Laziomania: contro l'Atalanta partita Premier League, ma che schifo su Reina
Questa è la Premier League? Partita intensa, a 2000, sempre impegnate in una corsa forsennata in un fazzoletto di tecnica raffinata: Atalanta-Lazio è un affresco e un inno alla vita, alla potenza muscolare, al tocco di fino. Fa male pareggiarla così? Ovvio, ma andiamo con ordine, perché questa partita è un manuale bellissimo di come il calcio compassato che spesso sbiascichiamo in Italia può diventare uno schiacciasassi da Premier League.
GIOIELLI - Tiri in porta ci sono stati, azioni pericolose anche, ma in realtà la Lazio accetta la sfida del Gewiss Stadium (Sarri e Guardiola la definirebbero il gioco del barbiere). Accetta di giocare uno contro uno, accetta di andare a 2000, accetta l'amaro calice nerazzurro, lo beve e trascina la Dea in un vortice di lotta, anima, desiderio, forza. La Lazio va avanti due volte, strappa, corre, colleziona giocate geniali. Cataldi forse tira fuori la sua partita-gioiello, quella da ricordare a lungo, simbolo di una crescita esponenziale. Pedro fa cose deliziose, una dopo l'altra, in fila, con raffinatezza, roba per esteti, da fare male alla testa per la bellezza, da sentirsi male. Milinkovic fa qualcosa di colossale per forza, intensità, capacità, Luis Alberto fa bene e riesce ad illuminare(non eccelle, ma gli altri fanno cose da giganti), Immobile è il simbolo dell'anima gagliarda e forte di questa Lazio. Si butta in tutti gli spazi, si impegna all'inverosimile, si sbatte oltre ogni umana capacità di trattenere il fiato. Sarri si gode una Lazio di nuovo sugli scudi, che esce da una settimana che poteva essere orrida con una vittoria e un pareggio che sta stretto. E ora spiego perché.
STRETTO - Il pareggio con l'Atalanta sta stretto alla Lazio per la natura dei due gol. Il primo nasce da una vera e propria ingenuità. Ad 1 minuto dalla fine, la Lazio sta battendo un calcio d'angolo, e niente. Pochi secondi dopo hanno pareggiato. Dall'altra parte il gol nel finale - bellissimo di De Roon arriva dopo un episodio minimizzato da tutti, che però bisogna definire per quello che è: grave. La Curva dell'Atalanta lancia di tutto in campo contro Reina, che viene anche colpito da una monetina. Anche qui mancano forse 120 secondi, si decide di fare finta di niente nonostante, lo ripeto, la gravità assoluta di una curva che lancia in campo cose al portiere avversario. Roba da fare finire la partita, noi continuiamo. Giusto eh, ma sono robe che fanno riflettere se sia il caso di fare finta di niente, di minimizzare come se nulla fosse accaduto. Dunque se il portiere avversario ci mette qualche secondo - perde pure tempo eh - è lecito tirare robe in campo, non una volta, non due, ma 10-15 volte. La strada giusta è fare finta di niente? Minimizzare? Ignorarli? Io penso di no. Il pareggio ci sta, non va stretto mi sta stretto questo fare finta di niente, questo ok, dai, mica si è fatto male qualcuno, dai è una roba su cui possiamo sorvolare. Quel signore che se la prende tanto con gli arbitri, che si permette di fare il filosofo del VAR, che parla ancora nel sonno del fallo di mano di Bastos, non si capisce come mai non ha proprio nulla da dire su questo. Proprio niente? Niente. Strano. Per me questo non è calcio. Per me questo è osceno.Voglio chiudere su questa cosa di Reina: la comunicazione pulitina, da primi della classe, pettinati ed elegantini, sempre sorridenti, di Dazn sugli episodi gravi della Curva bergamasca qualificano abbastanza bene questa emittente. Non si può e non si deve passare sopra queste cose. E chi fa comunicazione dovrebbe saperlo, ma forse erano troppo impegnati a farsi i selfie nel prepartita.