Dieci giorni alla partenza per il ritiro di Auronzo, ed un fantasma che torna ad aleggiare sulla Lazio: quello della rosa extra-large. Il problema che ha caratterizzato le ultime due estati biancocelesti si ripropone anche quest'anno. Anche perché a fronte di acquisti già perfezionati (Klose, Lulic) ed altri in arrivo (Cana, Cissé, Marchetti) le uscite sono state pochine. Un paio appena. Quella di Lichtsteiner, che da ieri è ufficialmente un giocatore della Juventus, e quella di Meghni che ha rescisso il contratto. Ci sono poi Foggia e Floccari sul piede di partenza, ma le trattative con Cesena e Parma paiono tortuose e non semplici da chiudere in tempi brevi. Non fanno invece più parte della rosa laziale i due giocatori che erano in scadenza di contratto: il portiere Berni (dovrebbe andare a giocare in Portogallo con lo Sporting Braga) e Cristian Manfredini. Ma i conti comunque non tornano perché alla rosa dell'ultima stagione va aggiunto anche il piccolo esercito di giocatori che rientreranno dai prestiti.
I casi più spinosi riguardano Juan Pablo Carrizo e Luciano Zauri. Più spinosi per il valore tecnico dei due giocatori ed anche per i loro ingaggi. Le immagini del portiere argentino in lacrime dopo la retrocessione del River hanno fatto il giro del mondo. Per Carrizo è stata la pagina più amara della carriera, peggiore anche della sfortunata esperienza con la Lazio due anni fa, iniziata tra grandi attese e finita malinconicamente in panchina. La panchina sarebbe anche il futuro se dovesse restare in biancoceleste. Ipotesi che tanto il club quanto il diretto interessato cercheranno di scongiurare, ma che non è affatto da escludere. Al momento infatti richieste sul suo conto non sono pervenute a Formello. Per fortuna (di Carrizo e, soprattutto, della Lazio) ci sarà tempo per sbrogliare la matassa. Il portiere sarà infatti impegnato in Coppa America fino al 24 luglio, poi godrà di un periodo di ferie. Il suo (eventuale) ritorno a Formello non avverrebbe quindi prima di metà agosto. Andrà invece ad Auronzo Luciano Zauri. Anche lui è reduce da una retrocessione (con la Sampdoria), anche lui dovrebbe essere piazzato altrove. Ma non è detto. Ci sono infatti due aspetti che spingono per una sua permanenza in biancoceleste. Uno è di natura giuridica: è all'ultimo anno di contratto, può quindi essere ceduto solo a titolo definitivo, non in prestito. Il secondo di natura tecnica: un elemento esperto e duttile tatticamente come Zauri può essere utilissimo per completare il reparto arretrato. Del resto, già un anno fa l'ex capitano fu vicinissimo all'inizio di una nuova avventura in biancoceleste. Reja, insomma, non avrebbe nulla in contrario.
Anche Makinwa è all'ultimo anno di contratto. Lo era pure dodici mesi fa, l'intesa fu prolungata di una stagione per rendere possibile il prestito al Larissa. Quest'anno l'operazione non sarà replicata, si proverà a cedere
il nigeriano a titolo definitivo, non è escluso che venga rescisso il contratto, come già accaduto per Meghni. In ogni caso Makinwa andrà via. E gli altri che quest'anno erano in prestito? Dovrebbero nuovamente fare le valigie, per qualcuno questa è già una realtà. Come Perpetuini, per il quale sarà rinnovato il prestito al Foggia. E come Cinelli e Sevieri, per i quali sono state rinnovate le comproprietà con Sassuolo e Lumezzane. C'è però anche un'eccezione, quella di Cavanda, destinato a rimanere, come ha confermato ieri il suo manager Franco Zavaglia.
(Gazzetta dello Sport - Edizione Roma)