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    Laziomania: Caresseide

    Laziomania: Caresseide

    • Luca Capriotti

    Nell'ambiente Lazio se ne parla da giorni. Promozioni di Sky, la prima delle due rimonte a cui è chiamata l'altra squadra di Roma prima del fatidico derby all'alba di aprile. La Caressiade inizia, come da tradizione, con un furto. Non conta che sia vero, tangibile, o frutto di dabbenaggine. È il furto in sè (un gol allo scadere non lascia forse brutte  sensazioni?) che giustifica, come ai tempi del ratto di Elena, la chiamata alle armi. Cercasi location in grande stile per giocare il ritorno contro il Lione. Non disponibile il nuovo stadio? Non ancora?

    Allora si faccia nel vecchio, ma la chiamata alle armi di tutti i principi greci merita una bolgia , stavolta turca. "Il ruggito dell'Olimpico". Come tutti i cantori di epica, gli aedi che girano di città in città, il nostro lancia il proclama nei minuti finali di Lione, spronato dal gol di Lacazette, un'onta troppo grande per essere vera.

    Anche perché, ahi disonore terribile, la Roma rischia di restare fuori da tutte le competizioni. Onta e disonore, ora a chi tocca?

    Nonostante "Alisson in the box, anche lui dentro", l'epica rimonta giallorossa si riduce ad un singulto strozzato. E la rabbia nell'ambiente sale. Diretta verso dove? Verso il derby (oltre che verso i responsabili, di solito, a Roma, quelli sbagliati). Verso l'ultimo obiettivo tangibile, alzabile. E allora dall'altra parte che ci tocca, a noi poveri cantori di un'epica minore fatta di non promozioni ma fatiche, fatta di pochi secondi ai tg e ambienti ostili?

    Mentre monta di nuovo dall'altra parte l'epica della remuntada, a chi tifa Lazio che succede?
    Caro Inzaghi, te lo diciamo: niente. Non fare niente di diverso da quello che hai fatto all'andata. Lascia il livello di ferocia allo stesso piano, alza la pazienza, la resistenza, la capacità di adattamento.


    Il finale di stagione che aspetta la Lazio ha qualcosa di epico, come l'attesa su vecchie mura, guardando il mare, sapendo che arriveranno. Tanti aedi di altrui epiche smontate dai fatti, cantori di una forza che forse in realtà esiste solo nella testa di chi la sta costruendo giorno dopo giorno, ad arte.

    All'ambiente quello che piace di Inzaghi è questa sua benedetta normalità. La capacità eccezionale di essere normale: allora vengano pure tutti i principi greci, vengano sotto le mura. Stavolta non gli basterà un artificio, un inganno, un cavallo di legno per centrare la rimonta.

    O scaleranno ad uno ad uno tutti i gol della Lazio, o torneranno di corsa alle loro navi. Lontano dalla Lazio, molto vicino alla partita di ieri sera. Che la Caressiade abbia pure inizio. Che lo Spallettide si inalberi, si arrabbi pure, che fiocchino sconti, promozioni, Alisson in the box. Che Cagliari-Lazio arrivi, e lasci il suo segno. E poi. Cantami o Dea, di un altro derby, che fatalmente  si avvicina.


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