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    Laziomania: Addio Champions e la colpa è solo di Inzaghi

    Laziomania: Addio Champions e la colpa è solo di Inzaghi

    • Luca Capriotti
    Addio Champions, e quello che è successo ha un solo colpevole, ed è l'allenatore della Lazio. Cercherò di non calcare troppo la mano e cancellare la metà di quello che vorrei scrivere, ma non posso togliere tutto quello che mi passa nella testa mentre l'Atalanta dilaga all'Olimpico Farò un'analisi di quello che ho visto, testimone intristito di una Lazio che non ha nemmeno avuto bisogno di scansarsi - stai tranquillo Claudiè, alla fine ci ha pensato Romero ha restituire la cortesia che hai tolto al mondo. Ci ha pensato la pochezza dei suoi interpreti ad impiccare le speranze di Champions, già ridotte, della Lazio. Che esce tra i fischi nonostante uno starting gol importante. E ora guarda alla Coppa Italia come ultima partita utile, l'unica del finale di stagione che conti qualcosa di grosso.

    COSE BRUTTE - Non voglio parlare della bassezza tecnica che Wallace ha infilato durante il secondo tempo, consegnando la partita nelle mani grate di Gomez. No, e non lo faccio perché la storia calcistica di questo giocatore a Roma è arcinota: dal passaggio a Strootman alla pioggia - di fischi - dell'Olimpico è chiaro che non c'è stato alcun miglioramento, ma solo maldestri tentativi di inserirlo in un contesto di logica tecnica che non gli può appartenere. A me l'idea che si debba fischiare un proprio giocatore con insistenza non fa impazzire, ma sarò strano io. Non mi permetto di criticare nemmeno il silenzioso Olimpico: salire sul carro dei capiscioni è uno sport troppo estremo per me, oggi. 

    INZAGHI CHE FAI - Quello che mi preoccupa non è Wallace, ma banalmente chi ha riflettuto con attenzione e ponderato la scelta di piazzarlo in campo, forse per provare a frenare la fisicità di Zapata, che ha avuto comunque agio e possibilità di esprimersi a suo piacimento. Mi preoccupa Simone Inzaghi: la scelta di Marusic a sinistra è obbligata, ma comunque foriera di principio di disperazione. Ha difficoltà sulla sua fascia, sull'altra ha solo trovato il modo di vedersi la partita senza pagare un euro a Sky. Ma Wallace è frutto di un ragionamento, di una logica: e non è l'unica scelta che francamente non appoggio.

    CAICEDO IMMOBILE - Quella che mi preoccupa è la domanda: perché? E mi riferisco al cambio che ha di fatto rintronato le possibilità offensive della Lazio: togliere Caicedo per Correa, che entra con dei capelli illegali, è un insulto al coraggio. Inzaghi sputa in faccia alla virtù dei forti scegliendo di conservare, rintuzzare, preservare. Dall'altra parte un'Atalanta a grande intensità, con identità precisa, velocità di testa. 

    SECONDO TEMPO MON AMOUR - La Lazio, lo sapevamo tutti, nel secondo tempo sarebbe crollata. Non è riuscita a capitalizzare un buon primo tempo, e addio Champions. Ma Inzaghi? La sua è doppia assenza di coraggio: decide di non lasciare in campo due punte, e non solo. Sceglie anche di far rimanere in campo Ciro Immobile, che sta palesando difficoltà importanti,  non è in forma, non riesce ad uscire anche da un blocco da scrittore, anzi, da goleador. 

    ADDIO CHAMPIONS - L'impressione di utilità e concretezza che oggi dà Caicedo, questo Immobile purtroppo non la garantisce: allora perchè lasciarlo in campo? In certe partite, si fa un favore ad un titolare togliendolo. Si faceva un favore anche a non mettere Wallace, ma in quel caso a tutti: delle due l'una. O Inzaghi si riscopre coraggioso, e cerca di onorare con i suoi questo finale di stagione, in particolare QUELLA partita; o almeno cerchi di praticare le vie che la ragion comune ritiene scontate, banali. Evitare di mettere in campo giocatori dannosi, per esempio. Tertium non datur, Champions nemmeno, con questi interpreti. 

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