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    Laziomania: Milinkovic-Savic, l'uomo della riscossa di una Lazio un po' cialtrona

    Laziomania: Milinkovic-Savic, l'uomo della riscossa di una Lazio un po' cialtrona

    • Luca Capriotti

    Non è facile pesare l'importanza di questa vittoria della Lazio contro il Lecce: dopo la sconfitta umiliante - per tanti motivi - in casa contro il Celtic. Per tanti motivi: dopo l'Europa League non è mai facile, il fiato manca, circola poco ossigeno e le idee scarseggiano. Di solito. Per la Lazio no. 

    Non è facile quantificare l'apporto qualitativo di Milinkovic: zampata decisiva dopo l'erroraccio in coppa e una prestazione così così. Il serbo non è come noi: quando ci capitano queste giornate storte, nella migliore delle ipotesi la migliore opzione è rimettersi a letto e addio. Lui la butta dentro, e fa un gol che pesa tantissimo: gli altri in queste giornate-no, con poco ossigeno, tirano su le coperte sopra il naso. Di solito. Lui no.  


    Di solito le due settimane della sosta sono di stasi, o di polemica: la Lazio ci arriva sempre con qualche spunto, perché non sia mai che a Roma ci manchi un po' di rabbia, un po' di bile. E invece stavolta è terza, e che gli vuoi dire? Che in Europa League ma cosa avete fatto siete Dr Jekyll e Mr Hyde? Tutto vero. Ma, guardando alla classifica oggi, che cosa si può dire alla Lazio? Di solito, in questi casi, si gode di una piccola felicità. Di solito. 

    Di solito, lo sapete, analizzo tutto: la prestazione un po' cialtrona della fase difensiva non deve farci ingannare. Dopo la Tare League - quel momento del giovedì in cui giocano tutti gli acquisti del ds - era importante riproporre Acerbi a sinistra, che prima o poi lascerà il posto al centro ad un difensore di livello - Vavro, tra 3 o 4 cambi di pelle e scambi di persona, forse. Un esperimento riuscito, al di là dei balletti dietro.


    NOTA A MARGINE: la Lazio prende sempre gol a difesa schierata, una brutta gatta da pelare. Inzaghi di solito non ci bada molto, alla fase difensiva. Di solito chi non ci bada ad un certo punto deve cominciare ad occuparsene. Di solito. 

    Non è facile ritrovarsi, a fine partita, a fare la conta dei gol come se ci fosse Zeman, in panchina. E invece c'è Inzaghi, che a fine partita mastica soddisfazione: i suoi fanno il necessario, con qualche balletto di troppo dietro, con qualche nota stonata di tanto in tanto, ma in una tarantella continua di gol, azioni, ribaltamenti, rigori, gol, no, VAR, altro rigore. Di solito in questi casi si parla di una bellissima partita. Di solito.

    Non è facile trovare qualcosa di logico nel guazzabuglio regolamentare e burocratico che la classe arbitrale ha innalzato intorno al VAR e ai calci di rigore. Quello che succede in campo è un po' strano, una serie di situazioni per cui bisognerebbe quasi studiarsi la biblioteca di Alessandria per capirle. Non è facile, come fa il n.1 del Lecce, presentarsi in conferenza stampa e ai microfoni sbandierando una serie di regole, mentre poi esiste la prassi, la controprassi, la contraerea e le scie chimiche. Peccato, occasione persa per parlare solo di calcio numero mille milioni di miliardi. Peccato, il Lecce è una squadra da Premier, di solito in Inghilterra si gioca così, a testa alta, e si parla solo di quello. Di solito. 

    Non è facile essere Valon Berisha oggi: fischiato alle formazioni, fischiato all'ingresso in campo. Ha fatto un errore da Promozione, ciascuno è libero di sfogarsi civilmente come vuole per carità, ma il ragazzo sta vivendo una parabola brutta alla Lazio, Inzaghi mettendolo vorrebbe quasi aiutarlo. Servono più minuti, per lui: per ritrovare il Valon di Salisburgo servirebbero più minuti. Di solito così si riprendono i giocatori per i capelli, non con i fischi. Di solito.

    Solo una nota a margine: di solito la Lazio queste partite post-Europa le avrebbe perse, con tante polemiche e apertura ufficiale di un brutto periodo di sosta. Inzaghi si e ci regala una sosta con 4 gol, un sottofondo di polemiche comunque sfizioso da sentire per un calciofilo medio, e l'intuizione che c'è del buono in questa Lazio. Di solito mi e ci può bastare per essere felici. Di solito, e anche oggi. 


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