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  • Laziomania: addio ai 'Fantastici 4', si chiude un'era da 386 gol. Lotito contro tutti, ma ora servono altri Guendouzi

    Laziomania: addio ai 'Fantastici 4', si chiude un'era da 386 gol. Lotito contro tutti, ma ora servono altri Guendouzi

    • Alessandro De Felice
    La fine di un’era. La naturale chiusura di un ciclo. L’addio di Ciro Immobile segna di fatto la fine di un capitolo della storia della Lazio. Una storia durata otto anni, con la promozione a sorpresa di Simone Inzaghi sulla panchina della prima squadra dopo il dietrofront di Marcelo Bielsa. Un’estate rovente, che poi vedrà i biancocelesti accogliere quello che diventerà anno dopo anno e gol dopo gol il miglior marcatore all-time della storia del club. 

    Il trasferimento dell’attaccante classe 1990 di Torre Annunziata al Besiktas traccia una linea tra passato e futuro. L’ultimo dei quattro addii pesantissimi per una Lazio che nell’ultimo anno ha perso non solo quattro pilastri della formazione e dello spogliatoio ma anche un contributo di 386 gol totali.

    Un anno fa la cessione di Sergej Milinkovic-Savic, passato ai sauditi dell’Al Hilal, mentre questa estate hanno salutato Felipe Anderson e Luis Alberto prima dell’ormai ex capitano. I calciatori passano, il club resta. Ma i nomi dei ‘Fantastici 4’ restano indelebilmente nella storia della società capitolina dopo aver conquistato tre trofei e per due volte la qualificazione alla Champions League, prima con Inzaghi e poi con Sarri.

    Addii pesanti sotto il punto di vista tecnico e della personalità alla quale la società dovrà sopperire attraverso innesti di livello sul mercato.

    Cambiamenti e novità. Quella in corso rappresenta un’estate atipica per l’ambiente biancoceleste. A meno d’una settimana dall’inizio del ritiro, il presidente Lotito e il direttore sportivo Fabiani hanno già messo a segno quattro colpi.

    Sono arrivati Noslin dal Verona, Tchaouna dalla Salernitana, Dele-Bashiru dall’Hatayaspor e Nuno Tavares dall’Arsenal. Colpi interessanti e profili in grado di poter risolvere quel ‘mal di gol’ che la squadra biancoceleste ha pagato nella passata stagione. Una prevedibilità che è la Lazio ha pagato a caro prezzo, soprattutto con Sarri in panchina. Difetto confermato anche sotto la gestione Tudor, seppur con risultati diversi, con la squadra che ha beneficiato del cambio in panchina per scuotersi e ha trovato nuova linfa in vista del finale di stagione.

    I profili dei nuovi acquisti hanno comune comuni denominatori la capacità di saltare l’uomo nell’uno contro uno, la velocità e la fisicità, caratteristiche fondamentali. Allo stesso tempo, però, rappresentano delle incognite alla luce della giovane età e soprattutto delle esperienze passate, eccezion fatta per Nuno Tavares. Per questo servirà probabilmente tempo per i vari Noslin, Tchaouna e Dele-Bashiru per ambientarsi in una piazza calda quanto esigente come quella laziale. 

    Ad un mese dal via del campionato e soprattutto a 44 giorni dalla fine della sessione estiva del calciomercato, giudicare il mercato della Lazio risultato affrettato e ingiusto. Davanti c’è tutto il tempo per lavorare e chiudere nuove operazioni per la dirigenza.

    Di certo hanno fatto rumore le dichiarazione del presidente Lotito, che si conferma vulcanico e non risparmia dichiarazioni ad effetto. I fatti dicono che la Lazio ha già preso sei giocatori, come il numero uno ha sottolineato, ma pensare che gli acquisti già conclusi e bastino sarebbe un errore, così come il ‘solo’ innesto di Mason Greenwood, giocatore di grandissimo talento ma che non potrebbe rimpiazzare la personalità e la leadership di calciatori del calibro di Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson.

    La Lazio ha bisogno di gente pronta e navigata. Profili che conoscono bene la Serie A o uno degli altri 4 top campionati, avendo già militato in uno di essi, e che possa garantire un apporto immediato dal punto di vista tecnico-tattico e della personalità alla squadra di Baroni. Un identikit simile a quello di Matteo Guendouzi, arrivato la scorsa estate dal Marsiglia e senza dubbio colpo azzeccato della dirigenza biancoceleste. 

    No, non è sbagliato parlare di singoli, come afferma Lotito. È chiaro che il collettivo può fare la differenza, ma sono i singoli ad alzare il livello, sia dal punto di vista tecnico che della personalità. E sono i campioni a risolvere le partite più complicate e trovare la giocata vincente quando serve i guizzo. Proprio come hanno dimostrato nel corso degli anni i vari Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Felipe Anderson e Immobile.

    Una dichiarazione a cui ha fatto seguito quella su Immobile, scaricato da Lotito dopo otto anni da capitano e bomber della Lazio. 

    “Lo scorso anno Immobile ha fatto bene?! È come se hai una macchina che si ferma per strada, a noi serve una che cammini”.

    Parole che non potranno far piacere all’ex capitano della Lazio e che non sono piaciute nemmeno ai tifosi, che dopo l’addio continuano a mostrare concretamente la riconoscenza e l’affetto nei confronti del calciatore e dell’uomo, uno che fatto la storia del club e che ha difeso fino alla fine i colori biancocelesti. Uno che è ha scritto pagine indelebili della società capitolina e che è diventato un’icona, personificando i valori della lazialità, in cui adulti e bambini si sono identificati.

    Nell’intervento ai cronisti presenti, Lotito ha anche aggiunto: “Abbiamo speso più della Juventus” e “Greenwood? Se i tifosi lo vogliono mettano i soldi”. 

    Per quanto riguarda il confronto con il club bianconeri, l’uscita di Lotito appare superficiale e priva di fondamenta il 15 luglio e alla luce degli investimenti fatti dal nuovo direttore tecnico Giuntoli, in attesa di nuovi colpi. E intanto nel ritiro parte la colletta, la risposta goliardica dei tifosi al numero uno... 

    Sull’inglese e la trattativa con lo United, invece, i tifosi della Lazio stanno rispondendo ancora una volta con i fatti. La numerosa presenza ad Auronzo di Cadore, nel ritiro sotto le Tre Cime di Lavaredo è solo l’ultima dimostrazione del legame tra la squadra e la sua gente, sempre al seguito dei biancocelesti, all’Olimpico e in trasferta.

    Ora tocca a Lotito e a Fabiani dare il via ad un nuovo ciclo con giocatori all’altezza della Lazio. Non solo scommesse ma profili affermati e garanzie per una squadra che deve ricostruirsi e scrivere un nuovo capitolo dopo l’arrivo di Baroni e l’addio dei ‘Fantastici 4’, coloro che hanno garantito 386 gol e che non saranno dimenticati. 

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