Laziomania: addio ai 'Fantastici 4', si chiude un'era da 386 gol. Lotito contro tutti, ma ora servono altri Guendouzi
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Il trasferimento dell’attaccante classe 1990 di Torre Annunziata al Besiktas traccia una linea tra passato e futuro. L’ultimo dei quattro addii pesantissimi per una Lazio che nell’ultimo anno ha perso non solo quattro pilastri della formazione e dello spogliatoio ma anche un contributo di 386 gol totali.
Un anno fa la cessione di Sergej Milinkovic-Savic, passato ai sauditi dell’Al Hilal, mentre questa estate hanno salutato Felipe Anderson e Luis Alberto prima dell’ormai ex capitano. I calciatori passano, il club resta. Ma i nomi dei ‘Fantastici 4’ restano indelebilmente nella storia della società capitolina dopo aver conquistato tre trofei e per due volte la qualificazione alla Champions League, prima con Inzaghi e poi con Sarri.
Addii pesanti sotto il punto di vista tecnico e della personalità alla quale la società dovrà sopperire attraverso innesti di livello sul mercato.
Cambiamenti e novità. Quella in corso rappresenta un’estate atipica per l’ambiente biancoceleste. A meno d’una settimana dall’inizio del ritiro, il presidente Lotito e il direttore sportivo Fabiani hanno già messo a segno quattro colpi.
Sono arrivati Noslin dal Verona, Tchaouna dalla Salernitana, Dele-Bashiru dall’Hatayaspor e Nuno Tavares dall’Arsenal. Colpi interessanti e profili in grado di poter risolvere quel ‘mal di gol’ che la squadra biancoceleste ha pagato nella passata stagione. Una prevedibilità che è la Lazio ha pagato a caro prezzo, soprattutto con Sarri in panchina. Difetto confermato anche sotto la gestione Tudor, seppur con risultati diversi, con la squadra che ha beneficiato del cambio in panchina per scuotersi e ha trovato nuova linfa in vista del finale di stagione.
I profili dei nuovi acquisti hanno comune comuni denominatori la capacità di saltare l’uomo nell’uno contro uno, la velocità e la fisicità, caratteristiche fondamentali. Allo stesso tempo, però, rappresentano delle incognite alla luce della giovane età e soprattutto delle esperienze passate, eccezion fatta per Nuno Tavares. Per questo servirà probabilmente tempo per i vari Noslin, Tchaouna e Dele-Bashiru per ambientarsi in una piazza calda quanto esigente come quella laziale.
Ad un mese dal via del campionato e soprattutto a 44 giorni dalla fine della sessione estiva del calciomercato, giudicare il mercato della Lazio risultato affrettato e ingiusto. Davanti c’è tutto il tempo per lavorare e chiudere nuove operazioni per la dirigenza.
Di certo hanno fatto rumore le dichiarazione del presidente Lotito, che si conferma vulcanico e non risparmia dichiarazioni ad effetto. I fatti dicono che la Lazio ha già preso sei giocatori, come il numero uno ha sottolineato, ma pensare che gli acquisti già conclusi e bastino sarebbe un errore, così come il ‘solo’ innesto di Mason Greenwood, giocatore di grandissimo talento ma che non potrebbe rimpiazzare la personalità e la leadership di calciatori del calibro di Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson.
La Lazio ha bisogno di gente pronta e navigata. Profili che conoscono bene la Serie A o uno degli altri 4 top campionati, avendo già militato in uno di essi, e che possa garantire un apporto immediato dal punto di vista tecnico-tattico e della personalità alla squadra di Baroni. Un identikit simile a quello di Matteo Guendouzi, arrivato la scorsa estate dal Marsiglia e senza dubbio colpo azzeccato della dirigenza biancoceleste.
No, non è sbagliato parlare di singoli, come afferma Lotito. È chiaro che il collettivo può fare la differenza, ma sono i singoli ad alzare il livello, sia dal punto di vista tecnico che della personalità. E sono i campioni a risolvere le partite più complicate e trovare la giocata vincente quando serve i guizzo. Proprio come hanno dimostrato nel corso degli anni i vari Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Felipe Anderson e Immobile.
Una dichiarazione a cui ha fatto seguito quella su Immobile, scaricato da Lotito dopo otto anni da capitano e bomber della Lazio.
“Lo scorso anno Immobile ha fatto bene?! È come se hai una macchina che si ferma per strada, a noi serve una che cammini”.
Parole che non potranno far piacere all’ex capitano della Lazio e che non sono piaciute nemmeno ai tifosi, che dopo l’addio continuano a mostrare concretamente la riconoscenza e l’affetto nei confronti del calciatore e dell’uomo, uno che fatto la storia del club e che ha difeso fino alla fine i colori biancocelesti. Uno che è ha scritto pagine indelebili della società capitolina e che è diventato un’icona, personificando i valori della lazialità, in cui adulti e bambini si sono identificati.
Nell’intervento ai cronisti presenti, Lotito ha anche aggiunto: “Abbiamo speso più della Juventus” e “Greenwood? Se i tifosi lo vogliono mettano i soldi”.
Per quanto riguarda il confronto con il club bianconeri, l’uscita di Lotito appare superficiale e priva di fondamenta il 15 luglio e alla luce degli investimenti fatti dal nuovo direttore tecnico Giuntoli, in attesa di nuovi colpi. E intanto nel ritiro parte la colletta, la risposta goliardica dei tifosi al numero uno...
Sull’inglese e la trattativa con lo United, invece, i tifosi della Lazio stanno rispondendo ancora una volta con i fatti. La numerosa presenza ad Auronzo di Cadore, nel ritiro sotto le Tre Cime di Lavaredo è solo l’ultima dimostrazione del legame tra la squadra e la sua gente, sempre al seguito dei biancocelesti, all’Olimpico e in trasferta.
Ora tocca a Lotito e a Fabiani dare il via ad un nuovo ciclo con giocatori all’altezza della Lazio. Non solo scommesse ma profili affermati e garanzie per una squadra che deve ricostruirsi e scrivere un nuovo capitolo dopo l’arrivo di Baroni e l’addio dei ‘Fantastici 4’, coloro che hanno garantito 386 gol e che non saranno dimenticati.