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    Laziomania: Andrà tutto bene, meglio un figlio disoccupato... che Lukaku?!

    Laziomania: Andrà tutto bene, meglio un figlio disoccupato... che Lukaku?!

    • Luca Capriotti
    Andrà tutto bene, una nuova normalità, quella che ci attente nel nostro piccolo, quella che attende la Serie A e la stagione che la Lazio ha voluto con forza concludere, ottenendo una vittoria politica importante. Una nuova normalità: lo dicono in tanti, la vita di prima - anche a livello calcistico - diventerà un ricordo lontano.

    Ci vorranno molti mesi, forse anni per fare un rewind e tornare alla situazione del 2019. Sarà bellissimo: lo Stadio Olimpico strapieno, e lo sarà, i concerti, le lunghe file verso il mare di Ostia o Fregene. Il mondo prima che arrivasse il Covid-19 tornerà, ma questo periodo credo ci abbia insegnato qualcosa, almeno in ambito calcistico. Ah, ma abbiamo imparato tante cose, andrà tutto bene. 

    COSA CI HA INSEGNATO QUESTO PERIODO DI CALCIO - Lotito dà, Lotito toglie. Intanto, come se fosse una novità per noi del mondo Lazio, tutti in Serie A hanno imparato che, quando Lotito si mette di buzzo buono e vuole qualcosa, di solito la ottiene. Alla Lazio lo sapevamo già, abbiamo assistito a querelle contrattuali infinite, a giocatori ai margini del progetto tecnico, Pandev Ledesma Keita ma sono mille e mille le beghe con cui si è trastullato il presidentissimo. Un piccolo allenamento prima di arrivare al tavolo dei grandissimi, al tavolo dei Marotta, degli Agnelli, dei Zhang. Prima di imporre pure là il suo diktat. Dategli del cinico, dategli dello schiacciasassi, ma alla fine vince lui. Quando un pesce piccolo incontra uno squalo sa che fine farà, ma in un mondo di squali Lotito non è più un pesce piccolo, e da tempo. 

    MERAVIGLIOSO MONDO DELLA STAMPA - Ci ha anche insegnato, questo beato periodo, a diffidare di una certa stampa, mentre già sapevamo la caratura finissima intellettuale di certi giocatori. Perché il simpatico Benatia - lo stesso che ha parlato di "stupro" dopo una certa sconfitta con la Juventus - deve aver proprio imparato bene il proverbiale stile Juve, quando irrompe nella diretta di Totti per scrivere nei commenti "meglio un figlio senza lavoro che uno che gioca con la Lazio". Non giova a nessuno ricordare il difficilissimo periodo economico a cui stiamo andando incontro, e quanto l'uscita sia infelice, triste, e ovviamente bollata come una simpatica boutade. Quando sul curriculum c'è scritto Roma e Juve, probabilmente si può dire quello che si vuole. Ma ne abbiamo viste tante, mica è l'unico, è in grande compagnia: un super dirigente sanitario e medico affermato che ridacchia sul futuro della Serie A - e sulle macerie - dicendo di essere della Roma, le frecciatine a Lotito 'virologo'... Ah, che sciocco, dimenticavo le grandi inchieste giornalistiche che sono state fatte sulle date dei tamponi di Rugani - dopo le dichiarazioni shock della fidanzata - sui giocatori Juve in fuga in barba al lockdown con aereo privato, di notte (abbiamo scoperto che loro, i 14 giorni, li contano in maniera strana, vedremo al loro ritorno che concezione avranno del tempo), delle dichiarazioni di Lukaku sui sintomi dei suoi compagni di squadra senza alcun tampone fatto... Avete notato? Romelu Lukaku è stato fatto passare per un povero scemo, a cui non si può lasciare un microfono in mano. Nessuno ha mai veramente pensato: e se avesse ragione? Subito levata di scudi, Inter irritata. Meglio un figlio disoccupato che Lukaku, direbbe quel buontempone di Benatia. 

    UNA NUOVA NORMALITA - L'Italia è quel paese dove, se Juventus e Inter fanno un comunicato, all'improvviso le velleità giornalistiche decadono, gli artigli della stampa si ritraggono, le grandi inchieste diventano pigolii di topolini. Che meraviglia. Andrà tutto bene. Abbiamo imparato che il calciomercato non si ferma mai, che Keita ci ha aperto una porticina (eddai, non fate i timidi, abbiamo sofferto, ma alla fine lo sappiamo tutti a Roma quanto può essere forte), che alla Lazio piace il Suarez sbagliato e Giroud viene solo se Conte gli chiude in faccia un portone, come quando, un po' tutti, ci siamo ritrovati a fare da ruota di scorta in qualche tenzone amorosa. Una nuova normalità sta arrivando: sarebbe bello se i rapporti di potere o il ruolo della stampa subissero una robusta revisionata, nel nome del popolo sovrano, che avrebbe bisogno di trasparenza e di un calcio meno privilegiato, meno elitario, meno Lamborghini e più persone sincere e schiette. Basta che non le fate passare per sceme, come avete fatto con Lukaku...

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