Bielsa, tragedia in tre atti: retroscena e cronistoria di un addio (annunciato)
Immagina l'addio di Bielsa, puoi. Immagina, e diventerà realtà tutto quello che fino ad ora era solo inquietante intuizione di poche Cassandre: Bielsa non è il nuovo allenatore della Lazio.
Quello che non doveva succedere è successo nella programmazione di una nuova stagione, dopo quella, precedente, fallimentare. In una specie di antica, hammurabica legge del karma: Bielsa alla Lazio non verrà, dopo che la mano di Lotito si è stretta intorno a quella di Prandelli, gelida, lasciandolo in naftalina. Il destino (ammesso si possa chiamare così) ha creato e diretto un dramma in 3 atti magistrale, inquietante, tra Lynch, Dario Argento, con sottofondo burlesco da commediola all'italiana. Stupendo e mefistofelico per trama, colpi di scena, da spettatori apartitici. Ma ai tifosi della Lazio, non resta che piangere rabbia.
Bielsa ha comunicato alla dirigenza biancoceleste la sua decisione. La Lazio comunica: "Si è dimesso". E ora, fiato alle trombe. Nello specifico, le trombe dell'Apocalisse. E la tempesta perfetta arriva a riveder Lotito con tutta la forza di una ghigliottina sulle strategie di mercato, sul fascino della stagione che sta nascendo, e già è stata sacrificata, manco fossimo a Sparta: Bielsa non sarebbe stato affatto soddisfatto. E senza soddisfazione, non viene. Anzi: avrebbe annusato l'aria, e l'odore delle idee, comprese quelle di mercato, a volte è molto forte. Tanto forte, che c'è chi chiude la porta, e dentro la stanza non vuole entrare più. Troppe le divergenze, venute alla luce nella notte tra giovedì e venerdì, in un frenetico e furioso scambio di mail. In cui avrebbe già annunciato la sua fortissima contrarietà. Per poi, dopo 4 ore di autostrada, farsi 3 ore al consolato per ritirare il visto.
Bielsa vuole acquisti top, chiede una serie di colpi top: da Caio del San Paolo (e la società brasiliana ha negato offerte ufficiali) a Thauvin, suo ex giocatore del Marsiglia. Colpi da 15 milioni almeno l'uno, per rinforzare una squadra che, in molti reparti, ha sottolineato lacune evidenti. La società, e Tare, hanno altre idee. Più ristrette, probabilmente. Ecco la cronistoria di un'estate sbagliata, nata male (con il benservito a Inzaghi) e non ancora finita.
Atto primo: la Lazio cerca il mister, ha Inzaghi, reduce da un buon finale di stagione dopo l'addio di Pioli, ma vorrebbe un altro nome. Stretta di mano con Prandelli, sei tu l'allenatore della Lazio, dopo aver sondato varie soluzioni. Accordo su tutto, parola da gentiluomini scambiata.
Atto secondo: macché Prandelli, a Roma arriva Sampaoli. "Un paseo", una passeggiata, risponde l'ex ct del Cile quando gli chiedono cosa sia venuto a fare. Incontri con la Lazio, l'Espanyol, nulla di fatto. Firmerà col Siviglia. Macché Sampaoli, dal discepolo al Maestro. La Lazio manda Calveri in Argentina, il segretario generale, a far firmare Bielsa, che è in vacanza. Bielsa firma, dopo aver imposto alcuni diktat. Mercato sotto controllo, modifiche strutturali al centro sportivo di Formello, allenamenti a porte chiuse anche in ritiro. Festeggiamenti, ritorno di Calveri in aeroporto, entusiasmo tra i tifosi. A breve verrà ufficializzato. Lui è la Cura di Battiato, vuole veder danzare la Lazio, sul ponte sventolano bandiere della Lazio. Tripudio, ovazione, champagne, per brindare a una firma. Bielsa, sei tu l'allenatore della Lazio.
Atto terzo: "A breve" di Calveri si dilata nel tempo. Non viene ufficializzato. Non si presenta all'ambasciata per ritirare il visto. Non si presenta alle visite mediche. Non viene ufficializzato Bielsa, ma la Lazio dirama un comunicato in cui si affida agli astri e alla lettura dei movimenti delle aquile di Zeus, specificando che Bielsa arriverà sabato, che ha firmato, contratto depositato. Ma siamo tutti nelle mani di Dio, e nello specifico dei grossi disaccordi di mercato. Al dio del mercato, non credere mai.
Epilogo. Bielsa comunica: adios Lotito, adios Tare, adios Serie A (che l'aveva già accolto sui social). Ci vediamo in tribunale, sibila Lotito. Raccontano che abbia dato un addio romantico, con una lettera. O magari sarà stato un'asettica mail. Mister Inzaghi, sei tu il nuovo allenatore della Lazio "durante il ritiro". Per ora, solo per il ritiro. Inzaghi è il nuovo (vecchio) allenatore della Lazio, ammesso che accetti. Per ora. Se il destino vuole, e non ha in serbo altri scherzi crudeli. Se vogliamo chiamarla destino, la gestione della vicenda Bielsa. Ora tappatevi le orecchie, perché ovunque, sul web e dal vivo, i tifosi della Lazio grideranno, e forte.