Laziomania:| Capitano, mio capitano!
Ci si alza in piedi su un banco, fregandosene di quello che potrebbe accadere, e si grida: 'Capitano, mio capitano'. Lui si gira, emozionato, con una lacrima pronta a scendere sul viso, sorride con la certezza di sapere che ha lasciato qualcosa nei cuori di chi lo sta sostenendo da un punto di vista diverso da tanti, si gira e va per la sua strada. Questa è l'immagine che con maggiore frequenza rivivo pensando ad Alessandro Nesta, il capitano del secondo scudetto biancoceleste, il migliore talento insieme a Giordano e D'Amico cresciuto con l'aquila sul petto. I suoi recuperi, le sue scivolate, lo stile che non ha nulla a che vedere con altri capitani, quel numero 13 sulla maglia e quel gol, il suo primo gol con la maglia biancoceleste, che ha dato alla Lazio la seconda Coppa Italia della sua storia ed il via ad un ciclo di vittorie straordinarie. Da lì in poi ha alzato cinque trofei ed è diventato un simbolo che si è dimostrato tale anche nella scelta più difficile, quella di lasciare la Lazio nel 2002.
Ora si parla di un suo ritorno nel suo stadio, nella sua città, dove in molti ancora lo sognano e lo amano; qualcuno non più, qualcuno non ha ancora metabolizzato il suo abbandono senza un saluto. Ma la vera riconoscenza verso la Lazio, verso la sua gente, lo dimostravano il suo viso e la sua espressione quando si è affacciato dal balcone di via Turati quasi in lacrime. Nesta e la Lazio, un divorzio nato per troppo amore, con la rinuncia di molti soldi e la firma del piano Baraldi che di fatto salvò la società biancoceleste. Molti lo rivorrebbero vedere in campo con la sua maglia, anche se con qualche anno di più. Lotito a quanto pare no: 'Nesta alla Lazio? Non raccontiamo sciocchezze. Sono solo invenzioni, non ho mai preso in esame una soluzione simile'. La risposta del presidente parla chiaro: forse si poteva rispondere in maniera meno forte, ma il concetto sarebbe stato lo stesso.
Alla fine di questa stagione scadrà il suo contratto, e Nesta e si libererà a parametro zero: un'occasione ghiotta se veramente si vuole riavvicinare la gente alla Lazio. L'ex capitano servirebbe ai biancocelesti non solo come giocatore, ma anche come uomo immagine, come punto di riferimento. Ma Nesta ha una forte personalità, e la sua immagine potrebbe oscurare quella di altri. E a quanto pare il simbolo della Lazio è e rimarrà Olympia. Iniziativa straordinaria quella di farla volare sullo Stadio Olimpico, con la gente laziale che l'ammira con il naso verso il cielo, ma Olympia è solo un'aquila, un rapace eccezionale che però ha un difetto: non sa né parlare né giocare a calcio. Forse un simbolo come lui potrebbe servire, per far sì che i suoi tifosi tornino a cantare: 'Sandro Nesta, capitano della mia città'.