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    Laziomania: (e se arrivasse Balotelli?)

    Laziomania: (e se arrivasse Balotelli?)

    Quanta bellezza: siamo a poche ore da una stagione che, per la Lazio, doveva essere una reazione, una specie di Grido di presenza (e se arrivasse Balotelli?). La Lazio arriva a questa stagione con una bella estate delle sue: storta, polemica, con una squadra forse addirittura inferiore a quella, storta e polemica, della scorsa stagione. C'è qualcosa di struttura mitica in questa Lazio che verrà. Non ci sono qualità particolari in questa Lazio che non siano rivalsa e gruppo (e se arrivasse Balotelli?). Una serie di acquisti tra i paria del calcio europeo, depressi mischiati a chi ha fallito la sua occasione, ambiziosi mischiati a svuotati. Questa, chiamiamolo subito, a scanso di equivoci, per la Lazio non sarà un'annata in cui ci saranno ambizioni, a guardar le figurine (e se arrivasse Balotelli?). Se non quella di abbracciare più forte il vicino dopo il gol, con la sensazione che poteva non capitare, ma è capitato. Ci sarà qualcosa di mitico, come se un Odino infuriato avesse battuto, come fossero la sua incudine, su tutti i nomi di mercato che ci piacevano di più. Ci piaceva perfino Pato, che infatti ha segnato appena è sceso in campo col Villareal (e se arrivasse Balotelli?) Sará la stagione che inizierà come sempre. Con l'ultimo gradino, il respiro di tutto uno stadio, l'odore sicuro delle chiacchiere con il vicino di sempre, l'ansia della sfida, l'insicurezza di non sapere fino all'ultimo come finirà, che mai la Lazio ha saputo amministrare, giostrare, tranquillizzare. Come se avesse dentro un respiro di mitica pendenza, senza pianure, solo aalite, e poi salite, senza più nessun Pantani a scalare, ma tanti gregari silenziosi ( e se arrivasse Balotelli?) E la certezza che, signore incravattato fino al midollo con le tue super leghe, i tuoi Platini e i tuoi circhi senza pane, alla fine il calcio sarà sempre questo qua: l'inaspettato, spettacolare, sfinito abbraccio col vicino di posto allo Stadio. E trovalo tu ora, signore incravattato, un posto in questo mondo desertificato, un posto dove si possa ancora, senza vergogna, abbracciare così forte qualcuno.

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