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    Laziomania: ecco perché Parolo era totalmente inadatto

    Laziomania: ecco perché Parolo era totalmente inadatto

    • Luca Capriotti
    Diciamocelo per dire, ieri contro la Germania Parolo era inadatto. L'Europeo dei biancocelesti è stato Euro 2016 di Parolo. Curioso che tutti si aspettassero una Francia da protagonista per Candreva, e nessuno avesse nemmeno pronosticato il destino di Parolo. Eppure in panchina siede Oriali. Lui con anni di fatiche e botte ha vinto i Mondiali. Parolo no, a lui spetta un destino, per dirla alla Barzagli, da dimenticato. Lui era inadatto.

    Tutti si ricorderanno la sconfitta. Nessuno ricorderà Parolo. Eppure Conte gli ha dato un ruolo incredibile per lui, fondamentale, lo ha messo al centro della piccola macchina da guerra messa su per ingolfare la Germania. Proprio lui, inadatto a quel ruolo. Al posto di De Rossi, mica uno qualsiasi, uno dei più in forma di questo Europeo azzurro. Conte voleva solo uomini al 120%, che potessero supplire alle evidenti differenze tecniche con rigore, precisione, disciplina. Che sapessero superarsi. Che sapessero sentire il movimento dei compagni, rispondere ai continui movimenti di copertura chiesti da Conte con più generosità. Non aveva bisogno di un impiegato, Conte. Aveva bisogno di quell'impiegato di cui nessuno sa la reale quantità di lavoro svolto, di cui nessuno si ricorda mai, aveva bisogno di un operaio che non conoscesse fatica, capace di perdere la posizione  magari, ma del tutto inadatto a risparmiare su ogni singolo scatto. Conte aveva bisogno di un talento dello spreco. Dello spreco di fatica e sudore e scatto. Di un vero inadatto. E Parolo lo era, lo era di piú. Era inadatto perché non rappresentava per nulla, la sua Nazionale non rappresentava per nulla un'Italia giggiona e menefreghista, grassa e colante, non rappresentava per nulla un'Italia furbesca e sprecona, doppiofilista e arrivista. 

    È totalmente inadatto a rappresentarla perché ha furiosamente pressato il possesso palla, bolso ma tecnico, della Spagna prima, della Germania poi. Non ha mai risparmiato sui metri, sullo scatto, sull'aiuto. Parolo è figlio unico perchè è stato convinto da Conte che seguendo una sola logica stringente, quella del folle lavoro,quella della massima applicazione, quella dello sforzo inumano, perfino quello che sembrava solo un crudele scherzo del destino, un tabellone con SpagnaGermaniaFrancia, potesse essere l'occasione. L'occasione di dimostrare a tutti che magari nella scorsa stagione non avrà brillato, ma tutto si può perdonare a chi corre, a chi lotta, a chi insegue un sogno sacrificando sull'altare di un credo tattico ogni singola stilla di fatica possibile, ogni fiato, ogni palpito di polmone e di cuore. Parolo è figlio unico perchè è stato del tutto inadatto a risparmiarsi, sottrarsi, spostarsi. E si è sempre spremuto, raddoppiato, frapposto. Forse nessuno si ricorderà di questa Italia. Ma tutti l'hanno amata, perché per un'ora, due, quattro, ha dimostrato che lo sforzo massimo, il credo, la costanza fa vincitori. Siamo usciti, ma non siamo sconfitti. Parolo è uscito. Ma viene il dubbio che abbia continuato a pressare Kroos, Hazard, Iniesta fin dentro gli spogliatoi. A loro la gloria magari, a lui fatica e botte. E magari un giorno qualcosa in più, lavorando come Oriali. Del tutto inadatto, il più adatto di tutti.

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