Redazione Calciomercato
Laziomania: ora Lotito aiuti Baroni sul mercato
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Il momento più difficile finora. Quella fase in cui tutto inizia a girare male e servono gli uomini, come Baroni ha definito i suoi ragazzi, per rialzare la testa e tornare a respirare. La Lazio non riesce a ritrovarsi dopo la delusione del derby perso contro la Roma e inciampa in un deludente 1-1 casalingo contro il Como. Un risultato che mostra tutte le difficoltà dei biancocelesti in questa fase della stagione: la squadra di Baroni, ancora scossa psicologicamente e appesantita dalle numerose assenze, ha dato l’impressione di essere spenta, in carenza d’ossigeno e senza soluzioni alternative a disposizione, complici gli infortuni e un mercato che stenta a decollare.
ALTRA FALSA PARTENZA - Nonostante l’avvio sottotono, la Lazio è riuscita a chiudere la prima frazione in vantaggio, pur senza brillare. Come già accaduto contro la Roma nel derby, i biancocelesti hanno sofferto molto i primi venti minuti di gara, periodo in cui dall’inizio della stagione hanno già incassato sette reti, due delle quali contro i giallorossi. Questa volta, però, un po’ di fortuna, l’imprecisione del Como e Provedel hanno fermato un Como arrembante sin dall’avvio, con la Lazio ha trovato alla prima occasione - o quasi - il gol di Dia, che sembrava poter dare maggiore fiducia e coraggio. E invece, paradossalmente, dopo la rete i padroni di casa hanno continuato a farsi schiacciare.
TREMOLADA HORROR - Il momento spartiacque è arrivato nella ripresa, con il secondo giallo comminato a Tchaouna che ha lasciato la Lazio in inferiorità numerica. Un cartellino rosso inesistente. Proprio quell’episodio ha cambiato volto al match, spezzando l’inerzia che la Lazio sembrava aver ritrovato. Clamoroso è stato anche l’errore del VAR nel non poter intervenire per correggere la decisione, mostrando i limiti di uno strumento che, usato in modo così rigido, finisce per essere poco utile. A onor del vero, Luca Pellegrini viene graziato per una grave ingenuità in occasione della trattenuta su Assane Diao dopo essere già ammonito. Discorso diverso per quanto riguarda il discutissimo contatto Gigot-Nico Paz. Il difensore biancoceleste interviene in maniera decisa, forse troppo, ma il tocco sul pallone è precedente al fermo immagine che continua a girare sul web ed è già virale. Un aspetto non considerato da coloro che già urlano allo scandalo, senza aver però osservato attentamente l’accaduto.
LAZIO STANCA E SENZA IDEE - Con un uomo in meno, la Lazio è andata in grande difficoltà, subendo l’iniziativa di un Como che ha dominato in lungo e in largo, sia quando le squadre erano in parità numerica sia dopo l’espulsione. L’1-1 finale, arrivato in seguito al gol che ha punito l’ennesimo calo di concentrazione della difesa, è sembrato quasi un male minore per i biancocelesti, che hanno rischiato sia di vincerla che di perderla. Emblematica la clamorosa occasione capitata nel finale a Dia e Guendouzi, incapaci di concludere a porta quasi sguarnita, a pochi passi da Butez. L’immagine che racchiude, probabilmente, il momento di difficoltà biancocelesti.
EMERGENZA E MERCATO - Gli infortuni e la condizione fisica precaria stanno incidendo pesantemente sul momento difficile della Lazio. Baroni si è trovato costretto a soluzioni d’emergenza, come Tavares schierato esterno alto sinistro e l’impiego di Hysaj, ripescato all’ultimo per mancanza di alternative e reinserito in lista Serie A per necessità, insieme a Basic, altro calciatore fuori dal progetto Lazio. Allo stesso modo, Guendouzi e Rovella sono stati costretti a giocare praticamente 100 minuti a gara, senza la possibilità di rifiatare. L’allenatore biancoceleste aveva chiesto aiuto dal mercato per dare profondità alla rosa, soprattutto in un periodo così complicato, ma finora non ci sono stati innesti in grado di offrirgli alternative. Le parole del presidente Lotito hanno reso di dominio pubblico l’offerta presentata all’Empoli per Fazzini, testimonianza della volontà del club di andare in soccorso del proprio allenatore, ma in un momento così delicato servirebbe maggiore celerità nell’andare a chiude le operazioni e piombare su un’alternativa di valore nel caso in cui arrivasse la definitiva fumata nera.
2 VITTORIE IN 7 GARE - Dopo un inizio di stagione sorprendente, la Lazio ha raccolto soltanto due vittorie nelle ultime sette partite, evidenziando un crollo che va oltre il solo aspetto fisico. L’approccio alle gare nelle ultime due sfide, sempre troppo timido e condizionato dalla paura di sbagliare, è uno dei problemi principali. Emblematico il fatto che la squadra abbia subito gol nei primi minuti di gioco in diverse occasioni, compreso il derby con la Roma, che ha evidentemente lasciato strascichi pesanti anche a livello mentale. Non semplicemente un caso il fatto che ancora una volta la Lazio abbia subito l’iniziativa degli avversari in casa, con il Como che fino al gol di Dia che domina in lungo e in largo e sfiora a più riprese quello che sarebbe stato un gol meritato.
DIFESA DISTRATTA - Oltre alle difficoltà offensive, la Lazio si ritrova con una difesa che concede troppe palle nitide agli avversari. Se nella prima fase del campionato i biancocelesti avevano mostrato una discreta solidità, le ultime uscite sono state caratterizzate da errori di concentrazione e poca reattività, complici gli infortuni e il continuo turnover forzato di Baroni. Certamente gli infortuni e le defezioni continue incidono sul rendimento, ma la sensazione è che qualcosa scricchioli in un sistema in cui partecipano tutti, attaccanti compresi.
PAREGGIO AMARO - Il sogno di “cancellare” subito il derby e riprendere la corsa è svanito di fronte alla mancanza di lucidità dei giocatori più importanti nei momenti decisivi, come nell’occasione Guendouzi-Dia. A rendere tutto più amaro il ricordo della vittoria netta (5-1) ottenuta all’andata in trasferta, quando la squadra sembrava viaggiare con tutto un altro spirito. Un risultato probabilmente troppo largo, che non testimonia la reale distanza tra le due squadre, ma che aumenta i rimpianti per i due punti persi all’Olimpico, nel giorno della commuovente festa per i 125 anni. Una notte magica, in cui prima del match la società e la Curva Nord hanno realizzato uno spettacolo straordinario per celebrare degnamente l’anniversario della fondazione del club, quel 9 maggio 1900 in Piazza della Libertà, nel cuore di Roma.
INTERVENIRE SUBITO - L’1-1 finale contro il Como è un mezzo passo falso che lascia aperti molti interrogativi: la Lazio è apparsa stanca e a corto di idee, paga infortuni e squalifiche e l’assenza di rinforzi dal mercato, e deve correggere un approccio alle partite che finora si è rivelato lacunoso. Baroni avrà il compito di restituire certezze a un gruppo che ha ancora il potenziale per lottare ai piani alti, ma che ora sembra smarrito. Con la finestra di mercato ancora aperta, la speranza è che possano arrivare a breve rinforzi e che la squadra possa ritrovare quel carattere già vista per lunghi tratti di questa stagione e la solidità difensiva, per non vanificare quanto di buono la squadra aveva mostrato a inizio stagione.
ALTRA FALSA PARTENZA - Nonostante l’avvio sottotono, la Lazio è riuscita a chiudere la prima frazione in vantaggio, pur senza brillare. Come già accaduto contro la Roma nel derby, i biancocelesti hanno sofferto molto i primi venti minuti di gara, periodo in cui dall’inizio della stagione hanno già incassato sette reti, due delle quali contro i giallorossi. Questa volta, però, un po’ di fortuna, l’imprecisione del Como e Provedel hanno fermato un Como arrembante sin dall’avvio, con la Lazio ha trovato alla prima occasione - o quasi - il gol di Dia, che sembrava poter dare maggiore fiducia e coraggio. E invece, paradossalmente, dopo la rete i padroni di casa hanno continuato a farsi schiacciare.
TREMOLADA HORROR - Il momento spartiacque è arrivato nella ripresa, con il secondo giallo comminato a Tchaouna che ha lasciato la Lazio in inferiorità numerica. Un cartellino rosso inesistente. Proprio quell’episodio ha cambiato volto al match, spezzando l’inerzia che la Lazio sembrava aver ritrovato. Clamoroso è stato anche l’errore del VAR nel non poter intervenire per correggere la decisione, mostrando i limiti di uno strumento che, usato in modo così rigido, finisce per essere poco utile. A onor del vero, Luca Pellegrini viene graziato per una grave ingenuità in occasione della trattenuta su Assane Diao dopo essere già ammonito. Discorso diverso per quanto riguarda il discutissimo contatto Gigot-Nico Paz. Il difensore biancoceleste interviene in maniera decisa, forse troppo, ma il tocco sul pallone è precedente al fermo immagine che continua a girare sul web ed è già virale. Un aspetto non considerato da coloro che già urlano allo scandalo, senza aver però osservato attentamente l’accaduto.
LAZIO STANCA E SENZA IDEE - Con un uomo in meno, la Lazio è andata in grande difficoltà, subendo l’iniziativa di un Como che ha dominato in lungo e in largo, sia quando le squadre erano in parità numerica sia dopo l’espulsione. L’1-1 finale, arrivato in seguito al gol che ha punito l’ennesimo calo di concentrazione della difesa, è sembrato quasi un male minore per i biancocelesti, che hanno rischiato sia di vincerla che di perderla. Emblematica la clamorosa occasione capitata nel finale a Dia e Guendouzi, incapaci di concludere a porta quasi sguarnita, a pochi passi da Butez. L’immagine che racchiude, probabilmente, il momento di difficoltà biancocelesti.
EMERGENZA E MERCATO - Gli infortuni e la condizione fisica precaria stanno incidendo pesantemente sul momento difficile della Lazio. Baroni si è trovato costretto a soluzioni d’emergenza, come Tavares schierato esterno alto sinistro e l’impiego di Hysaj, ripescato all’ultimo per mancanza di alternative e reinserito in lista Serie A per necessità, insieme a Basic, altro calciatore fuori dal progetto Lazio. Allo stesso modo, Guendouzi e Rovella sono stati costretti a giocare praticamente 100 minuti a gara, senza la possibilità di rifiatare. L’allenatore biancoceleste aveva chiesto aiuto dal mercato per dare profondità alla rosa, soprattutto in un periodo così complicato, ma finora non ci sono stati innesti in grado di offrirgli alternative. Le parole del presidente Lotito hanno reso di dominio pubblico l’offerta presentata all’Empoli per Fazzini, testimonianza della volontà del club di andare in soccorso del proprio allenatore, ma in un momento così delicato servirebbe maggiore celerità nell’andare a chiude le operazioni e piombare su un’alternativa di valore nel caso in cui arrivasse la definitiva fumata nera.
2 VITTORIE IN 7 GARE - Dopo un inizio di stagione sorprendente, la Lazio ha raccolto soltanto due vittorie nelle ultime sette partite, evidenziando un crollo che va oltre il solo aspetto fisico. L’approccio alle gare nelle ultime due sfide, sempre troppo timido e condizionato dalla paura di sbagliare, è uno dei problemi principali. Emblematico il fatto che la squadra abbia subito gol nei primi minuti di gioco in diverse occasioni, compreso il derby con la Roma, che ha evidentemente lasciato strascichi pesanti anche a livello mentale. Non semplicemente un caso il fatto che ancora una volta la Lazio abbia subito l’iniziativa degli avversari in casa, con il Como che fino al gol di Dia che domina in lungo e in largo e sfiora a più riprese quello che sarebbe stato un gol meritato.
DIFESA DISTRATTA - Oltre alle difficoltà offensive, la Lazio si ritrova con una difesa che concede troppe palle nitide agli avversari. Se nella prima fase del campionato i biancocelesti avevano mostrato una discreta solidità, le ultime uscite sono state caratterizzate da errori di concentrazione e poca reattività, complici gli infortuni e il continuo turnover forzato di Baroni. Certamente gli infortuni e le defezioni continue incidono sul rendimento, ma la sensazione è che qualcosa scricchioli in un sistema in cui partecipano tutti, attaccanti compresi.
PAREGGIO AMARO - Il sogno di “cancellare” subito il derby e riprendere la corsa è svanito di fronte alla mancanza di lucidità dei giocatori più importanti nei momenti decisivi, come nell’occasione Guendouzi-Dia. A rendere tutto più amaro il ricordo della vittoria netta (5-1) ottenuta all’andata in trasferta, quando la squadra sembrava viaggiare con tutto un altro spirito. Un risultato probabilmente troppo largo, che non testimonia la reale distanza tra le due squadre, ma che aumenta i rimpianti per i due punti persi all’Olimpico, nel giorno della commuovente festa per i 125 anni. Una notte magica, in cui prima del match la società e la Curva Nord hanno realizzato uno spettacolo straordinario per celebrare degnamente l’anniversario della fondazione del club, quel 9 maggio 1900 in Piazza della Libertà, nel cuore di Roma.
INTERVENIRE SUBITO - L’1-1 finale contro il Como è un mezzo passo falso che lascia aperti molti interrogativi: la Lazio è apparsa stanca e a corto di idee, paga infortuni e squalifiche e l’assenza di rinforzi dal mercato, e deve correggere un approccio alle partite che finora si è rivelato lacunoso. Baroni avrà il compito di restituire certezze a un gruppo che ha ancora il potenziale per lottare ai piani alti, ma che ora sembra smarrito. Con la finestra di mercato ancora aperta, la speranza è che possano arrivare a breve rinforzi e che la squadra possa ritrovare quel carattere già vista per lunghi tratti di questa stagione e la solidità difensiva, per non vanificare quanto di buono la squadra aveva mostrato a inizio stagione.
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Parlo come se la nostra fosse una società normale: andrebbero riviste alcune cose. Castrovilli: s...