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    Laziomania: basta regali! 3 colpe di Inzaghi: Pereira, Caicedo e modulo

    Laziomania: basta regali! 3 colpe di Inzaghi: Pereira, Caicedo e modulo

    • Luca Capriotti
    Ora serve un cambio di passo netto. Ora serve soprattutto qualcosa di molto diverso. Servono idee nuove, meno prevedibilità, l'idea di un cambio di modulo: ora sta tutto nelle mani di Simone Inzaghi. Il momento in casa Lazio è molto delicato: 1 punto in due partite in cui la Lazio avrebbe potuto vincere è troppo poco, la rabbia sale. Il punticino preso contro il Benevento nella gara degli Inzaghi è mesto nel tabellino, meno per come è arrivato: un primo tempo a spron battuto, correndo tanto, aggredendo tanto, giocando tanto. Con l'idea di fondo che qualcosa, di base, nelle strategie, negli scenari di Simone Inzaghi stia diventando troppo facile da leggere per gli altri allenatori. Il fratello, Filippo, ha visto una Lazio furiosa, ha visto una Lazio volenterosa, ma anche una Lazio che ha creato poche palle gol. Una con Luis Alberto in solitaria - una buona partita, ma durata solo 60 minuti, troppo pochi, poi con la lingua di fuori - l'altra un prodigio vero e proprio di Immobile. Che sta salendo di livello, davvero, sta diventando stellare. Ma non basta più solo lui. 

    NUOVE IDEE ? - Va detto che il primo tempo della Lazio è stato ottimo, ma banalmente il risultato è stato quello finale. I ragazzi di Inzaghi avrebbero meritato per volontà, meno per le idee. Come mettere alla corda il Benevento? Difficile dire come pensasse di fare Inzaghi, se non con un ipnotico possesso palla. Troppo poco, troppo il solito. Il secondo tempo? Faticoso, da morire, fatto troppo poco, cambi troppo in ritardo. Anzi ne ho contate due di palle gol: una per loro - Improta - e una per Milinkovic (che forse poteva sfruttare meglio la palla di Pereira, geniale). Ma non voglio pensare solo con recriminazione a questo pareggiaccio con una buona neopromossa, ne a questo dicembre avaro di soddisfazioni: ho visto cose buone dai due neo-acquisti. 

    BENE I NUOVI, MA CAICEDO? - Escalante ha giocato una partita pulita, ordinata, con un paio di interventi difensivi di livello. Continuo a pensare che sia una mezzala, ma si sta adattando bene. Sono sempre più colpito da Andreas Pereira: è lucido, sfrontato, ha idee. Deve giocare, perfino al posto dei due intoccabili, perfino al posto di due gioielli come Luis Alberto e Milinkovic Savic. La situazione di Caicedo mi suona male: davvero doveva entrare così tardi in un match così delicato, contro una neopromossa? Non poteva entrare prima? Comincio a pensare che le richieste di mercato - o magari, qualche malizioso potrebbe dire le sue - ne stiano limando verso il basso il minutaggio. E si tratta di uno dei giocatori più in forma della Lazio: mi auguro rimanga, ma ora è troppo in forma, deve giocare di più. Detto ciò, mi spiace dirlo: il colpo vero la Lazio lo ha toppato, per l'ennesimo anno, a sinistra. Vedere Marusic mi disturba: era prevedibile a destra, a sinistra è una specie di rosario inceppato, strascicato, che vorrebbe essere intenso ma è solo noioso.

    NUOVO MODULO - Ora tocca ad Inzaghi. Come per la Lazio è stato decisivo il filotto di vittorie della scorsa stagione per ottenere la Champions League, allo stesso modo diventa fondamentale tornare a vincere con frequenza, altrimenti ci si condanna da soli ad un campionato mediocre. E per farlo serve un cambio di passo in termini di idee e coraggio. Cambiare uomini, cambiare se necessario perfino modulo: è tutto nelle mani di Inzaghi. Oddio, so che non cambierà mai modulo, ma almeno devo essere certo di averlo detto, di averci provato. Le partite abbordabili sono finite, ora si fa di nuovo sul serio: l'anno finisce con Napoli e Milan. E la Lazio non può uscirne con le ossa rossa, qui ci si gioca la stagione. Non si scherza più, non basta Immobile, ora serve Inzaghi.

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