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    Laziomania: dacci oggi il nostro tiro quotidiano

    Laziomania: dacci oggi il nostro tiro quotidiano

    • Luca Capriotti

    Sembra paradossale che la Lazio, guidata da un ex attaccante, Inzaghi, faccia così tanta fatica a segnare. Anzi, che brutta parola abbiamo usato. Perfino a tirare. Tirare in porta non è reato, magari contro la Juventus può sembrare un po' lesa maestà, ma contro il Chievo si poteva perfino osare. L'educazione al tiro dovrebbe far parte di un sistema di gioco più complesso che per ora la Lazio stenta a mostrare. Per carità, 4 punti in 3 giornate con 3 bestie nere non fa di questo inizio di stagione una debacle tremenda, ma qualche campanello d'allarme suona a martello.


    Immobile, già in rete contro l'Atalanta, ha dimostrato di avere movimenti e strappi degni di nota, degni dei galloni da titolare che indossa. Degni perfino degli sforzi che i tifosi della Lazio hanno fatto pur di prenderlo al fantacalcio. Piccolo problema: ieri 0 rifornimenti. Ha avuto a disposizione poche palle sporche, per colpa di un atteggiamento poco propositivo del centrocampo, compassato e noioso, con Biglia asfissiato a turno dai mediani di Maran e poco altro, tra cui un Lulic a malapena presente a se stesso.

    Sugli esterni bisogna aprire una voragine a parte: Felipe Anderson ha dimostrato di dover ancora dimostrare molto. Fuori dal gioco, svogliato, mai veramente in partita: ha assorbito poco dello spirito Olimpico di Rio. Non lo esortiamo a vincere, ma almeno a partecipare. Kishna prima o poi qualcuno ce lo spiegherà, siamo fiduciosi: alla fine, hanno tradotto anche la stele di Rosetta, ai tempi, anche per l'utilità di Kishna c'è speranza. Sempre ammesso che la pace non scoppi del tutto, e Keita si prenda il posto che gli spetta. Questa Lazio gioca male, vale la pena di ammetterlo: è il primo passo per guarire.


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