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    Laziomania: 3° attacco d'Europa, meglio di Real e Atalanta. Cagliari, proteste assurde: Ayroldi perfetto

    Laziomania: 3° attacco d'Europa, meglio di Real e Atalanta. Cagliari, proteste assurde: Ayroldi perfetto

    • Alessandro De Felice
    Detto, fatto! Una partita sporca. Una Lazio meno cinica del solito batte un avversario ostico, con il coltello tra i denti e a caccia di punti salvezza. Una prova di maturità che la squadra di Baroni supera, con i tre punti in tasca che vale il terzo posto con Atalanta e Fiorentina, a -3 dalla vetta. Doveva essere una gara ricca di inside e lo è stata. I biancocelesti giocano tutte le carte a disposizione tra titolari e subentrati e trovano il bandolo della matassa grazie al piede e alle intuizioni di Luca Pellegrini, che sostituisce egregiamente Nuno Tavares, e alla freddezza di Dia e di capitan Zaccagni, che trasforma in oro il primissimo pallone toccato e lo manda in porta sul calcio di rigore che decide la sfida dell'Olimpico.

    “Non possiamo vincere sempre 3/4-0” ha sottolineato Baroni a fine match. Eppure sarebbe stato tutto sommato un risultato giusto alla luce della mole di gioco e di occasioni create. La Lazio parte fortissima e alla prima occasione sblocca il risultato col tap-in di Dia; poi colpisce il palo con Castellanos dalla lunga distanza e finisce per concludere a ripetizione senza però trovare il raddoppio. I numeri parlano chiaro: al netto di una vittoria arrivata di misura, contro il Cagliari la squadra di Baroni totalizza il secondo numero più alto di conclusioni (20). Una prestazione offensiva che si piazza solamente alle spalle di quella di Como di giovedì scorso.

    L’Olimpico è sempre più un fortino per i biancocelesti, che in casa restano imbattuti e conquistano la vittoria numero cinque di fila e la sesta in stagione (il pari contro il Milan) e che tra le mura amiche trovano il tredicesimo risultato positivo di fila (11 vittorie e due pareggi). Ma i dati più esaltanti sono quello che riguardano l’attacco. A quota 9, i biancocelesti sono in testa alla speciale classifica dei gol realizzati negli ultimi 15 minuti di gara, segnale di una squadra che non molla mai. Inoltre, quello biancoceleste è il terzo miglior reparto d’Europa tra tutte le competizioni con 27 reti, alle spalle di Barcellona (38) e Bayern Monaco (30) e davanti a Real Madrid (21) e Atalanta (19).

    Paradossalmente, il gol in avvio soddisfa la grande fame di una squadra partita ancora una volta col piede sull’acceleratore e a caccia sin dai primi secondi della rete. Il Cagliari trova il pari in modo del tutto fortunoso, con una conclusione che trova la deviazione involontaria di Gila che diventa decisiva, e si chiude, provando a difendere il pari. Con le risorse dalla panchina, l’intuizione di Pellegrini e il ritrovato capitan Zaccagni, i biancocelesti rimettono la testa definitivamente avanti.

    Una vittoria matura, come l’ha definitiva lo stesso Baroni, di una squadra che in attesa della prova del nove negli scontri diretti non deve fallire le sfide più agevoli - almeno sulla carta, come quella di Monza di domenica prossima - per racimolare un bottino importante e restare aggrappata alle squadre di vertice. Con spensieratezza e senza particolari pressioni, sapendo di voler provare a fare meglio rispetto alla scorsa stagione ma che la strada è quella giusta indipendentemente dai risultati.

    Ciò che stona nella notte dell’Olimpico sono le proteste del Cagliari e in particolare del direttore sportivo Nereo Bonato ai microfoni dei cronisti a fine gara. Il dirigente lamenta un trattamento - a suo modo di vedere - di favore alla Lazio da parte dell’arbitro Ayroldi, giustificando le dichiarazioni con il numero di ammoniti nel primo tempo, senza analizzare gli interventi e le cause di tali ammonizioni. Una sorta di conteggio non supportato da fatti reali e dimostrazioni di un presunto trattamento di favore agli avversari.

    A tutto ciò si aggiunge la doppia espulsione in pochi secondi per Yerry Mina e Adopo, con il Cagliari che va sotto nel punteggio e negli uomini in meno di 2 minuti. Bonato dovrebbe, però, analizzare attentamente il comportamento aggressivo e forse oltre il limite imposto dal regolamento da parte dei suoi giocatori, come nel caso del colombiano, che usa le maniere ‘cattive’ con Castellanos sin dai primi minuti e finisce per farsi espellere all’ennesimo fallo commesso, a palla lontana.

    Per quanto riguarda il secondo giallo ad Adopo, chiaramente in una situazione di nervosismo e tensione quel secondo giallo poteva essere evitato, ma in questo caso appare alquanto strana e di cattivo esempio la posizione del Cagliari di difendere il proprio tesserato, seppur in torto evidente, giustificando una protesta ben oltre i limiti. Una scelta non solo poco educativa ma anche poco lucida.

    Sul contatto Zortea-Pellegrini che causa il rigore decisivo, invece, ci sono pochi dubbi con l’ex Sassuolo e Atalanta che interviene in ritardo e il terzino mancino dei biancocelesti che è furbo e lesto ad approfittare di un’indecisione dell’avversario e tentare l’anticipo. Un episodio che il DS del Cagliari definisce "difficile da decifrare", focalizzandosi sulle intenzioni, che secondo questa teoria annullerebbero ogni fallo. Una tesi che non sta in piedi.

    Il quadro che emerge dalle parole di Bonato, dunque, è di una società che corre ai microfoni per lamentarsi dell’arbitraggio senza analizzare attentamente e con lucidità l’operato dei propri giocatori e ciò che ha portato a determinate decisioni. Lo stesso direttore, infatti, non cita casi specifici, ma parla di ‘disequilibrio’ nelle valutazioni. Eppure dovrebbe focalizzarsi sugli interventi al limite e sul comportamento dei propri calciatori, che come determina il regolamento, si sono spinti ben oltre la soglia prevista. Un qualcosa che però non appare chiaro, con la società che ha preferito scaricare le colpe sull’arbitraggio piuttosto di fare un’analisi introspettiva e valutare attentamente quanto fatto sul campo, sia dal punto di vista tecnico-tattico che soprattutto comportamentale.

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