere a gara in corso, firmando la rete che regala il bottino pieno ai biancocelesti, oltre a mettere in seria difficoltà costantemente la corsia mancina degli orobici. Senza dimenticare l’esordio da titolare di Belahyane, un gigante in mezzo al campo, al pari di Rovella. I due formano un mix perfetto di qualità e aggressività, giocando e recuperando una mole infinita di palloni. L’ex Verona è ovunque e prova costantemente a rubare palloni agli avversari, ma sa anche gestirlo con grande attenzione e diligenza. E la prima di Provstgaard, il cui debutto arriva in un pomeriggio di fuoco, sotto la curva dell’Atalanta e con gli orobici in totale pressione, a caccia del pari.

    La Lazio gioca e lotta senza sosta dal primo all'ultimo minuto, tenendo testa ad un’Atalanta arcigna e mai doma, nonostante un’imprecisione non consueta per gli uomini di Gasperini, e sa colpire al momento giusto, approfittando di una grave disattenzione della difesa avversaria. Dele-Bashiru e Isaksen si fanno trovare pronti e scartano il regalo della difesa orobica per il goal che vale il bottino pieno. Il numero 18 danese si conferma un vero e proprio fattore contro le big, ma sempre lontano dall’Olimpico. Con le sue reti la Lazio ha battuto il Napoli e l’Atalanta a domicilio, oltre al rigore procurato e poi trasformato da Pedro a San Siro contro il Milan nel successo arrivato al 98’. Senza dimenticare la magia di Plzen, anche lì arrivata a tempo scaduto. Un altro goal, il sedicesimo, di un subentrato, un dato incredibile che esalta il collettivo di una squadra che sta finalmente trovando dalle rotazioni un fattore determinante.

    La vittoria di Bergamo rilancia prepotentemente la corsa al quarto posto della Lazio. Un successo pesante, che consente ai biancocelesti di rimettere davanti la testa rispetto alla Roma alla vigilia di un derby che sarà fondamentale per la classifica e gli obiettivi delle due squadre. Una stracittadina da non sbagliare, dopo l’andata regalata ai giallorossi. Un messaggio forte e chiaro al campionato e a coloro che non avevano fatto i conti con le ‘9 vite’ di questa squadra, che si rialza ancor più forte di prima. Prima della Roma, però, testa al Bodo/Glimt e alla trasferta in Norvegia. Un appuntamento da non sottovalutare per indirizzare il discorso qualificazione già all’andata, come era accaduto a Plzen, e arrivare al derby nelle migliori condizioni psico-fisiche. 

    Questa volta il ‘temuto quarto d’ora accademico’, quell’intervallo di tempo tra il 45’ e il 60’ che molto spesso ha condannato la Lazio e ha consentito alle avversarie di approfittare di un approccio spesso soft in avvio di ripresa della squadra di Baroni, si trasforma nell’arma vincente. È proprio in quel momento che arriva il guizzo vincente capitalizzato da Isaksen, la giocata che decide la sfida. Una nota lieta per lo stesso Baroni, che dopo la partita sottolinea la capacità e la maturità della sua squadra di aver gestito una gara difficile e importantissima per entrambe, interpretando al meglio tutte le fasi, con un primo tempo di maggiore controllo e un secondo tempo più arrembante.

    Ho creato un fortino a Formello in cui ho infilato la squadra e i miei collaboratori”. Un fortino nel quale isolarsi dalle critiche e dai malumori per riconquistare fiducia e idee. Compattando un gruppo giovane, che ancora una volta supera le avversità - infortuni e squalifiche (a Bergamo mancavano Guendouzi e Romagnoli, oltre a Castellanos appena ristabilito e all’infortunio di Nuno Tavares a gara in corso) - e riesce a portare a casa un risultato importante quanto quasi insperato alla vigilia.Una prestazione totale con cui la squadra di Baroni si rialza e offre risposte importanti in vista di un finale di stagione che ora si fa molto interessante.
     
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    Laziale 68
    Laziale 68

    Se, come sembra, avemo ripreso a corre ... andare per vincere.

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