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    Laziomania: Cairo, Agnelli, tamponi, giornali... ma tanto vi frega Caicedo!

    Laziomania: Cairo, Agnelli, tamponi, giornali... ma tanto vi frega Caicedo!

    • Luca Capriotti
    Ora la prima pagina finalmente avete tutto il diritto di farla su un attaccante della Lazio, su quel rosa della vita che tanto vi piace dipingere con Immobile, Lotito, scandali veri o presunti, editoriali trionfanti ad personam: ora la prima pagina, cari amici dei giornali grossi, potete pure farla tutta su Felipe Caicedo. Per la terza volta consecutiva è lui a regalare punti alla Lazio, a risolvere. Mi farà cacciare di casa, prima o poi: dovrei insonorizzarmi solo per gli ultimi minuti, gli ultimi secondi, concitati, vivi, quelli suoi, quelli che Caicedo ha deciso siano sempre e solo di sua assoluta competenza, una sua proprietà. Caicedo li frega a tutti: i tamponi, i giornali, gli Agnelli e i Cairo di turno, le prime pagine volgarmente strombazzate ed autocelebrative. Pensavano di mettere sotto le forche caudine Lotito, ci stanno provando: ma il calcio a volte si fissa con trend, continuità clamorose, tradizioni che diventano quasi da raccontare. Stavolta il calcio si fissa con Caicedo, all'ultimo minuto, sempre lui, come una sentenza.

    CAIRO FERMA CAICEDO - Il Toro faccia pure tutti gli esposti che vuole, quel signore che governa mezza Italia si inventi quello che gli pare, metta a soqquadro Avellino, levi punti, agiti come clave le squalifiche e le esclusioni dal campionato. Ogni volta che Caicedo segnerà all'ultimo minuto, sarà il dito nella piaga che merita, l'ennesima volta, sempre lui,  sempre all'ultimo respiro, all'ultimo rantolo di partita. Come contro il Torino, come in Russia, stavolta la Juventus: uno stillicidio per il povero patron granata, ammesso che gli importi del calcio, e non sia tutta una faida di potere. Ci pensa lui, la Pantera, appostato, dopo una partita faticosissima. Proviamo con un altro esposto ancora, da Torino?

    TAMPONI  E PRIME PAGINE - Chiaro che ora in casa Lazio, ma direi in ottica nazionale grazie all'ottima copertura di Gazzetta, per nulla interessata ovviamente, ma spinta dal fuoco della verità, la situazione tamponi tenga banco. Qui il punto non mi sembra più procedurale ma etico e morale: qui si mette in dubbio la moralità stessa di Lotito, e non si entra nel reale merito di questa vicenda, che sembra ancora all'inizio, ben lungi dall'"abbiamo ragione" che il buon Barigelli ci propina in prima pagina. Sembra molto Trump "abbiamo vinto di molto". Aspetterei di contare i voti: la questione è legale, sfocerà nel penale, prima di dire che qualcuno ha ragione bisognerà aspettare un giudice. Il resto é accanimento mediatico. Il resto è un gol di Caicedo all'ultimo minuto, l'ennesima rivincita contro giorni di fuoco, tentativi ripetuti multipli di offensiva, l'ambiente che deve chiudersi a riccio per non farsi destabilizzare, manovrare, corrompere. Un lavoro delicato, quello di Inzaghi: per l'ennesima volta senza 3 titolarissimi trova un punto a quel punto d'oro - ma prima comunque demeritato per me -  contro la peggiore Juve degli ultimi 10 anni. La Lazio doveva fare meglio, di più, questa Juve la stanno mettendo in difficoltà in molti.

    AGNELLI E LA PEGGIORE JUVE - Lotito dovrebbe regalare qualcosa a Caicedo, gli sta friggendo tutti i suoi nemici politici, si sta imponendo come il loro castigatore, la clava nelle mani del presidente, la vendetta sportiva di Claudione. Stavolta tocca alla Juve piegare le ginocchia di fronte a qualcosa che è ineluttabile: all'ultimo secondo, Caicedo non ti lascia nemmeno tempo di battere, di riprendere, di reagire. Lui segna, ed è finita. La peggiore Juve degli ultimi 10 anni, c'è da dire, è andata bene: forse non ha sfruttato a dovere alcune ripartenze e transizioni, ma ha ben affondato le dita nelle piaghe da decubito di Inzaghi, figli di emergenze continue e un mercato per ora da 4. Fares a sinistra in fase offensiva sta deludendo, il primo tempo l'ha persa lui la partita, tra cross orrendi e gol preso sulla sua corsia. Muriqi è sfortunato: a Caicedo riesce tutto, a lui niente. Ha una palla gol clamorosa grazie a Milinkovic, non riesce ad arrivare. Un po' il suo momento in una sola azione: non gli riesce niente, deve avere pazienza. Ma bisognerà capire quanta ne avranno i tifosi della Lazio, soprattutto con un Caicedo così. Meglio Pereira, benissimo Correa, sta diventando un leader tecnico di questa squadra, alla pari di Luis Alberto e Milinkovic (nota di merito ad Akpa Akpro, entra lui, la Juve smette di ripartire). 

    L'URLO FINALE NON BASTA SEMPRE - Mi viene una considerazione in chiusura però, non di solo Caicedo può campare questa squadra: la Lazio sta faticando, sta vivendo una continua emergenza, bombardata da ogni parte, attaccata, in mezzo ad un tifone di accuse e defezioni. Ora Lotito dovrà difendere la Lazio, con ogni mezzo, e c'è da scommettere che lo farà, perché sta per prima cosa difendendo sé stesso, la sua credibilità, il suo potere. Alla Lazio pensa Inzaghi: ancora punti, nonostante l'emergenza, ma forse serve un boost, un upgrade, qualche nuova idea in fase di costruzione e qualche cosa di meglio dagli uomini-chiave. Vero, l'urlo finale di Caicedo cancella tutti i peccati degli altri: Inzaghi deve pensare al resto della partita, con 13, 14 giocatori, polemiche, bufere. Per questo quando segna Caicedo indica il mister, abbraccia il mister, viene letteralmente travolto dal suo mister. Che é lo stesso che - come faceva notare il grande Alessandro Lolli - sposta fisicamente Marusic che stava rimettendo il pallone verso il portiere, e lo fa ridere per la veemenza e la fede cieca che quell'azione, l'ultima poteva finire in rete. Al resto della partita deve pensarci Inzaghi. Tanto dal 90' in poi, li frega Caicedo.

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