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Laziomania: Baroni cancella il turnover, non si fida delle riserve? Squadra cotta e 2 problemi irrisolti
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Una ‘sveglia’ di quelle che fanno male. Soprattutto prima della sosta. Una pausa che servirà a ricaricare le energie fisiche e mentali, ma che non offre la possibilità di riscattarsi subito. Una débacle che, però, non può e non deve semplicemente essere catalogata come una partita no. Una partita in cui fattori imponderabili hanno portato a quella che non può che essere definita un'umiliazione. Il Bologna gioca probabilmente la partita più bella della sua stagione e merita un punteggio così ampio, con ben cinque reti messe a segno, ma la Lazio ci mette tanto del suo in quella che è una sconfitta che può pesare più dal punto di vista mentale che della classifica, nonostante il sorpasso degli emiliani.
Al netto degli infortuni, con Dele-Bashiru alla vigilia e Nuno Tavares nel riscaldamento costretti ad alzare bandiera bianca, a lasciare perplessi sono le scelte di Marco Baroni. A differenza di inizio stagione e di una prima parte d’annata sportiva simile per impegni ravvicinati e calendario intasato, il tecnico della Lazio sembra aver cambiato strategia con un turnover sempre più limitato, per non dire azzerato.
A Bologna si presenta una Lazio 'cotta' e in riserva evidente di energie fisiche e mentali. Eppure l’allenatore biancoceleste preferisce puntare ancora sugli stessi, reduci dalle fatiche di Europa League, al termine di un ciclo infernale con le quattro trasferte di fila e il doppio impegno casalingo contro Udinese e Viktoria Plzen, piuttosto che attingere dalla panchina e puntare sulle forze fresche. I mancati impieghi dei vari Noslin, Tchaouna, Belayhane e Gigot, senza dimenticare l’oggetto misterioso Ibrahimovic, destano qualche dubbio sulla fiducia che Baroni ripone nelle alternative.
Baroni si prende la responsabilità della sconfitta giustificando una prestazione orribile da parte della Lazio, nel secondo tempo totalmente in balìa degli avversari e incapace di reagire alle avversità. Ma a preoccupare maggiormente è ancora una volta il blackout, l’ennesimo in stagione, della squadra biancoceleste in avvio di secondo tempo. Un dato eloquente fotografa perfettamente la fragilità mentale dei capitolini: la Lazio è la squadra in Serie A che ha subito più goal tra il 46’ e il 60’, ben dieci. Due di questi sono arrivati al Dall’Ara e hanno dato il via all’uragano rossoblù, che si è abbattuto su Zaccagni e compagni. Un trend che a metà marzo non può essere considerato semplicemente un caso ma una carenza evidente di una squadra che paga a caro prezzo questi momenti di blocco totale.
Quanto male farà questa sconfitta lo dirà solo il tempo, o meglio lo diranno i prossimi risultati, dopo la sosta, quando inizierà un altro ciclo di gare che vedranno la Lazio impegnata tra campionato ed Europa League con il viaggio in Norvegia per affrontare il Bodo/Glimt. Tecnico e squadra fanno mea culpa dopo la seconda figuraccia stagionale dopo l’Inter, ma il momento della verità è all’orizzonte. Con la sfida casalinga contro il Torino, inizierà una serie di gare in cui non sarà concesso nessun passo falso. La Lazio deve reagire e deve farlo subito. La pausa rappresenta l’opportunità di analizzare quanto accaduto nella domenica horror di Bologna e lavorare in vista del rush finale.
Il blackout in avvio di secondo tempo è evidentemente un aspetto su cui Baroni dovrà lavorare, e non poco, così come il tabù scontri diretti: contro il Bologna è arrivata la sconfitta numero 6 in 12 incontri disputati finora, una media del 50% di sconfitte a fronte di solo tre vittorie (Milan a San Siro, Napoli al Maradona ed emiliani all’andata). Un dato rilevante e un trend, confermato anche all’Dall’Ara, che la squadra di Baroni non è riuscita a invertire, ma che può pesare enormemente sull’obiettivo da raggiungere e il piazzamento finale.
Al netto degli infortuni, con Dele-Bashiru alla vigilia e Nuno Tavares nel riscaldamento costretti ad alzare bandiera bianca, a lasciare perplessi sono le scelte di Marco Baroni. A differenza di inizio stagione e di una prima parte d’annata sportiva simile per impegni ravvicinati e calendario intasato, il tecnico della Lazio sembra aver cambiato strategia con un turnover sempre più limitato, per non dire azzerato.
A Bologna si presenta una Lazio 'cotta' e in riserva evidente di energie fisiche e mentali. Eppure l’allenatore biancoceleste preferisce puntare ancora sugli stessi, reduci dalle fatiche di Europa League, al termine di un ciclo infernale con le quattro trasferte di fila e il doppio impegno casalingo contro Udinese e Viktoria Plzen, piuttosto che attingere dalla panchina e puntare sulle forze fresche. I mancati impieghi dei vari Noslin, Tchaouna, Belayhane e Gigot, senza dimenticare l’oggetto misterioso Ibrahimovic, destano qualche dubbio sulla fiducia che Baroni ripone nelle alternative.
Baroni si prende la responsabilità della sconfitta giustificando una prestazione orribile da parte della Lazio, nel secondo tempo totalmente in balìa degli avversari e incapace di reagire alle avversità. Ma a preoccupare maggiormente è ancora una volta il blackout, l’ennesimo in stagione, della squadra biancoceleste in avvio di secondo tempo. Un dato eloquente fotografa perfettamente la fragilità mentale dei capitolini: la Lazio è la squadra in Serie A che ha subito più goal tra il 46’ e il 60’, ben dieci. Due di questi sono arrivati al Dall’Ara e hanno dato il via all’uragano rossoblù, che si è abbattuto su Zaccagni e compagni. Un trend che a metà marzo non può essere considerato semplicemente un caso ma una carenza evidente di una squadra che paga a caro prezzo questi momenti di blocco totale.
Quanto male farà questa sconfitta lo dirà solo il tempo, o meglio lo diranno i prossimi risultati, dopo la sosta, quando inizierà un altro ciclo di gare che vedranno la Lazio impegnata tra campionato ed Europa League con il viaggio in Norvegia per affrontare il Bodo/Glimt. Tecnico e squadra fanno mea culpa dopo la seconda figuraccia stagionale dopo l’Inter, ma il momento della verità è all’orizzonte. Con la sfida casalinga contro il Torino, inizierà una serie di gare in cui non sarà concesso nessun passo falso. La Lazio deve reagire e deve farlo subito. La pausa rappresenta l’opportunità di analizzare quanto accaduto nella domenica horror di Bologna e lavorare in vista del rush finale.
Il blackout in avvio di secondo tempo è evidentemente un aspetto su cui Baroni dovrà lavorare, e non poco, così come il tabù scontri diretti: contro il Bologna è arrivata la sconfitta numero 6 in 12 incontri disputati finora, una media del 50% di sconfitte a fronte di solo tre vittorie (Milan a San Siro, Napoli al Maradona ed emiliani all’andata). Un dato rilevante e un trend, confermato anche all’Dall’Ara, che la squadra di Baroni non è riuscita a invertire, ma che può pesare enormemente sull’obiettivo da raggiungere e il piazzamento finale.
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Potrei tranquillamente fare copia/incolla col commento scritto in questo spazio dopo l'udinese: s...