Subire tre gol in Germania è pericoloso per tanti motivi, troppi. Per tutti, ma non per la Lazio che, sì ne subisce 3, ma ne fa altrettanti in una gara che sembrava stregata fin dall'inizio. Tre, come i calci di rigore assegnati ai tedeschi, come il voto alla difesa di ieri sera. Nel primo tempo la Lazio, nonostante lo svantaggio, non sembrava essere assente, qualche presupposto lo ha creato, forse più del 'Gladbach che è passato con un calcio di rigore netto causato da Dias in giornata decisamente no.

La Lazio è viva e si vede, si nota quando prima ribalta una partita e poi la recupera dopo essere andata sotto, si capisce quando sotto di un uomo e di un gol non si dà per vinta e lotta, combatte con determinazione e voglia. Quando Kozak da attaccante dimenticato, diventa attaccante determinante. Ha un impatto sulla gara strepitoso, lotta e sgomita come se non avesse mai smesso di essere in campo, come se non fosse mai stato criticato per la sua tecnica non eccelsa o per il fatto che non trovasse più il gol. La Lazio è anche questa, una squadra che anche alle corde ha un sussulto tale da mettere ko l'avversario in due minuti.

Tanti errori, forse troppi, poca concentrazione e poca malizia quando si tratta di marcare l'avversario, due trattenute sciocche che hanno fatto la differenza, qualche passaggio sbagliato di troppo, ma un carattere incredibile. Quel gol all'ultimo ha un sapore di vittoria, anche se mancano ancora 90' ed è tutto in ballo. Anche se la Lazio non sa fare calcoli e anche se non vince da ormai troppe settimane. La banda Petkovic c'è eccome ed ora inizia la scalata a tutti gli obiettivi, senza paura di sbagliare ma con la voglia di stupire.